Accardo, 24 Capricci d'un fiato

Accardo, 24 Capricci d'un fiato Trionfale inizio di stagione dell'Unione Musicale al Conservatorio Accardo, 24 Capricci d'un fiato Una musica «trovata» sullo strumento, e non pensata e composta: questa l'unicità della musica di Paganini TORINO — Trionfale inizio di stagione dell'Unione Musicale con l'integrale dei Capricci di Paganini eseguita da Accardo nella sala del Conservatorio strapiena ln ogni ordine e disordine di posti, a celebrazione del secondo centenario della nascita del sommo virtuoso, che ricorre fra 12 giorni. L'incertezza sulla data di composizione aumenta lo stupore per la selvaggia originalità di questa opera prima, originalità che il compositore non uguagliò mai in nessuna delle composizioni successive, con accompagnamento di pianoforte, d'orchestra o di chitarra. Al principio dell'Ottocento, i Capricci rompono nettamente col clima arcadico del Settecento musicale italiano. Dove diavolo aveva trovato tanta incisività tematica e novità di vocaboli musicali quel genovese vissuto fino a quarant'anni in un circuito provinciale tra Genova. Lucca, Cesena. Parma. Modena, Forlì, Livorno. Palermo. Bergamo, Brescia, tutti luoghi dove difficilmente poteva venire a conoscenza di quan¬ to bolliva nella pentola della musica romantica d'oltr'Alpe? Se si badasse solo alla data di pubblicazione, 1820, verrebbe subito fatto di rispondere: Rossini. Ma, a parte che il linguaggio del Capricci ha poco di rossiniano, pare che Paganini se 11 venisse suonando in giro nei suol concerti ln epoca molto precedente, che gli studiosi propongono di collocare tra 11 1802 e 11 1809. Rossini aveva da dieci a diciassette anni, e per quanto precocissimo «esplose» soltanto nel 1813. Allora? Inventò tutto da sé, Paganini? E perché non continuò su quel livello di originalità vertiginosa aggiungendo alla musica italiana la dimensione strumentale come fece Berlloz ln Francia? L'unicità del Capricci sta nel fatto della loro destinazione per violino solo. Sono musica «trovata» sullo strumento, non pensata e «composta», secondo la parola che dispiaceva tanto a Goethe, e poi stesa sul pentagramma. Come l'organistica di Bach e la clavicembalistica di Scarlatti e Couperln, hanno la salubre, si vorrebbe dire santa allegrezza del fare, quella che Proust chiamava «l'allegresse du fabricateur». Musica inventata dalle dita, quasi prescindendo dal cervello e dal cuore, organi funesti senza 1 quali l'uomo sarebbe forse immortale e. in ogni caso, felice (certo un po' stupido). In altri termini, la grandezza del Capricci sta nel fatto che ln essi 11 virtuosismo della tecnica esecutiva non «si accompagna» all'ispirazione musicale, ma diventa esso, come negli Studi di Chopln, Invenzione di musica, là dove invece spesso, nel Concerti e ln altre opere con accompagnamento, 11 virtuosismo resta fine a se stesso e divorzia dal pensiero musicale. In particolare è sbalorditivo come la difficoltà di realizzare il contrappunto sopra uno strumento sostanzialmente monodlco, sospinga Paganini, che nei Concerti ha spesso l'aria di non sapere cosa mettere nei righi della partitura d'orchestra e si accontenta d'accompagnamenti sbracati, a pensare frequentemente per due, perfino tre voci, con spessore polifonico. Rara, eccezionale occasione l'ascolto integrale dei 24 Capricci. In quest'anno centenario Accardo ne aveva promesso l'esecuzione in molti concerti e Festival, e, salvo errore, ha più volte dichiarato forfait. Forse Torino ha avuto la fortuna della primizia. Questo si dice non per malignità, ma perché la gente si renda conto dello sforzo spaventoso che è l'esecuzione consecutiva dell'integrale. Peggio che scalare in una settimana le pareti Nord del Cervino, dell'Eiger e delle Jorasses. Qualcuno dirà: ma Accardo ha ben inciso in disco 124 Capricci e anche altri l'han fatto. SI ma vuoi mettere la differenza di registrarli magari durante un anno, al ritmo di due al mese, studiandone uno forsennatamente per quindici giorni, poi passando a un altro, e piantarsi Invece solo davanti a duemila persone e snocciolarli fieramente uno dopo l'altro, domandoli e dominandoli tutti Insieme I Accardo ha riuscito questo triplo salto mortale, riconfermando i suoi titoli di sommo virtuoso, che talvolta si rilassa un poco nel piacere di fare il KapelImeister. Tutti si domandavano: e che bis farà, ora che li ha suonati tutti? Diavolo d'un uomo: ha tirato fuori le acrobatiche Variazioni sull'inno nazionale inglese ! ni. m.