I giganti Usa in ginocchio investono su altri settori

I giganti Usa in ginocchio investono su altri settori Le grandi acciaierie lavorano al 43% delle capacità I giganti Usa in ginocchio investono su altri settori Dal '62 a oggi nell'acciaio sono già saltati 100 mila posti di lavoro DALLA REDAZIONE DI NEW YORK NEW YORK — Se C'è un'industria negli Stati Uniti che sta peggio di quella dell'auto, é l'industria degli acciai. Le statistiche parlano chiaro: le otto più grandi acciaierie americane operano appena al 43 per cento della loro capacità, e si prevede che quest'anno le vendite ammonteranno a soli 70 milioni di dollari, il 37 per cento del primato di 11 milioni di tonnellate stabilito nel '73. I giganti del settore hanno chiuso quasi tutti il primo semestre dell'82 coi bilanci in rosso, la Bethleem Steel Corporation denunciando un passivo di 114 milioni di dollari, e la Republic Streel Corporation uno di .120 milioni. Ha fatto eccezione la U. S. Steel Corporation. Il carattere e la gravità della crisi son riassunti meglio di ogni altro da questo dato: dal 62 a oggi, a causa delle importazioni e della concorrenza delle acciaierie minori, i giganti sono scesl dal controllo del 93 per cento del mercato a quello del 64 per cento soltanto. Ciò significa che 1 malanni sono strutturali e non verranno facilmente superati. La diagnosi è confermata dalle prolezioni per gli anni Ottanta. La produzione salirà appena dell'1.1 per cento annuo, e con l'automazione dovrà essere licenziata un'altra parte della monodopera (l'industria ha già liberato circa 100 mila operai nell'ultimo triennio, in modo analogo a quanto successo per l'auto).. Gli investimenti diminuiranno: in realtà, la tendenza del settore è di diversificarsi, se possibile entrando addirittura nel campo più concorrenziale, quello petrolifero. Come Detroit, nel tentativo di ottenere un aiuto finanziario, gli industriali dell'acciaio si sono rivolti al governo, inutilmente. Assertore del libero mercato, il presidente Reagan ha rifiutato pubblici interventi. Lo sforzo successivo si è diretto alla riduzione dei eosti. Di qui lì braccio di ferro con i sindacati per sostanziose concessioni salariali da parte degli operai. Le imprese chiedono il congelamento della Cola o Coast of Living Allowance. l'equivalente della scala mobile. Vogliono inoltre una moratoria negli aumenti. Tutto ciò spiega perché l'in dustria americana degli acciai si batta con tanto accani mento per la riduzione delle iomportazioni dalla Cee. Vuole che la fetta del mercato da esse occupata si riduca non al 5.7 per cento come proposto da Bruxelles, ma al 4.3 per cento (contro l'odierno 6.5 per cento).

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