Sono decimate le file dei Mar
Sono decimate le file dei Mar Positivo bilancio dell'operazione contro i terroristi neri in tutta Italia Sono decimate le file dei Mar Pesanti accuse: omicidi, rapine, attentati -1 legali di Raffaello Lombardi, figlio del sottosegretario alla Giustizia: «La posizione del giovane si va chiarendo» DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Adesso, la pattuglia dei killers neri, dei «Nar». si è ulteriormente assottigliata. La vasta retata compiuta nei giorni scorsi in numerose città d'Italia (Roma, Milano, Torino, Rovigo, Padova, Napoli, Perugia e Catania) ha messo praticamente in ginocchio — secondo gli esperti dell'antiterrorismo — la struttura dei «Nuclei armati rivoluzionari», privandoli oltre che di alcuni capi (come erano ritenuti Roberto Frigato e Mauro Ansaldi) degli indispensabili appoggi di gregari, reclute, fiancheggiatori e insospettabili, di rifugi sicuri e di molte armi. Tuttavia, nonostante il duro colpo inferto ai «Nar» (gli arrestati sono oltre una trentina e circa 40 i mandati di cattura), i latitanti più ricercati sono ancora una volta riusciti a fuggire, sia, pure — secondo gli investigatori — per un soffio, fortunosamente. Cosi Gilberto Cavallini, Stefano Soderinl e Pasquale Belsito — da anni considerati i capi del terrorismo nero — sono ancora in libertà, pronti a ricucire le file del sanguinario gruppo eversivo. In carcere sono finiti nomi noti, perché in passato al centro di vecchie indagini sul terrorismo nero (come Massimo Carminati, Alessandro Scaletti, Maurizio Mancini, inquisiti più volte per attentati) o per altri motivi (come Raffaello Lombardi, figlio del senatore de Raffaello Domenico, sottosegretario alla Giustizia, e Alberto Maggiora, discendente diretto del fondatore dell'omonima azienda dolciaria di Torino), o di parenti di altri terroristi (come Massimo Procoplo e Francesco Nlstri). In serata, gli avvocati che difendono Raffaello Lombardi Junior hanno diffuso un comunicato, tramite la segre¬ teria del senatore Lombardi, in cui si precisa che «la posizione del giovane si sarebbe andata chiarendo in modo da escludere una sua qualsiasi partecipazione ad ipotesi di banda annata e di associaztone sovversiva». Raffaello Lombardi era stato interrogato martedì sera, alla presenza dei suoi legali, nel carcere di Rebibbia dove è detenuto, ma sull'esito dell'interrogatorio nulla si è appreso, a parte la breve dichiarazione data dagli avvocati stessi. Accanto a loro, pochi estremisti che sono riusciti a rendersi irreperibili prima di essere catturati in questi giorni, e i cui nomi sono ora entrati nei bollettini di ricerca. Sopra di loro, a coordinare oltre che le azioni anche la latitanza, il piccolo, sparuto gruppo rimasto di capi, e In primo luogo i tre «superricercati» Cavallini, Soderini e Belsito. Tutte le persone arrestate sono state accusate di delitti compiuti dai Nar e da altre formazioni eversive di destra negli ultimi cinque anni a Roma e in altre città d'Italia. Tra le azioni più sanguino|se dei terroristi «neri» ci sono gli omicidi del giudice Mario Amato, dei due carabinieri vicino a Padova, del capitano della polizia romana Straullu e del suo autista, degli agenti Rapesta, Galluzzo e Capobianco e dell'appuntato del carabinieri Radici. Gli attentati sono quelli contro il Campidoglio, la Provincia e il carcere di Regina Coeli. I neofascisti, durante tutil questi anni, hanno compiuto decine di rapine in istituti di credito per autoflnanziarsi. Hanno assaltato numerose armerie (durante uno di questi «espropri» rimase ucciso uno degli assalitori), ma poi una parte delle armi trafugate furono recuperate in covi scoperti a Roma e in altre località. Hanno disarmato dei mitra e delle pistole finanzieri, marinai, poliziotti e carabinieri. Hanno compiuto agguati e vendette mortali, tra le quali quelle contro il tipografo del «Messaggero» Maurizio Di Leo (scambiato per un giornalista), l'impiegato Antonio Leandri (gli esecutori, che dovevano uccidere un avvocato, furono arrestati dalla polizia), i «camerati» Luca Perucci e Franco Plzzarri, considerati «spie».
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