Atiuse dell'Aci allo Stato «Opprime gli automobilisti»

Atiuse dell'Aci allo Stato «Opprime gli automobilisti» Alla conferenza di Stresa su traffico e circolazione Atiuse dell'Aci allo Stato «Opprime gli automobilisti» Il presidente Alessi contesta i pesanti aggravi fiscali - L'uso di una vettura registrerà a fine anno un aumento dal 20 al 35 per cento DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE STRESA — «Essere automobilisti oggi in Italia, usare un veicolo anche per il minimo spostamento indispensabile, rischia di diventare un vero e proprio lusso». La denuncia della grave situazione è venuta dal presidente dell'Aci, Rosario Alessi, nel discorso di apertura della 38' conferenza del traffico e della circolazione di Stresa. «Il futuro — ha aggiunto Alessi — è destinato a riservarci un ulteriore aggravamento. Occorre intervenire in tempo affinché l'automobilista cessi di essere l'obiettivo prediletto del fisco, dell'inflazione e della burocrazia». Per chiarire i termini dell'attacco venuto dal più importante rappresentante degli utenti della strada, occorre tener presenti alcune cifre che egli ha illustrato nei suoi interventi. Da un calcolo che tiene conto del tasso di inflazione fermo al 18%, il costo per l'uso dell'automobile registrerà a fine anno un aumento dal 20 al 35%. «L'inflazione per noi cosi è più. pesante — ha detto Alessi — anche del 100% rispetto agli altri cittadini. La pressione fiscale oggi rappresentata dalla tassa sul macinato che va sotto il nome di Imposta sulla benzina e dai vari tributi die gravano sul settore ha fatto registrare lo scorso anno versamenti per oltre 18 mila miliardi, vale a dire il 20% di tutte le entrate fiscali italiane». I risultati di questa «non politica» si sarebbero già manifestati: minor percorrenza media annua (passata da 12 mila km del '73 ai 9700 dello scorso anno); consumo di carburante fermo pur essendoci, rispetto all'8l, oltre un milione 800 mila auto in più. Dalla conferenza di Stresa non sono mancate critiche alla burocrazia, al governo, al politici in generale. «Una prima giornata che ha il sapore della puntualizzazione, — qualcuno ha precisato — ma anche del processo». La «parte del leone, è toccata alla presl, denza nazionale dell'Aci. «Non dimentichiamo — ha tuonato Alessi — il costo dei disservizi, cioè del tempo perso nelle varie operazioni burocratiche che da una stima ammontano a oltre 60 milioni. Qui il costo sociale, in termini di sottrazione al cittadino di tempo altrimenti utilizzabile in attività produttive è ben calcolabile, forse di 500 miliardi annui». L'accenno polemico rivolto al rappresentanti del governo per le «riforme promesse e non realizzate, i ritardi, le contese fra settori della burocrazia» non ha risparmiato nessuno. «Paghiamo — ha ripetuto il presidente dell'Aci — anche per gli appetiti di carriera e le spinte corporative die a volte rendono non chiare le competenze». Il discorso è quindi scivolato sulle assicurazioni. «Situazioni di gravissimo e insopportabile disagio sono state create — ha detto Alessi — da vere e proprie guerre di corsa da parte di compagnie private. Ci aspettiamo molto dal prossimo inizio dell'attività dell'Isvap, l'istituto di controllo e sorveglianza». E che dire della prevenzione degli incidenti? «In Italia si fa ben poco — si è detto a Stresa —. Si consente addirittura che vadano a residui passivi gli scarsi fondi destinati allo studio di iniziative di prevenzione. E' necessario, indispensabile, che lo Stato impesta nella prevenzione e nella sicurezza usando una parte di quei fondi che ricava proprio dall'automobilista. Che si arrivi ad una riforma del settore della motorizzazione. Basta con il terrorismo delie megamulte e si avvìi un'azione rivolta alla formazione del conducente con l'educazione stradale obbligatoria nelle scuole e la patente a punti». Ha aggiunto il presidente dell'Aci: «Si deve mutare il rapporto tra potere pubblico e automobilista che è alla base della grave situazione di sofferenza e di disagio». Ha quindi accennato al tema specifico della conferenza: «Il costo sociale degli incidenti stradali: analisi economica e politica di contenimento» che tratterà domani il professor Emilio Gerelli, preside della facoltà di Giurisprudenza di Pavia. « Un problema scottante — ha concluso Alessi — se teniamo conto che nel nostro Paese muoiono ogni anno 10 mila persone e 200 mila rimangono ferite». Adriano Provera

Persone citate: Adriano Provera, Alessi, Emilio Gerelli, Rosario Alessi

Luoghi citati: Italia, Pavia, Stresa