La strage e l'ira

La strage e l'ira La strage e l'ira Bombe e raffiche di mitra contro gente che usciva da un tempio nel giorno di festa, la vita di un bambino, il sangue di tanti, e l'ira degli innocenti feriti che ricade su altri innocenti: un assalto sanguinario e cieco come questo alla Sinagoga di Roma non era accaduto in Italia neppure negli anni più bui, e nessun attentato antiebraico aveva mai mostrato tanta ferocia, ignoranza, razzismo. Ferocia nell'uccidere. Ignoranza nel confondere Israele e gli ebrei, uno Stato e una etnia, una politica e una religione; un governo e un popolo. Razzismo nel colpire, al di là anche di ogni atroce logica di guerriglia, una comunità in preghiera: in un'esplosione di antisemitismo che è fuori della nostra cultura, che ripugna alla nostra coscienza e umanità. In Italia non era mai successo: il dolore e lo sdegno sono cosi anche più profondi. Ma da tempo l'Europa è lacerata da episodi simili: due anni fa, d'ottobre, l'assalto con l'esplosivo nascosto in un furgone alla Sinagoga di Parigi, quattro morti, nove feriti; un anno fa, d'agosto, l'assalto alla Sinagoga di Vienna, compiuto esattamente come a Roma, bombe a mano e raffiche di mitra contro i fedeli che uscivano dal tempio, due morti, diciannove feriti; quest'anno d'agosto, a Parigi, l'assalto al ristorante Goldenberg, sei morti, ventidue feriti, e a settembre l'assalto contro la Sinagoga di Bruxelles, decine di feriti. La tecnica di morte e di massacro i sempre identica: sparare nel mucchio, uccidere chiunque sia ebreo, colpire dovunque si trovino radunati ebrei, e soprattutto nei luoghi della religione. Ogni volta i colpevoli sono rimasti impuniti, la loro identità è rimasta ipotetica: gruppi di terroristi irriducibili che rifiutano l'impostazione politica di Arafat; una frazione armata rivoluzionaria libanese, attiva in Francia ma chissà se davvero libanese; servizi segreti di Paesi interessati a impedire ogni soluzione pacifica del problema mediorientale. Ogni volta, si e ipotizzato che i colpevoli avessero appoggi o killer nei Paesi scelti per i loro esercizi di fero¬ cia. Ogni volta, l'Organizzazione per la liberazione della Palestina ha condanni! to gli attentati. Ogni volta l'orrore e il sangue hanno provocato, nel momento dello strazio e dell'ira, nuovi conflitti. A Parigi s'è gridato «Mitterrand traditore» al presidente francese presente al funerale delle vittime dell'antisemitismo. A Roma s'è g; idato contro il Papa, contro il presidente Pertini, contro i comunisti e i socialisti, contro Andreotti e Color' accusati d aver avuto colloqui con Yasser Arafat. Il dolore e lo t legno cercano bersagli noti, accessibili, riconoscibili: è umano. Ma l'orrore, la condanna uniscono tutti gli italiani, ebrei e non ebrei: e i soli colpevoli sono i colpevoli del sangue alla Sinagoga di Roma, di quella che Primo Levi ha definito «un'azione di pura criminalità'). Roma Un uomo in preda alla disperazione davanti alla Sinagoga subito dopo l'attentato (Tel.)

Persone citate: Andreotti, Arafat, Color, Goldenberg, Mitterrand, Pertini, Primo Levi, Yasser Arafat