Libano, sui campi palestinesi la minaccia mortale del freddo di Giorgio Romano

Libano, sui campi palestinesi la minaccia mortale del freddo Urgente e drammatica situazione nei territori meridionali Libano, sui campi palestinesi la minaccia mortale del freddo Secondo l'agenzia dell'Onu sono 60 mila i senzatetto - Israele si è accordata per allestire gigantesche tendopoli - Ma i lavori di spianamento del terreno sono in ritardo di fronte all'inverno in arrivo - Preoccupata la commissione della Keneseth NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV — La condizione nei campi di profughi palestinesi del Sud del Libano, alla vigilia dell'inverno e dell'inizio della stagione delle piogge, è diventata un problema complesso e urgente, drammatico dalpunto di vista umano. Nelle regioni meridionali, a una distanza di almeno 40 chilometri dal confine israeliano, si troiano alcuni campi di internamento che hanno gravemente sofferto nel corso della guerra: i principali sono: Ein Hiììve, Rashadìya, Buri E Shemali. El Buss. Mieli Mieli. La popolazione dì questi campi è attualmente composta soprattutto da vecchi, donne, ragazzi e bambini, dopo che la maggior purte degli uomini validi sono stati uccisi, hanno lasciato il Libano o sono stati catturati e si trovano in alcuni campi di prigionia, predisposti dall'esercito e visitati dalla Croce Rossa internazionale; il più importante è Ansar con 7000 detenuti. 1 due campi maggiori sono quelli di Ein Hilwc e di Rasìiadiiiu dove vivono alcune decine di niigliaia di persone. La valutazione sul loro numero varia nelle stime dei diversi enti: ad esempio ì'Unnva /agenzia dell'Onu fondata nel 1949 che si occupa del sosten¬ tamento e dell'aiuto ai profughi) ritiene che quelli senza tetto siano 60 mila; la stima degli israeliani è della metà circa. La differenza nella valutazione si può spiegare cosi: sono considerati senza ietto coloro che negli ultimi tempi hanno dormito all'addiaccio nei campi tra le rovine delle case e delle baracche, mentre altri li considerano tali anche se hanno trovato un asilo di fortuna. Il bombardamento di baraccopoli e accampamenti. l'aver fatto saltare circa 250 locali blindati sotterranei (die servivano come bunker per i guerriglieri e di rifugio per gli abitanti) hanno aggravato la situazione sì che le prospettive sono ancora peggiori all'avvicinarsi delle piogge. L'interno di questi grandi campi è terrificante: cumuli di" macerie e dì rottami, edifici in rovina tra i quali vivono o piuttosto si annidano superstiti dagli sguardi smarriti che cercano sostentamento e rifugio. Gli enti che si dovrebbero occupare della sistemazione e dell'assistenza si palleggiano le responsabilità e spesso rimandano la soluzione dei problemi sempre più urgenti perché fino a che durava l'estate le condizioni erano tollerabili ma diventano sempre più gravi e urgenti. Israele, il Libano, la Croce Rossa internazionale, l'Unrwa, ilJoint (American Jewish Joint Dlstrtbution Committee) e altre istituzioni che dovrebbero coordinare la loro opera non sempre lo fanno e ne derivano interferenze e ritardi che sono causa di nuovi guai. Il Libano, ad esemplo, si è mostrato subito contrario alla costruzione di campi di baracche con carattere più, o meno permanente. Israele e l'Unrwa si sono allora accordati per la disposizione di gigantesche tendopoli e hanno ordinato 13.500 tende che in parte sono già arrivate nel porto di Haifa, ognuna delle quali dovrebbe poter accogliere 5 o 6 persone. Ma il problema principale è quello della preparazione e dello spianamento del terreno per sistemare le tende. E qui si è arrivati a un'impasse delle più gravi: i lavori per spianare e livellare il terreno, specialmente a Ein Hilwe e a Rashadiya, sono appena cominciati ad opera dell'esercito di Israele che ha assunto imprenditori privati per la bisogna. Sono giunti nella, località giganteschi bulldozer, trattori e apripista, ma l'impresa è gigantesca, come e più che nei paesi sconvolti dal terremoto perché qui esistono blocchi e costruzioni^ di calcestruzzo da rimuovere e si è lontani dallaver preparato il terreno in modo sufficiente per poter disporre le tende. Una commissione di cinque membri della Keneseth, che ha visitato in questi giorni le località, è tornata impressionata dallo stato di ritardo nei lavori e dalla situazione in generale e ha lanciato un appello urgente perché non si perda più tempo e si provveda alla sorte di questi profughi destinata a peggiorare nelle prossime settimane, si che si profila anche il rischio die domani Israele sia accusato di negligenze e di tragici errori e che la stampa internazionale presenti le immagini di migliaia di persone che vivono in condizioni subumane, incolpando lo Stato ebraico del deterioramento delle loro condizioni di vita. La commissione soccorsi israeliana, costituita nel giugno scorso e presieduta dal ministro del Coordinamento Economico. Yaakov Merìdor, appoggiata da altri enti assistenziali, si trova probabilmente di fronte a problemi troppo grandi ed è accusata di aver perso tempo e di non essersi accordata tempestivamente con l'Unrwa, il cui commissario generale, Olaf Rydbeck, ha mostrato esitazioni a causa dell 'insta bile situazione nel Libano. Ma l'inverno è alle porte, i primi acquazzoni sono già caduti e la situazione si deteriora di giorno in giorno. Quella alimentare appare finora meno tragica, sempre tenuto conto delle condizioni sciagurate esistenti: non ci sono casi estremi di malnutrizione (se non qualcuno nel campo di Ein Hilwe) né di malattie epidemiche e le razioni di emergenza dell'Unrwa sono di circa duemila calorie il giorno, che rappresentano una media tollerabile date le circostanze. Giorgio Romano

Persone citate: Buri, Buss, Olaf Rydbeck, Yaakov