Scomparso (già ucciso?) il boss catanese accusato dell'assassinio di Daila Chiesa di Guido Rampoldi

Scomparso (già ucciso?) il boss catanese accusato dell'assassinio di Daila Chiesa Oggi a Palermo una manifestazione di studenti e associazioni politiche contro la mafia ? Scomparso (già ucciso?) il boss catanese accusato dell'assassinio di Daila Chiesa Ai tre sicari di «Nitto» Santapaola, arrestati presso Siracusa, forse una comunicazione giudiziaria per l'uccisione del cenerate - II giorno prima dell'agguato i killer provarono il Kalashnikov contro la vetrina di una gioielleria DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PALERMO — Accertamenti patrimoniali sul «clan» catanese di Benedetto Santapaola, ricercato per l'omicidio di Dalla Chiesa. Li ha disposti la Procura di Palermo per decifrare l'intreccio della cosca con 11 potere locale. Da quelle indagini, forse, si preciserà anche l'ambito nel quale è stato deciso l'assassinio del i so. | super-prefetto. Al delitto, stiene la polizia, hanno partecipato anche 1 tre mafiosi arrestati mercoledì nella campagna di Siracusa: Nunzio Salafla, Salvatore Genovese e Antonino Ragona. I tre baffuti pistoleri al soldo dei Santapaola dovrebbero ricevere da un momento all'altro una comunicazione giudiziaria. Nessuna traccia del loro capocosca. «Nitto» Santapaola sembra scomparso nel nulla, e già ci si chiede se sìa ancora vivo. «Se ha agito su commissione — azzarda Rino Nicolosi, assessore regionale all'Industria — allora il livello strategico dell'operazione è cosi alto che Santapaola non potrà essere lasciato vivo». Malgrado 1 dubbi e il mistero che ancora avvolge l'agguato di Palermo, 1 risultati ottenuti dagli inquirenti in questi giorni sembrano riaccendere la speranza nella società civile. Un gruppo di donne, tra le quali alcune vedove della mafia (le mogli dei magistrati Costa e Terranova, dell'agente Mancuso. del colonnello Russo) annunciano un documento-appello perché la Sicilia non sia lasciala alla mafia. E oggi, organizzata dai gruppi giovanili di partiti e associazioni politiche, ci sarà una manifestazione contro la mafia cui parteciperà anche l'alto commissario Emanuele De Francesco: leggerà una lettera di Pei tini agli studenti palermitani. Una manifestazione contro la mafia è sempre un evento, nella Palermo dei 115 morti da lupara in nove mesi. Raccontano che tempo fa, nel popoloso quartiere di Brancaccio, un uomo venne ucciso nella piazza principale: quando la polizia arrivò, tutti i negozi avevano le saracinesche abbassate. 11 traffico si era interrotto, per strada non c'era un'anima. Di vicende del genere circola una copiosa aneddotica, che le cronache rimpinguano giorno dopo giorno. Una vedova terrorizzata, un armiere di qualità, un guardiano in odor di mafia: ecco tre storie di Ieri, utili a capire. La vedova — Giovedì mattina, nell'aula della Corte d'Assise di Palermo, dove si cele-' bra a porte chiuse il processo per l'omicidio di Matteo Biondo, sparito nel nulla due anni fa. depone la vedova. Luisa Prestlgiacomo. Subito dopo la scomparsa del marito dichiarò a un maresciallo di polizia che Biondo era stato soppresso da un «clan» di contrabbandieri del quartiere della Vucciria. Qualche mese più tardi il maresciallo venne eliminato. La vedova ripetè le accuse al giudice istruttore. Ora deve solo confermare quelle dichiarazioni e gli assassini di suo marito finiranno all'ergastolo. Luisa Prestigiacomo si slede di fronte alla corte, stringe tra le mani una foto dell'ucciso e tutto d'un fiato racconta che, no. quelle cose lei non le ha mai dette. Se l'è inventate 11 magistrato. p I giudici insistono, è chiaro che la donna ritratta per paura. Ma lei non si smuove. E quando il presidente della corte l'incrimina per calunnia e ordina di condurla in prigione, mormora: «Grazie, grazie». In galera, almeno, sarà al sicuro. L'armiere — Dagli esami balistici la polizia ha concluso elle 11 «Kalashnikov» dei San- tapaola è stato modificato con tecnica di alta qualità. Un «superbo artigiano», per citare la definizione di un magistrato, ha dotato 11 mitra di maggiore potenza e volume di fuoco. La stessa mano ha elaborato le micidiali pallottole esplodenti. Per non lasciare nulla al caso la sera prima di assassinare Dalla Chiesa i sicari vollero provare l'arma. In pieno centro di Palermo! esplosero una raffica contro ! la vetrina antiproiettile di una gioielleria: andò in pezzi. Pochi, in tutta la Sicilia, sono in grado di lavorare un'arma a quei livelli. Soprattutto uno, dice la polizia: Guglielmo Ponari. catanese. Pare sia in grado di elaborare copie perfette del mitra «M.12», modernissimo. Le cronache locali gli attribuiscono anche la fabbricazione per puro divertimento di penne stilografiche capaci di sparare proiettili calibro 7.65. piccoli gioielli di tecnica balistica. La morte: il suo mestiere. 11 suo «hobby». l'I guardiano — Procopio Iacovelll. costruttore di Caltanissetta. è la prima vittima di quella norma della nuova legge antimafia che vieta di assumere come guardiano di cantieri chi non è una guardia giurata. Denunciato ieri, rischia fino a tre anni. Con le disposizioni sulla guardiania. 11 Parlamento ha cercato d'impedire quanto avviene un po' dovunque in Sicilia. Assumendo come sorvegliante il mafioso della cosca locale. l'Imprenditore si mette al riparo da sicuri guai. Il rapporto tra costruttore e malia può fermarsi a quel punto, cosi come può diventare organico e trasformarsi In sodalizio. Non è un caso se l'edilizia è uno di quei settori nei quali la malia reinveste i capitali acquisiti illegalmente^ Guido Rampoldi

Luoghi citati: Caltanissetta, Palermo, Sicilia, Siracusa