Napoli paladina del Sud

Napoli paladina del Sud DOPO IL PREMIO ASSEGNATO A WILLY BRANDT Napoli paladina del Sud Parte viva dell'Europa, ma vicina al Terzo Mondo, si è fatta mediatrice fra le opposte culture DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NAPOLI — A Castel dcll'Ovo, con i. suoi misteri e le sue storie della Regina Giovanna, per due giorni si sono incontrati Nord e Sud del mondo. Un convegno che avrebbe potuto avere come sottotitolo: «0 riusciamo a salvarci tutti insieme o siamo destinati lutti insieme a perire». Perché proprio Napoli, che ha problemi cosi gravi e assillanti, patrocina un convegno su un tema mondiale cosi impegnativo? Risponde Antonio Ghirelli: «Perché Napoli è una città a due facce, per la sua immensa potenzialità culturale rappresenta l'Europa. La storia, la cultura, l'arie ci autorizzano, a sentirci parte viva, essenziale della civiltà europea Ma per la. sua posizione geografica e per la condizione economica e sociale, Napoli è vicina al Terzo Mondo. Per ciò può essere il punto d'incontro Ira un Nord, la cui crisi comincia ad essere pesante, e un Sud, che nonostante la riscossa anticolonialistica e antimperialistica, non riesce a risolvere i suoi problemi». Ghirelli è da due anni presidente della Fondazione Premio Napoli, istituita nel 19S4 e che svolge la sua attività in due sezioni: narrativa e saggistica. Fino allo scorso anno la saggistica ha premiato gli studi sui problemi del Mezzogiorno d'Italia (nelle più recenti edizioni il riconoscimento e andato a Manlio Rossi Dona, a Pasquale Saraceno e a Francesco Compagna). Quest'anno si è voluto allargare la prospettiva dell'iniziativa, patrocinando un premio (S milioni) e un convegno sui problemi del rapporto Nord-Sud del mondo, perché, dice Ghirelli. «siamo convinti che il problema Nord-Sud dell'Italia è il ri/lesso del problema Nord-Sud mondiale» Aggiunge che «il ruolo del Pre mio Napoli vuole essere quello di valorizzare lo straordinario patrimonio di risorse umane, di talenti intellettuali impegnali nella ricerca di nuove prospettive, nuovi orizzonti per combattere e superare la stretta del sottosviluppo che attanaglia il Sud d'Italia come il Terzo Mondo». Vincitore di questa prima d edizione del Premio é Willy Brandt, che nel suo <.Rapporto Nord-Sud, un programma per sopravvivereha scritto: «£' nostra ambizione di riuscire a dar modo alla gente comune di capire con maggiore chiarezza che la sua attività e la sua esistenza sono indissolubilmente legate a quelle di una comunità posta all'altro capo del mondo». Scrive Brandt nel suo lavoro che riplasmare i rapporti fra Nord e Sud nel mondo è «un imperativo di importanza cruciale per il futuro dell'umanità, di entità uguale alla necessità dì contrapporsi alla corsa agli armamenti». E' questa la massima sfida che l'umanità debba affrontare entro la fine del secolo, si è detto al convegno, e vincerla rappresenta la soia alternativa possibile alla catastrofe economica della terza guerra mondiale, poiché se é vero che «le guerre producono carestie», non è nien vero che «la povertà di massa può condurre alla guerra o sjociare nel caos». In apertura del convegno è stato presentato il «Rapporto') di Pasquale Saraceno, secondo il quale nel prossimo decennio, per l'Italia, dovrebbero crearsi oltre un milione e mezzo di posti di lavoro nel Mezzogiorno per ottenere nell'area tassi di occupazione non dissimili da quelli attualmente riscontrabili nel Centro-Nord. Una presisione che rischia di essere un'utopia, considerato l'effetto della politica amiinflazioni stica. ' a l Numerosi gli interventi, i più importanti quelli di Giorgio Ruffolo, parlamentare europeo del psi, e dello studioso egiziano Samir Amin. Ruffolo è sostenitore di un organismo per lo sviluppo dell'Europa mediterranea destinata ad assicurare, alle regioni che ne facciano richiesta, assistenza tecnica, manageriale, promozionale, nella elaborazione e rea-' lizzazione di progetti di sviluppo. Un organismo concepito non come un ennesimo «sportello'» finanziario, ma come un pool di esperienze e tecnologie rispondenti alle specifiche esigenze del Sud e del Terzo Mondo. L'egiziano Amin ritiene che l'intervento a favore del Sud e del Terzo Mondo finora è fallito perché i Paesi ricchi hanno imposto il loro modello. «Ogni Paese, ogni area depressa, invece, deve essere aiutata, questo s), ma a! contempo lasciala libera di autogestire la propria crescita e il proprio sviluppo senza paternalismi economici o politici». Molte proposte, al convegno, molte indicazioni e denunce. Molti i dati e le cifre. La più impressionante è questa: un miliardo e duecento milioni di individui, schiacciati fra l'altro anche sotto il peso delle avverse condizioni climatiche, sono la popolazione di Paesi definiti «drammatica mente poveri», dove la sopravvivenza è il vero pioblema. Luciano Curino Willy Brandi visto da Levine (Copyright N.Y. Revicw of Boote. Opera Mundi e per l'Italia -La Stampa-)