Brividi per il destino della Polonia nel Diario di Nono quasi sussurrato di Massimo Mila

Brividi per il destino della Polonia nel Diario di Nono quasi sussurrato BIENNALE MUSICA; la nuova opera alla Scuola di S. Rocco con grande successo Brividi per il destino della Polonia nel Diario di Nono quasi sussurrato DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENEZIA — La concentrazione dei programmi giornalieri di questa Biennale «Numero e Suono., è cosi fitta che supera ogni capacità umana di stoccaggio mentale. E poi. quand'anche ci fosse un J. S. Bach a fare l'inviato speciale, capace d'intendere e di memorizzare tutto, resterebbe sempre 11 problema dello spazio in un giornale che non è una pubblicazione specialistica. Perciò chiediamo scusa agli autori e agli esecutori di dodici delle tredici opere eseguite nello scorso fine settimana, per concentrarci solo sull'attesissima novità di Luigi Nono: Quando stanno morendo. Diario Polacco 2°. E si che almeno su quella poderosa monade sinfonica che è 11 Trans di Stockhausen e sui millimetrici canoni del Quintetto di Aldo Clementi varrebbe la pena di soffermarsi a lungo. Il lavoro di Nono è dedicato -agli amici e compagni polacchi che nell'esilio, nella clandestinità, in prigione, sul lavoro "resistono", sperano anche se disperati, credono anche se increduli:^. Gli era stato commissionato un anno fa dalla direzione dell'Autunno Musicale di Varsavia, che quest'anno non si è tenuto, e degli organizzatori non si sa più nulla. Nono aveva già scritto un Diario polacco '58 (altro titolo: Composizione N. 2). eseguito a Darmstadt 112 settembre 1959. e poi frequentemente ripetuto anche in Italia. Ci voleva del coraggio, allora, per un uomo di sinistra, a prender nota dei germi di ribellione che cominciavano a fermentare in quell'infelicissimo paese. Oggi invece non ci vuole nessun coraggio a tifare per Solidarnosc. Ci si trova In larghissima compagnia, e non sempre buona. Anzi, spesso c'è da tapparsi il naso. Ma le scelte politiche di Nono, dettate più da innata generosità che da freddo calcolo Ideologico, entrano nella sua musica soltanto come un terminus a quo. legna da ardere per produrre il fuoco dell'Invenzione musicale, che è l'unica cosa che conta, secondo quanto s'era già dovuto ricordare alcuni anni or sono a qualche politologo scioccato dalle prese di posizione dell'o¬ pera Al gran sole carico d'amore. Il Diario Polacco 2* è scritto per quattro voci femminili, flauto, violoncello e live electronics, cioè il corredo elettroacustico apprestato da quello Studio Sperimentale della Radio sud-occidentale di Friburgo in Brisgovia. di cui Nono è ormai diventato cliente fisso per le sue realizzazioni di tecnica mista, esecuzione dal vivo e rifrazione o integrazione su nastro. Il lavoro si pone su quella stessa linea di lirismo assoluto apparsa l'anno scorso in Io, frammento dall'opera Prometeo a cui il compositore sta lavorando con la collaborazione letteraria di Massimo Cacciari. Le voci femminili (tre soprani altissimi, e un mezzosoprano quasi staccato, a parte) si sovrappongono, si associano e si dissociano vibrando come in un gioco prolungato di bianco su bianco. Sette testi di poeti dell'Europa orientale (Czeslaw Milosz. Endre Ady, Blok, Chlebnikov. Pasternak) forniscono piuttosto gli spunti dell'espressione che non il telalo formale e la suddivisione in episodi, anche se spesso 11 lirico canto spiegato ceda il posto a un sussurro di coro parlato, drammaticamente mescolato all'insorgere dell'esecuzione strumentale e soprattutto all'Intervento talvolta soverchiante dell'elettronica. Ma non si pensi a nulla di tribunizio. Nono — sembra incredibile! — si avvicina al sessantanni, e ha Imparato che le verità sibilate a voce bassa sferzano e bruciano più che le proclamazioni tonanti. Tutto 11 Diario polacco 2° sta sotto il segno della misura. Lo scatenamento della tempesta. che in Composizione N. 2 mobilitava l'arsenale d'un enorme reparto di percussione, qui, dopo qualche secca esplosione elettronica, è affidato quasi interamente al crescendo di un violoncello: uno. e per di più suonato (per altro, bene) da una donna! Eppure fa venire la pelle d'oca e mette addosso una certa voglia di scendere in strada e di menar le mani. Il flauto, basso, è spesso limitato a puri soffi senza suono, ed anzi, l'ottimo Fabbriciani deve talvolta a lungo soffiare direttamente nel microfono per collaborare a quel corredo di inquietanti suonirumori che sfrigolano e sussurrano sotto e intorno alla sfera cristallina del concento formato dalle voci. Voci che erano quelle di Ingrld Ade. Monica Bair-Ivenz. Halina Nieckarz soprani, c Bernadette Manca di Nissa mezzosoprano. Violoncellista Marie-France TJitti. Concertatore musicale, ossia direttore dell'esecuzione. Roberto Cecconl. Tecnico del suono Alvise Vldolin. mentre Hans Peter Haller. Rudolf Strauss e Bernd Noli erano 1 tecnici del Sudwestfunk che avevano collaborato alla regia e coordinazione del suono in fase compositiva. Tutti sono stati intensamente applauditi, insieme con l'autore, dal foltissimo pubblico che gremiva la splendida e vasta sala dei Tintoretto nella Scuola di S. Rocco. Già. perché la novità di questa Biennale «Numero e Suono» è che ogni concerto, ogni conferenza, lezione, dimostrazione tecnica o altro, raduna folle oceaniche, da Settembre Musica. Sabato scorso, in un concerto pomeridiano dell'Ensemble Intercontemporatn. 11 direttore Peter Eotvbs eseguiva, prima di un Interminabile Saturne di Hugues Dufourt, un noto lavoro di Berlo,. Dtfférences. per strumenti e nastro magnetico. Vent'annl fa l'esecuzione si sarebbe svolta davanti a pochi Intimi. Quest'anno si fece a pugni per entrare alla Fenice, e poi bisognò far aprire tutti gli ordini di palchi per sfogare la platea che minacciava di scoppiare. Massimo Mila

Luoghi citati: Italia, Polonia, Varsavia, Venezia