Anche i privati sono in allarme

Anche i privati sono in allarme Anche i privati sono in allarme MILANO — Per dipingere la crisi della siderurgia ormai si usano i toni della catastrofe. Il crack è gigantesco: se la Finsider sospende 17 mila operai, la cassa Integrazione nell'industria privata ha raggiunto ormai quote record: 7 yntlioni di ore nel primo semestre '82, il doppio di quanto si è registrato in tutto 181. «E' una situazione terribile — dicono all'Assider. l'associazione che raggruppa una grossa fetta delle aziende italiane — che ci costringerà nei prossimi giorni a chiedere al ministro Di Glesl di prorogare lo stato di crisi anche per l'ultimo trimestre dell'anno». A cedere, dopo gli ultimi "tagli" produttivi, è un po' tutto il fronte dell'acciaio. Le ore di cassa integrazione — aggiun- gono all'Assider — dicono an cora poco, se non si dice anche che. da qui all'85. rischiano di saltare oltre 10 mila posti di lavoro nel settore primario, che oggi ne occupa 98 mila, e che abbiamo ormai aziende con il carnet ordini cosi ridotto da non poter lavorare più di una settimana al mese». L'orizzonte dell'acciaio (italiano e mondiale) non è mai stato così nero. Lo melano i segnali che, quotidianamente, giungono sui tavoli dcìl'Assider anche da parte di gruppi che. fino a poco tempo fa, sembravano navigare col vento in poppa. La Falck, ad esempio, che da gennaio sta ricorrendo alla «cassa integrazione» in modo massiccio (con «punte» fino a 2500 dipendenti) dopo i robusti tagli già effettuati, con la chiusura di sette laminatoi,prevede ora di fermare l'ultimo bluming c successivamente di ristrutturare tutta l'area di Sesto San Giovanni, dove sono concentrati ì suoi stabilimenti storici, con l'obiettivo di ridurre, entro V85, la produzióne di 500 mila tonnellate l'anno. Giorni pesanti stanno vivendo anche i bresciani, i «re» del tondino e del forno elettrico. Da quando la Cee ha chiesto di ridurre del 40% la produzione di iwrgella. del 47% quella del tondino e del 38% quella di laminati, i tre prodotti bresciani per eccellenza, i contraccolpi si fanno critici: la cassa integrazione dilaga; nomi un tempo prestigiosi portano i libri in tribunale per chiudere gli impianti o metterli in amministrazione controllata; per fine anno non sono pochi coloro che prevedono • tagli» che possono arrivare fino al 40-50%. Una rero e propria decimazione, dovuta ad almeno tre motivi: «tagli Cee», il costo del denaro e t co- dell'energia. Quello dei costi dell'energia. anzi, sta diventando uno dei punti di forza delle richieste che. sempre più frequentemente, i produttori privati dell'acciaio presentano ai vertici dello Stato. In Italia, infatti, le industrie italiane pagano il doppio (quando non addirittura il triplo) rispetto ai concorrenti europei. Per le miniacciaierie del forno elettrico (che ha fatto la fortuna dei bresciani) questo significa finire inevitabilmente fuori mercato. Per non essere travolte molte acciaierie, d'accordo con i sindacati, sono riuscite ad aggirare l'ostacolo, lavorando a tempo pieno (cioè 24 ore su 24) soltanto il sabato e la domenica, mentre per il resto della settimana i forni funzionano soltanto di notte. ..Ma — affermano gli industriali — è soltanto un escamotage, nulla di più. per sopravvivere in una crisi ormai strutturale ». In questo quadro le previsioni sono cupe. «Tanto più — aggiungono all'Assider — che manca qualsiasi sostegno agli investimenti programmati e già in fase di realizzazione». Cesare Roccati

Persone citate: Cesare Roccati

Luoghi citati: Italia, Milano, Sesto San Giovanni