Addio, felice Bad Godesberg di Frane Barbieri

Addio, felice Bad Godesberg DA BONN ALL'EUROPA: DOVE VA LA SINISTRA DOPO LA SVOLTA TEDESCA Addio, felice Bad Godesberg Il programma che segnò il successo della socialdemocrazia non riesce più a impedire defezioni di operai a destra e di giovani a sinistra - Richard Loewenthal: «Il conflitto è fra integrati nel lavoro e chi lo rifiuta» - Brandt; «I giovani si raccolgono fuori del partito attorno a ideali che sono i nostri. Perché?» OAL NOSTRO INVIATO SPECIALE DI RITORNO DA BONN — Il giorno delia caduta di Schmldt «Der Sptegel» usciva con una vignetta in copertina: il Cancelliere, con il berretto da capitano, scendeva, lungo la scaletta della nave tedesca. Era il rifacimento di una famosa caricatura pubblicata nel 1890, quando l'altro «Cancelliere di ferro», Bismarck, fu costretto a lasciare il potere. L'indomani «Die Welt» ha copiato lo stesso disegno con un'aggiunta: in cima alla passerella un Brandt raggiante rimaneva sulla nave. Il sacrificio di Schmldt serviva per salvare il partito di Brandt. Non si tratta tanto di un'animosità personale, della lotta per la leadership. sebbene appaia evidente che la differenza, spesso sfumato, tra un socialista e un socialdemocratico si esprima oggi nell'antinomia tra Brandt e Schmidt. Una differenza non da poco. I motivi dello sbandamento vissuto dalla Spd stanno tuttavia in altre circostanze. Questa crisi riapre in termini tedeschi un complesso ormai quasi storico di tutte le sinistre. Sostengono da sem pre che il futuro sia delle si nistre. Sembra die sia accertato anche scientificamente. Il problema è come far volge re a sinistra anche il presente. Slnora nessun partito può vantarsi di averlo fatto. Anche quando prendeva il potè re. «Fra sistema sovietico e governi socialdemocratici ci hanno fatto perdere 11 senso di cosa fosse veramente la si nlstra» mi dicono i teorici della «Neue GesellschafU. La potente Spd è scossa di fronte a questa scoperta. Delusa di se stessa. Ha governato ma gnificamente, lo ha fatto co me avevano fatto l migliori governi precedenti, da Ade nauer ad Erhardt. Per certi versi anche meglio. Tuttavia non ha lasciato alla società alcun marchio particolare, di sinistra. Basta dire che Kohl potrà proseguire al timone senea cambiare di molto la rotta, tanto meno la nave {escluso in politica estera). La confusione e lo sbandamento nella Spd risultano superiori agli indici dello sgretolamento elettorale. Il prògromma di Bad Godesberg, da cui nasceva l'epoca d'oro della socialdemocrazia, era varato per agganciare i ceti medi, risucchiare appoggi dal centro. La classe operaia non bastava per conquistare il potere. Ora, improvvisamente, la classe si vede risucchiata al centro-destra, mentre sull'altro fianco prende piede una nuova sinistra. Si rivela un'altra volta che la classe operaia rappresenta sempre un'entità indecifrabile per i governi di sinistra, si tratti dei comunisti orientali o del socialisti occidentali. La Spd si trova percorsa da una serie di interrogativi. Di fronte ai giovani che fuggono a sinistra e gli operai che scivolano a destra: chi sbanda, chi è conservatore e chi progressista? Gli operai diventano « aristocrazia « che difende i privilegi conseguiti e i nuovi «diseredati» diventano altri. Di chi deve diventare il partito? Il problema viene centrato in termini perentori dal famoso professor Richard Loewenthal della «Freie Universitat» di Berlino: «La Spd perde attrattiva per I giovani, mentre gli elettori operai passano alla Cdu. La perdita su due fianchi denuncia la crisi d'identità del partito». Di questa crisi Loeiventhal incolpa Brandt. Accusa il presidente del partito di correre, disorientato ideologicamente e politicamente, dietro ai giovani «transfughi» della società moderna. La sinistra non si trova là, in quella direzione, avverte il professore: là si trovano quelli che «senza loro colpa non sono stati Inclusi nel processo del lavoro, ma spesso non lo hanno nemmeno voluto, non per pigrizia ma per un malinteso senso di libertà personale». Secondo Loewenthal simili «disertori dalla società vivono sulle spalle degli operai». E quelli che, come Brandt, tendono ad assorbire questi giovani «in base alla comunanza di Ideali» dimenticano che se esiste «comunanza di motivi umanitari» non esiste comunanza alcuna «negli obiettivi politici, o meglio antipolitici». Ecco perché «la Spd deve tendere anche nel futuro verso lo sviluppo e l'umanizzazione della società industriale, respingendo la denigrazione e la demolizione di questa società, in quanto cosciente che senza il suo contributo tutti gli abitanti del pianeta perdereb¬ possibilità di esl- bero la stere». Su questa scia Loewenthal ha lanciato in sei punti le • tesi» su come salvare la Spd. Primo, prendere atto che il partito si trova in una crisi d'identità e che opera scelte poco convincenti. Secondo, il partito si è incagliato nella contesa se attribuire il primato alla «capacità di sopravvivenza della società industriale» o al «modo di vita non Industriale». Bisogna uscire dall'ambiguità: «Anche la Spd non vuole l'Inquinamento, però tanto meno è avversaria della società Industriale e non la considera una conseguenza dello sviluppo storico sbagliato dell'uomo». Terzo, è errata la premessa che prò e contro la società industriale stanno da una parte gli operai e dall'altra gli strati sociali, prima di tutto giovani, della società post-industriale. In effetti da una parte stanno tutti gli occupati e dall'altra quelli die disertano più. o meno volontariamente dalla società e vivono a spese di chi lavora. Quarto, la Spd non può presentare l'attuale stagnazione economica o la crescita zero come la strada verso un'idilliaca stabilità, ma deve fare di tutto per superarla. Quinto, la negazione della divisione industriale del lavoro e la ritirata sull'isola dell'autorealizzazione indivi¬ duale comporta l'abbandono delle istituzioni democratiche. Sesto, l'unico modo per uscire dalla crisi d'identità per la Spd è quello di pronunciarsi a favore della società industriale, per la maggioranza occupata, contro 1 disertori periferici. «Se la Spd sosterrà questa politica senza ambiguità, assorbirà anche una parte dei disertori, capaci d'Imparare dalla storta. Se rinuncia alle posizioni chiare nell'Interesse dell'integrazione di quel gruppi, arriverà alla disintegrazione di tutto il partito». Il «Loewenthal paper» ha scatenato un putiferio, ideologico ed emotivo, il quale ancor prima delle vie d'uscita ha indicato lo sconcerto che regna nella Spd dietro alla maschera d'orgoglio con cui aveva affrontato la perdita del governo. Sono riapparse le lacerazioni ricucite a malapena durante il recente Congresso dt Monaco. Le minoranze plU radicali (dagli «alternativi» agli avversari degli euromissili e della Nato) si prendono la rivincita, quasi diventassero di colpo maggioranza. Libere dal compromesso che a Monaco le aveva disciplinate nell'interesse degli equilibri governativi, ora rivendicano la svolta. Loewenthal viene additato come portavoce della burocrazia conservatrice del partito e dei gruppi operai elitari, che hanno conquistato e ora difendono il benessere senza badare ai nuovi strati d'emarginazione. Lo stesso Brandt ha dato al professore del «metallurgico», che nel nuovo contesto diventaparadossalmente un'offesa tra uomini di sinistra. Infatti, il presidente della Spd si attiene al vecchio riflesso fisiologico delle sinistre per cui le perdite a destra sono un dramma, ma le defezioni a sinistra sono una tragedia. Sostiene: «Viene accentuato In modo esagerato che noi sacrifichiamo gli elettori operai per conquistare gruppi periferici. Ciò ci viene rimproverato da quanti non vedono che I "nuovi" siano espressione degli spostamenti nella società. I giovani diventati verdi Invece che rossi (I "GrUnen", I verdi, sono il nuovo partito alternativo) lottano perché l'uomo non sia più un'entità anonima, contro le grandi strutture e la burocrazia tecnica. Mi chiedo se si tratti di obiettivi a noi estranei. Mi chiedo perché non rischiare più democrazia. Dobbiamo capire che i giovani si raccolgono fuori della Spd attorno agli ideali che sono anche nostri, prima di tutto nostri». Mentre Schmidt considera che la Spd deve conservare tuttora la sua ..Reglerungsfachlgkelt», la sua capacità di governare, Brandt punta sulla «Mehrheltsfacklgkelt», capacità di integrare una nuova maggioranza. Il recupero dei «verdi» — alternativi, ecologisti e pacifisti, che si avviano verso il IO per cento dei voti—non garantisce alla Spd un ritorno rapido alla Cancelleria. Le facilita però il recupero dell'identità di partito di sinistra. Necessario, piti che per un nuovo governo, per una nuova opposizione. Dice Eppler, membro della presidenza, rappresentante della sinistra battuta al Congresso: «Un partito può sprecare le proprie sostanze In modo da non essere capace né di governare né di fare l'opposizione. Non slamo caduti tanto in basso, ma non è escluso che possa succederci». Hanno comunicato che Brandt lascia la presidenza dell'Internazionale per rifare il proprio partito. Quando dice questo ha in mente prima un nuovo concetto di sinistra e appena dopo un nuovo governo, un governo che non ripeta però i compromessi precedenti. Kohl obietta a Brandt, in un dibattito televisivo, che, cercando l'alleanza con gli alternativi verdi, punta su «una nuova repubblica». E non ha tutta torti. La fase Bad Godesberg è esaurita. La nuova non ha ancora un nome. Ma i suoi tratti emergono dalle battute che raccogliamo a proposito delle tesi di Loewenthal. Dice il segretario della Spd, Glotz: «Dividendo l'interesse dell'industrialismo dagli Stati post-industriali si rovinano le prospettive del partito». Eppler: «E' fatale dividere gli uomini In partigiani dell'economia e In partigiani dell'ecologia». Timmermann: «L'idea della crescita continua non regge più, Il keynesismo di sinistra è naufragato». A tutti ribatte Loewenthal: «Io contrasto solo quelli che dell'ecologia fanno un'Ideologia. Non si tratta di un contrasto tra movimento operalo e giovani, si tratta del conflitto tri. Integrati nel processo del lavoro e quelli che rifiutano di inserlrvlsl». Le tesi di Loewenthal appaiono sopraffatte, se non dalla maggioranza, dall'irruenza di quanti sostengono che la società si è sviluppata non solo pili rapidamente della sinistra, ma anzitutto in direzioni non previste dalla sinistra. Se non parte da lontano, la ricerca punta lontano. Mi dice Von Oertzen, uno dei nuovi ideologi della Spd, deputato e membro della direzione: «La crescita del prodotto sociale non può più essere l'unico criterio della qualità della vita. La società in cui prevale la motivazione del profitto mette In pericolo la democrazia, la sicurezza sociale e la libertà della persona umana». Dalla crisi rispunta cosi Marx: si ricordano che in fondo non era un russo, ma un tedesco. Frane Barbieri

Luoghi citati: Bad Godesberg, Berlino, Bonn, Erhardt, Monaco, Quarto, Sesto