Cossutta: la mia opposizione anche contro la politica del pci di Ezio Mauro

Cossutta: la mia opposizione anche contro la politica del pci Il leader filosovietico allarga il fronte del dissenso Cossutta: la mia opposizione anche contro la politica del pci Al comitato centrale annunciata una battaglia aperta contro Berlinguer al prossimo congresso - Critiche ai «cedimenti» del sindacato sul costo del lavoro - Un tentativo per rompere l'alleanza del segretario con Napolitano e Ingrao - Replica di Chiaromonte ROMA — Armando Cossutta non ci sta. Il giorno dopo la relazione di Enrico Berlinguer, davanti al Comitato centrale che deve preparare il congresso. Cossutta ha confermato l'intenzione di dare battaglia sul «nodo» politico e ideologico dei rapporti con Mosca. Ma la battaglia non sarà solo su questo: con una mossa a sorpresa. Cossutta intatti ha allargato il Ironie del suo dissenso, criticando apertamente la linea del partito (e anche del sindacato) sul costo del lavoro, e attaccando Berlinguer sul tema delicato dei rapporti con il psi e soprattutto con la de. ■ Un discorso duro, che ha più dì un parallelo con le attuali posizioni del pcf di Marchais sulla nuova politica economica francese, e che lancia tre messaggi inquietanti al pei che va al congresso: la grande intesa tra Berlinguer. Napolitano e Ingrao — fa capire Cossutta — è fragile perche nasconde ioni divergenze di fondo, che devono venire alla luce: il lilosovictismo non intende lasciarsi isolare, ma cerca collegamenti in altri settori critici del partito; l'opposizione esiste, prepara una vera e propria piattaforma politica, e vuole arrivare alla •conta già in campagna congressuale. Io sono l'ultimo vero comunista, sembra dire Cossutta quando attacca i cedimenti del sindacato: meglio un partito più piccolo ma con una chiara identità tradizionale, che un partito in crescita ma senz'anima. Difensore e interprete della vecchia anima comunista. Cossutta ha probabilmente spiazzato il gruppo dirigente del partito giocando a sorpresa una carta di grande abilità tattica, trasformandosi da leader del filosovietismo a leader dell'opposizione. Intuito che l'asse Berlinguer-Napolitanc-Ingrao poteva schiacciare in un angolo il fi•fosovietismò puro e semplice, ha cercato di introdurre più d'i un cuneo dentro questa nuova intesa di maggioranza, e di raccogliere, nello stesso tempo, la bandiera della minoranza, all'insegna dell'operaismo, della dura alternativa, della rottura definitiva con la de. La cornice di questa opposizione resta sempre la politica internazionale, un tema sul quale la battaglia è solo rinviata: ,-Ancora oggi il mio parere sulle questioni intemazionali è diverso rispetto a certe formulazioni di Berlinguer— ha detto con chiarezza Cossutta — sulle quali, a seconda di come si esprimerà il documento congressuale, mi riservo di ribadire o meno un dissenso esplicito. Ma oggi non è solo su questo punto che l'unità del pei ■ appare, se non proprio miI nacciata. certo indebolita e in ! gualche misura svilita". Ci soI no «altri fondamentali punti j di linea politica» sui quali ì emergono nel pei e «nei suoi | stessi gruppi dirigenti» delle I «differenze», a volle vere e i pròprie . divergerne» o coì munque «sistematiche discre| pansé», causa di «grave diso! rtentamento». Nel pei esiste ' cioè per Cossutta «una molte] plicità di tendenze che raramente si affrontano in modo aperto e più spesso anzi si sottraggono a un dibattito franco e ad una verifica democratica Gli esempi di Cossutta sono due. Il primo riguarda la crisi economica, un tema su cui si deve, a suo giudizio, «giudica- re criticamente (operando per rivederla) buona parte della posizione dei sindacati clic hanno di fatto accettato di discutere il costo del lai>oro, mentre esso è fuori discussione. Discuterne, ancora — ribadisce Cossutta — e pura azione antioperaia e antisindacale». Ma divergenze — avverte Cossutta — esistono anche sui rapporti politici, con il psi e con la de. « La vicenda di certe giunte comunali, come quelle che hanno portato ad accordi di governo tra pei e de — e solo tra pei ede — in alcuni Comuni della Calabria hanno aperto dissensi rilevanti e giustificati nelle nostre file, in molle parti del Paese». Tutto questo dimostra che i conti-asti esistono, dice Cossutta. E le divergenze devono essere « portate alla luce, con un dibattito aperto, non diploma Uzzato», senza «campagne di chiarificazione», ma verificando anzi che cosa ciascuna di queste tendenze rappresenta nel partito. Di qui la richiesta di un congresso che non sia propagandistico o impacciato per la vicinanza con il voto anticipato, la necessità di rendere pubblici gli emendamenti al documento politico congressuale, anche se respinti, l'invito ad eleggere i delegati sulla base del voto limitato, per garantire le minoranze. E, infine, un ammonimento a non privilegiare i quadri sugli iscritti di base: .Sarebbe bene che i delegati di sezione venissero scelti tra gli iscritti della sezione mede sima». E' la richiesta, in sostanza, degli strumenti necessari ad una minoranza per organizzarsi, scontrarsi, contarsi. Vedremo cosa risponderà Berlinguer. Da Pietro Ingrao, ieri, è intanto venuta una precisazione sull'alternativa democratica che deve ossero «alternatiim al sistema democristiano e quindi alla de, per spingere a una crisi di fondo la sua egemonia e la sua politica. Oggi un governo e una maggioranza che comprenda il pei esclude la de e viceversa». Anche per questo. Ingrao rivela di avere obiezioiii da muovere — a differenza di Berlinguer — alla proposta di un «governo diverso», «clic ha finito per lasciare in ombra i nodi dello scontro economico, fonte della crisi della coalizione». Una prima risposta a Cossutta è venuta da Gerardo Chiaromonte: «Abbiamo rea gito con successo alla campa gna che tende ad addebitare al costo del lavoro la respon sabilità dell'inflazione, e non abbiamo esitato ad assumere talvolta posizioni critiche verso i sindacati e ivrso la Cgil anche se la divisione, tra un partito come il nostro e il movimento sindacale è e resta un fatto grave. «Tuttavia non si può dire die il problema del costo del lavoro non esiste per nulla. Se c'è chi pensa che abbiamo avuto dei cedimenti, deve dirlo chiaramente. Ma non è giusto far intendere che questo sia avvenuto, senza dimo¬ strarlo». Ezio Mauro

Luoghi citati: Calabria, Chiaromonte, Mosca, Roma