Roma, Lama condanna l'antisemitismo Gli ebrei disertano la manifestazione di Liliana Madeo

Roma, Lama condanna l'antisemitismo Gli ebrei disertano la manifestazione Ieri giornata di lutto cittadino per l'attentato terroristico alla sinagoga Roma, Lama condanna l'antisemitismo Gli ebrei disertano la manifestazione Hanno fatto sapere di voler restare «chiusi nel dolore» - In mattinata si era svolta una riunione congiunta dei Consigli comunale, provinciale e regionale - Spadolini: il governo ha sempre denunciato gli atti di criminalità razzista ROMA — Delusione, amarezza e risentimento eia parte degli ebrei della comunità israelitica di Roma: imbarazzo, evasivlta e reciproche attribuzioni di responsabilità fra forze politiche e sindacali: la conclusione della Riornata di lutto per la ferita che l'agguato terroristico di sabato mattina ha inferto alla vita del ghetto e alla citta tutta, è slata amara e ha creato nuovi varchi alla lacerazione che quell'attentato ha aperto ira la comunità e le altre componenti sociali. Alle 18 e 45, Lama ha concluso il suo intervento dal palco di piazza Santi Apostoli, con uh invito a lavoratori ed ebrei per la costruzione della pace e della democrazia, e con un sottile invito all'autocritica perché ci si guardi «dal far entrare fra le nostre /ile sia pure inavvertitamente la pianta velenosa dell'antisemitismo*. Nella piazza ci sono alcune migliaia di lavoratori, mobilitati dalla Federazione unitaria. I cartelli, gli striscioni rossi fanno da quinte. Dalle 15 alle 17 si era svolto uno sciopero generale. La mobilitazione non è delle più massicce, e i partecipanti alla manifestazione si guardano intorno contandosi, con un po' di rammarico e di morta icazione. Mancano gli ebrei. Hanno fatto sapere che. «chiusi ve! dolore e nel lutto, tion ritengono di dover partecipare a manifestazioni di massa*. Ma hanno annunciato che invicranno un comunicato. Si sa che questo comunicato è stato frutto di non poche lacerazioni all'interno della comunità. La discussione sul testo definitivo si 6 protratta per tutta la notte. Le notizie del mattino davano per certo un secondo comunicato, firmato da un gruppo di ebrei dissenzienti. Ma a piazza Santi Apostoli non è stato letto nessun messaggio. Alle 17.15 un documento era stato recapitato a mano sul palco: in calce recava la iirma del «Consiglio della comunità israelitica di Roma*. I leaders sindacali scendono uno dietro l'altro da! palco. Cosi il sindaco Vetere e gli uomini della Provincia e della Regione Lazio. Vetere e Benvenuto dicono di non sapere nulla del comunicato, negano poi che sia arrivato. Un collaboratore del sindaco ammette poi: «Abbiamo deciso di non leggerlo per opportunità, per non sbattere in faccia ai lavoratori, che hanno perso ore di lavoro, certi discorsi*. Un altro del gruppo di presidenza ammette: «La decisione è stata presa sul palco. C'era anche Lama*. Il presidente della Provincia. Lovari. dice: «Certo, il documento c'era. Da alcune parti è stato ritenuto che conteneva elementi di turbativa per la piazza. La decisione di non leggerlo la considero sbagliata. Parole dure ci sono state dette anche in mattinata. Ma tacere non serve a nessuno*. Gli ebrei che hanno partecipato a titolo personale alla manifestazione premono per avere spiegazioni: sono indignati ed amareggiati. II testo del comunicato non letto è lungo appena una pagina. Vi si dice, fra l'altro, che «la comunità non ha omesso di lanciare precise accuse a quanti, direttamente o indirettamente, hanno contribuito in questi ultimi mesi ad alimentare precisi germi antisemiti. Per questo i cittadini ebrei chiedono clw vengano identificati ed enucleati coloro che nell'ambito della classe politica, del mondo cattolico, dei mezzi d'informazione e di alcune frange sindacali ne portino la responsabilità*. La giornata si era aperta con una riunione congiunta dei Consigli comunale, provinciale e regionale. Gli uomini politici hanno espresso dolore e condanna. A tutte le parole di sdegno e solidarietà replica il proi. Bruno Zevi. che parla a nome della comunità israelitica. La sua è una dura requisitoria. Dice: «Noi accusiamo il ministro dell'Interno e i dirigenti delle forze dell 'ordine (per non aver apprestato dispositivi difensivi nel ghetto e intorno alla sinagoga, mentre l'Italia manda l suoi bersaglieri in Libano per proteggere i palestinesi), il mondo cattolico (per il modo pomposo in cui ha ricevuto Arafat in Vaticano e per aver quasi ignorato che il massacro nei campi palestinesi è stato compiuto da cristiani, mentre all'esercito di Israele può essere ascritta, se provata, la sola colpa di corresponsabilità morale!, la classe politica e sindacale con ben poche eccezioni (per il comportamento tenuto durante la visita di Arafatl, la stampa e la radiotelevisione... La polemica aperta dagli ebrei della comunità ha provocato, nel tentativo di ricucire i rapporti con una componente tanto provata della collettività, numerose prese di posizione. Palazzo Chigi ha emesso una nota in cui si puntualizza che «le autorità responsabili della Repubblica hanno tempestivamente e fermamente denunciato sin dalle loro prime manifestazioni in altre capitali europee gli atti di criminalità razzista e la loro aberrante mostruosa infrazione*. Si aggiunge : «Il presidente Pertini ha condannato !a barbarie dell'antisemitismo e messo in guardia contro il pericolo che esso rappresenta per la nostra società democratica*. Liliana Madeo

Persone citate: Arafat, Bruno Zevi, Lama, Lovari, Pertini, Spadolini

Luoghi citati: Israele, Italia, Libano, Regione Lazio, Roma