I Nobel senza pace

I Nobel senza pace I Nobel senza pace La mancata attribuzione del premio Nobel per la pace a Walesa, il leader di Solidarnosc, ha suscitato un senso di delusione in quanti ritenevano necessario e persino doveroso sostenere in questo momento tanto difficile la causa della democrazia e della libertà in Polonia. Una delusione che si può ben capire. Ma è giusta? Bisogna domandarsi più in generale: deve essere funzione del premio Nobel per la pace sostenere una lotta in corso seppure per la più generosa delle cause? Personalmente credo di no. Per due motivi: uno di prudenza, l'altro di considerazione delle finalità intrinseche a un simile premio. E' facile assegnare un premio Nobel a uno scienziato. Uno scienziato che abbia compiuto una grande impresa scientifica, sia in un momento specifico sia nel corso complessivo della sua vita, ha dato all'umanità un patrimonio sicuro, irreversibile, si è vestito in certo modo per sempre dei panni del servitore di altissimi valori. Molto più complicata mi sembra la questione per di M. L. SALV ADORI quanto riguarda un politico o uno statista nel pieno della sua battaglia. Un politico, fin che opera, agisce necessariamente nel mezzo della mischia, in condizioni' la cui evoluzione è spesso imprevedibile. 11 politico ha come prima regola il successo della propria causa, e persegue in genere questo obiettivo con mezzi che possono essere quelli della pace ma anche della guerra, della trattativa ma .anche della violenza. Orbene, se viene dato a un politico come incoraggiamento a ben proseguire o come riconoscimento per un singolo atto o momento di un'opera, il premio Nobel per la pace corre il rischio di subire smentite brucianti ad opera del suo stesso destinatario. Per questo esso raggiunge le sue finalità soltanto quando viene dato a una personalità per il senso complessivo di tutta un'opera. Il valore della pace è un valore con una sua intima natura, e la sua intransigente difesa risponde ad una vocazione specifica. Alla lunga, nella vita di un uomo, può essere sorretto unicamente da una volontà di testimonianza che non venga a compromessi con alcuna logica che lo contraddica. E non è un caso che quasi sempre si presenti in antitesi rispetto alla politica, ai suoi valori e alla sua vocazione. Un politico può volere la pace, ma è in genere pronto anche a fini e a mezzi che, pur contraddicendo quelli della pace, possono anche avere un valore altrettanto grande. La lotta per la democrazia e la liberta, come tutti sanno, ha richiesto e richiede in certe condizioni mezzi non pacifici. Ma passiamo a considerare un altro aspetto, ad un altro esempio, ben concreto. Il premio Nobel per la pace è stato conferito negli anni passati a Bcgin. Non occorre spendere parole per far capire come conferire a lui il premio sia stata quanto meno una terribile imprudenza. Si dirà che Walesa non è Begin. Sarà vero. Ciò nonostante, torno ad esprimere la convinzione che il Nobel per la pace deve avere il significato di un riconoscimento dato a una testimonianza di vita divenuta per tutti irreversibilmente esemplare.

Persone citate: Begin, Walesa

Luoghi citati: Polonia