A Ruperez il Giro del Piemonte di Gian Paolo Ormezzano

A Ruperez il Giro del Piemonte Corsa stanca, corridori spremuti, poche speranze per il «Lombardia» A Ruperez il Giro del Piemonte Lo spagnolo, uno dei pochi a prendere la gara sul serio, primo per distacco ad Oleggio - Saronni ammette: «La stagione per me è chiusa» - Hinault invece vuol vincere domani a Como DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE OLEGGIO CASTELLO — Il Giro del Piemonte ha addosso settanta edizioni e ieri le ha dimostrate tutte: corsa stanca, «usata», asmatica, e se si pensa a come l'alto ordine d'arrivo dimentica certi grossi nomi, anche arteriesclerotica. Ha vinto lo spagnolo Ruperez. che di nome e basta la Fausto, anzi Faustino (un po' di rispetto...) e che due anni la vinse il Giro di Spagna, provvedendo poi a spegnersi. E' il primo spagnolo, nonché il sesto straniero, nell'albo d'oro del Giro del Piemonte, ed è anche il primo spagnolo vittorioso quest'anno in una prova in linea italiana (al nano Belda andò una tappa del Giro, quella di San Martino di Castrozza). Ruperez ha soltanto meriti, si capisce: ha pedalato in testa per quasi 50 km. dei 200 totali, andando via sulla Colma, unica salita seria, con Pedersen, Visentin! e Corti, (uggendo da solo in discesa, passando da un vantaggio massimo di l'21" a uno mìnimo di 11", il distacco all'arrivo tra lui e Jules. francese di Hinault uscito nel finale quasi automaticamente, come un comico -esce., nel finale di una rivista. Però Ruperez non ha battuto, a due giorni dal Giro di Lombardia, il grande ciclismo internazionale, ma un'accozzaglia di pedalatori senza ideologia, senza «linea» comportamentale. Dietro di lui è accaduto infatti di tutto, ma una cosa elidente l'altra, cosi clie alla fine pare che non sia accaduto nulla. E' uscito da solo persino Saronni, in maglia di campione del mondo, qualche metro davanti al gruppone a una ventina di chilometri dall'arrivo: «Ma non l'ho fatto troppo apposta — ha detto l'iridato —, è accaduto perché conoscevo meglio degli altri la strada'. Francamente non vale la pena dilatare per iscritto il nulla, o poco più, della corsa. Basti dire che. prima di sprigionare Jules, il gruppone ha sprigionato diciassette corridori all'inseguimento (o qualcosa di simile) di Ruperez. Li citiamo: oltre ai tre con lui sulla salila, anche Contini. Pctilo. Baronchelli. Pozzi, Winnen, Bombili!. Fignon, Schmutz. Conti, Savini, Vandi. Loro e Weber, nonché Jules, si capisce. A meno 30 km dal traguardo Ruperez aveva l'18" su costoro e 2'01" sul gruppone (a proposito: 157 partiti, 77 arrivati). Jules si avvicinava a Ruperez, il gruppone mangiava il gruppetto. Là corsa si rlpresentava a Oleggio Castello, da dove era partita alle 10.15, dopo 5 ore e 5 minuti: Ruperez, poi Jules, e in volata per il terzo posto l'australiano Wilson sul belga De Wolf e sull'irlandese Kelly. Il primo italiano. Ceruti, era sesto, il suo capitano, Saronni, trentunesimo. Saronni ha almeno fatto allenamento per il «Lombardia» di domani? «Una fa fica boia», ha detto. E ha aggiunto: -Non puntate su di me. ho idea die la stagione sia chiusa-. Hinault invece è parso più velleitario: «Mi manca — ha detto — la grossa prova in linea, in questo 1982 in cui ho vinto il Giro e il Tour sema raccogliere la considerazione giusta-. Ieri c'era sole, c'erano strade belle, non intasate di lolla. Chissà domani, da Milano a Como, 25& chilometri. Il sole è forse più probabile della folla: il sole non ce l'ha con questi ciclisti, questo ciclismo. Punzonatura oggi a Milano, piazza Beccaria, dove é il comando dei vigili urbani, dalle 15 alle 17. Ci sarà anche Mo- scr, che ieri si è allenato con 1 compagni di squadra, su strade sue. Quelli visti ieri sembrano lutti alla frutta (e neppure al dolce). Qualcosa in più ha Hinault, si chiama classe. De Wolf annuncia Kuiper in arrivo dall'Olanda per vincere, anzi rivincere, bissando il •Lombardia» 1981. Ormai sono tanti anni che si arriva all'ottobre con corridori prosciugati anche dal di dentro, e corse disputate per contratto, copione, automatismi. Stavolta ci sembrano, gli amici corridori, più a tocchi che mai, però con l'alibi del «Piemonte,, troppo vicino al «Lombardia» : cosi che si sono come assolti dal crimine di ieri e da quello probabilissimo di domani. Parlano già tutti del Tour 1983, aperto anche ai dilettanti dell'Est, cioè al professionisti del socialismo reale in bicicletta: con la lingua e con la testa, stanno già correndo contro di loro, in una sfida che, a parole e pensieri, non costa niente. Gian Paolo Ormezzano Oleggio Castello, L'arrivo solitario dello spagnolo Ruperez