Futuro nero per l'acciaio mondiale per la ripresa si attende il 1990

Futuro nero per l'acciaio mondiale per la ripresa si attende il 1990 Futuro nero per l'acciaio mondiale per la ripresa si attende il 1990 PREVISIONI CUPE ESPRESSE DAL MEETING DI TOKYO I grandi produttori prevedono per P82 una flessione dell'8% rispetto all'81 - Furiosa polemica tra Usa e Giappone - L'«Iisl» prevede «nuove Bagnoli in tutta Europa» - Finita Fera delle sovvenzioni governative dal nostro corrispondente TOKYO — Veleni nel presente, angosce nel fuluro: la crisi mondiale dell'acciaio, di cui il dramma di Bagnoli è un capitolo, non potrebbe essere peggiore, dicono a Tokyo i responsabili della siderurgia internazionale riuniti nel meeting annuale dell'.lisi». l'.Istituto del ferro e dell'acciaio». Difficoltà finanziarie e invecchiamento degli impianti, rigidità politiche e preoccupazioni sociali, concorrenze tanto feroci quanto torbide si sommano tutti insieme alla continua caduta della domanda globale per compilare finalmente la sentenza: inutile guardare all'esterno per un «miracolo), che salvi la siderurgia Italiana, al contrario, nuove .Bagnoli» sono da temere, come conseguenza delle prospettive mondiali nere. «Se la recessione internazionale ila messo tutte le economie in ospedale — commentava con i giornalisti il vicepresidente dell'olisi» Takeda — si può dire che la siderurgia è ricoverata in rianimazione*. I dati esposti dal presidente. Lenhard Holschuh, naturai-' mente confermano. -Il quadro — ha detto Holchuh — è cupo: la produzione nei 29 Paesi che fanno parte dell'istituto (la Finsider è rappresentata dal presidente. Capanna: ndr) cala mese dopo mese, e net Paesi delta Cee re¬ sterà al di sotto del 20% rispetto a\ì'8i, nell'ultimo trimestre dell'anno». -Ma ancora più amara è la previsione sull'andamento della domanda: il totale complessivo del consumo di acciaio nel mondo occidentale si fermerà, alla fine dell'anno, a quota 421 milioni di tonnella¬ te. 8% in meno del 1981. Negli Usa, il risultato dell'anno in corso sarà il più basso dal 1958. Per il 1983 — ha detto Holschuh — è atteso un lieve incremento della domanda, dovuto alla necessità di rifornire gli stock, e non a un vero aumento del consumo». Ma se anche si guarda ol- a tre, a tutto il decennio, si vede che, per la Cee soprattutto, nessuna ripresa è prevista: il consumo complessivo è indicato, per l'Europa Occidentale, a 102 milioni di tonnellate, fino al 1990. «Sul futuro di un gran numero di acciaierie in Europa Occidentale pesa un punto interrogativo» ha riconosciuto il presidente nella sua relazione e persino in Giappone appare ••improbabile» una crescita degli impianti. Per tutti «il problema è l'eccesso di capacità produttive», in parole chiare troppi stabilimenti per troppo pochi compratori. Nessuno, almeno finora, ha presentato al congresso la «pietra filosofale» capace di portare soluzioni non dolorose a questa realtà. Al contrario, cresce la tensione fra questi grandi del l'acciaio: l'americano Roderick. presidente della US Steel (una delle più colplie dalla crisi) ha annuncialo di avere ormai completato la preparazione dell'atto d'accusa contro 1 giapponesi, sospettati di I avere scaricato sul mercato j Usa le quantità che non possono più andare in Europa. Tokyo risponde che l'accusa è falsa, perché il limile all'export di acciaio in Europa, fissato a 1,49 milioni di tonnellate l'anno, non è stato neppure sfiorato e le vendite si sono fermate ad appena 300 mila tonnellate, nei Paesi Cee. A turno, è toccato poi ai giapponesi attaccare, con il governatore della Banca del Giappone, Maekama, il quale ha di nuovo accusalo Washington (l'aveva già latto la settimana scorsa) di «non avere fatto il proprio dovere» nella difesa-delia stabilità delle monete- internazionali, le cui oscillazioni selvagge sono un'altra delle difficoltà Importanti per l'industria siderurgica. Ma ancora gli americani hanno replicato, questa volta parlando a tutti, dagli italiani ai giapponesi, per avvertire che gli Usa «non tollereranno più la tattica delle sovvenzioni governative al prezzo dell'acetato in questi Paesi per poter scaricare sottocosto i propri prodotti sul merca to americano». Vittorio Zucconi La produzione e il consumo nel mondo Prod.cqulvalcmc Crosriia'", Consumo equivalence Cresclta^'r di acciaio grezzo media annua di acciaio grezzo media annua Paesi 1980 1985 1980 19B5 1975 1980 1985 1975* 1980 1985 1975 1980 1D75 1980 EuropaOcc. (esclusaCee) 29,4 33,8 35.0 +2,8 + 0.7 36.2 34.5 35.0 — 1,0 + 0,3 Kuropa Est 192,7 209,2 220,0 + 1,7 + 1.0 194,7 210.4 220,0 + 1,5 + 0,9 Africa 7,8 10,7 13,0 + 1,6 + 4.0 13,4 15,9 18,0 + 3.5 + 2,5 Medio Oricnle 1,2 2,7 5,5 +17,9 +15,3 14,5 17,0 20,5 + 3,2 + 3,8 Clappone 102,3 111,4 110,0 + 1,7 — 0,3 64JJ 74,3 80,0 + 2,8 + 1,5 CinaeCoreadelNord 26,8 42,9 50,0 + 9,9 + 3.1 31.4 49,1 54,0 + 9,4 + 1,9 AltrlAsia 12.5 24,5 32,0 +14,5 + 5,5 21,4 37,8 46,0 +12,1 + 4,0 Usa 105.3 101,7 110,0 — 0.7 + 1,6 115.8 114,8 124,0 — 0,2 + 1,6 Canada 13.0 15.9 17,0 + 4,1 + 1,3 13.3 13.3 13,5 — + 0,3 America Latins 18.fi 28.8 34,5 + 9,1 + 3,7 29.6 36,6 37.0 + 4.3 + 0,2 Oceania 8,1 7,8 8,5 — 0.6 + 1,7 6,4 7,0 8,0 + 1,8 + 2,7 Cce 123.2 127,7 121,0 + 0.4 — 0.6 98,6 103,8 103,5 + 1,0 — 0,1 Totalc 643,0 716,1 759,5 + 2,2 + 1,2 640,1 714,5 759,5 + 2,0 + 1,2 (milionidi tonnellate>

Persone citate: Fera, Lenhard, Takeda, Vittorio Zucconi