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Per l'intesa Montedison-Enoxy probabile uno «slittamento» In difficoltà l'accordo che dovrebbe essere firmato il 27 ottobre Per l'intesa Montedison-Enoxy probabile uno «slittamento» Il nuovo partner avrebbe respinto l'impostazione data da Sebi in beni i al negoziato per la petrolchimica Nell'82 le perdite della società di Foro Bonaparte potrebbero arrivare a 600 miliardi contro i 450 previsti MILANO — L'accordo tra Momedison od Enoxy che ti ministro dello Partecipazioni Statali ha dichiarato sarà firmato entro il 27 ottobre è ancora in alto mare e non potrà sicuramente venir definito alla data stabilita. Lo afiermano loiui qualificate dell'industria chimica secondo le quali il vicepresidente della Enoxy chimica. Italo Trapasso, ita respinto in blocco l'impostazione data da Momedison al negozialo per la cessione della petrolchimica. La proposta di Mario Schimberni, presidente della società di Foro Bonaparte, consisteva nel tenere il propilene e i suoi derivati (principalmente il polipropilene) cedendo alla Enoxy l'etilene e i suoi derivati (polietilene a bassa e alta densità pvc). L'obiezione di Trapasso è stata che una simile struttura era troppo squilibrata e squilibrante per l'Enoxy e che quindi occorreva ricominciare la trattativa su nuove basi. Secondo le slesse fonti mentre per la Montcdison la vendita dei propri impianti è di vitale importanza per riuscire a fronteggiare una gravissima crisi finanziaria e di mercato. l'Enoxy non avrebbe invece alcuna fretta di concludere dal momento che gli investimenti nel carbone sono stati largamente spiazzati dal prolungato ribasso del prezzo del petrolio che sta mettendo in difficoltà anche le gigantesche acquisizioni energetiche dei colossi internazionali come la Dupont (che si è integrata con il petrolio della Conoco). La necessità per Montcdison di incassare comunque capitali freschi e collegata sia alle perdile di quest'anno che potrebbero risultare nell'ordine di almeno 600 miliardi (contro i 400-450 miliardi ulficialmente slimati) sia al livello di indebitamento del gruppo che viaggia ancora nell'ordine dei 5000 miliardi su cui gravana 1000 miliardi di oneri finanziari. L'aumento di capitale della società collocato alla fine dell'anno scorso è stato già assorbito dalle perdile precedenti. Nel triennio della gestione Schimberni 1979-81 il gruppo chimico milanese ha registrato 1 peggiori risultali della sua storia. In baso ai dati ufficiali comunicali dalla società infatti si è passati da un utile di 17 milioni di dollari del 1979, nonostante 92 milioni di dollari di proventi straordinari, ad una perdita di 394 milioni di dollari nel 1980 e di 545 milioni di dollari nel 1981. nonostante proventi .straordinari rispettivamente di 171 e 153 milioni di dollari. Lo perdilo In lire del 1981. inoltre, aumentano di oltre il 30 por conto tenendo conto che il cambio con il dollaro e passalo nel periodo dalle 850 lire alle 1200-1300 lire circa. Secondo le fonti del mercato chimico gli ultimi tre mesi di quest'anno .saranno terribili., per l'acutizzarsi della caduta del prezzi che dall'aprile 1980 hanno cominciato inesorabilmente a calare partendo da livelli già notevolmente depressi. In pratica oggi, sostengono sempre le stesse fonti, tutte le principali divisioni del gruppo sono in perdita, dai fertilizzanti alle materie plastiche c alle fibre anche se per queste ultime la situazione è nettamente migliorata rispetto ai disastrosi risultati della seconda metà degli Anni Setlauta. Per lar fronte alla crisi la Montcdison starebbe studiando la possibilità di vendere i propri pozzi di petrolio e di metano che rappresentano un considerevole attivo valutato dalla società attorno ai 750 miliardi ma stimalo dal mercato non più di 500-600 miliardi e gravalo comunque da almeno 300 miliardi di i|X>teclie. collegate al prestito Mediobanca di 175 miliardi indicizzato secondo un coefficiente pari a circa 2,5. Marco Borsa Mario Schiinberiii