La dc perdona Andreatta «Legame col Vaticano» di Luca Giurato

La dc perdona Andreatta «Legame col Vaticano» Nessun processo, ma critiche al ministro del Tesoro La dc perdona Andreatta «Legame col Vaticano» Piccoli: «Abbiamo un rapporto specialissimo con la Santa Sede» - Forlani: «L'unità del partito indispensabile quando il Paese rischia di naufragare» ■ Da oggi il Consiglio nazionale ROMA — All'ufficio politico della de, ieri mattina, non c'è stato il «processo, ad Andreatta, com'era scontato. C'è però stato un ampio dibattito, al quale hanno preso parte, uno dopo l'altro, quasi tutti i ..io saggi» del partita da Fanf ani ad Andreotti. Dopo averlo aperto con l'attacco ad Andreatta e la difesa del Papa. Piccoli, d'accordo con De Mita, si è incaricato dì chiudere ufficialmente il «caso Andreatta, ed ogni polemica specifica in casa de. Ma. proprio dalle parole del presidente de come da quelle di De Mita che ha aperto brevemente la discussione, spicca la vera dimensione politico-diplomatica di una vicenda piena di tanti punti interrogativi e di troppi misteri. «I casi dello Ior e del Banco Ambrosiano ci portano a concludere che veramente una sola è la strada — ha detto Piccoli — che la verità venga tutta verificata, scoperta e dichiarata, un rapporto confidenziale, leale e serio, con quella prudenza che i contatti politici e diplomatici in corso consigliano alle due parti». Piccoli ha parlato di tre questioni scottanti: i rapporti di un partito politico che ha i suoi uomini nel governo e le istituzioni; i rapporti tra Stato italiano e Santa Sede e tra de e Vaticano. Senza mai nominarlo, in modo indiretto, ha più volte polemizzato con il ministro del Tesoro: «Non coinvolgiamo istituzioni e vertici che assolvono immense responsabilità-. Piccoli ha precisato: «Non abbiamo esitazioni a dire che il rapporto con il Vaticano coinvolge tutta la nostra storia, tutta la nostra crescita di forza laica non confessionale e. tuttavia, operante nella ispirazione cristiana, per i valori che da quella sede sono continuamente dichiarati, proclamane difesi*; Il presidente de ha svolto una difesa appassionata di un rapporto che ha definito «specialissimo-. Piccoli ha avuto le congratulazioni di Andreotti, Fanfani, Bianco e De Giuseppe; Galloni ha invece evitato i rallegramenti e ha riportato il dibattito sull'unità del partito: «Unità, sì, ma su un discorso polìtico-. A Piccoli rimane l'etichetta scherzosa di «Cossutta della de», mentre proprio Galloni, uno dei leader de più tradizionalmente ricini ai comunisti, ha ribadito «l'impossibilità di un ritorno alla politica di solidarietà nazionale». E' questa la scelta di De Mita, Pentapartito e pei saranno tra i temi dominanti della relazione del segretario politico die apre stamani all'Eur i lavori del OonsìRlio nazionale. Con un appello drammatico, che smentisce un tradizionale «stile- politico freddo e compassato, Forlani ha detto ien che la de deve unirsi al più presto perche i contrasti interni, con quello che si prepara nel governo e nel Paese, rischiano di diventare un lusso intollerabile. Il leader della vasta minoranza del partito ha lanciato il suo appello ieri sera, a poche ore dal Consiglio nazionale che dovrebbe sancire, con un voto, la pace dopo una lunga guerra fredda tra i vinti e vincitori del congresso di maggio. «In una situazione che il presidente del Consiglio vede prossima alla ingovernabilità e nella quale il Paese rischia di naufragare — ha detto Forlani — occorre far prevalere le ragioni dell'impegno unitario rispetto a quelle del parziali dissensi o della diffidenza». Subito dopo. Forlani ha pubblicamente rivendicato il ruolo positivo svolto dal suo gruppo per arrivare all'intesa unitaria; in altre parole, ha maliziosamente fatto capire che è De Mita che ha seguito la sua linea e non viceversa. Uno spunto orgoglioso che non dovrebbe suscitare reazioni negative nel segretario al quale, oggi più che mai. interessano fatti concreti e la sostanza dei problemi, cioè l'unità del partito. Luca Giurato

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