Israele: Non vogliamo allargare II conflitto di Giorgio Romano

Israele: Non vogliamo allargare II conflitto Israele: Non vogliamo allargare II conflitto Gerusalemme tuttavia non è disposta a «una cessazione unilaterale del fuoco» -1 laboristi chiedono il ritiro delle truppe dai dintorni di Beirut: «Rischiamo di avere perdite inutili» NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV — A poche ore dall'attacco israeliano contro le batterie siriane, negli ambienti politici di Gerusalemme si afferma che «Israele non è disposto a una cessazione del fuoco unilaterale nel Libano, ma non intende allargare il conflitto e che non bisogna perdere il senso delle proporzioni». Si precisa anche che Israele è interessala ma non ha ancora parte alle trattative per iar uscire dal Libano tutte le forze armate straniere, secondo il piano che Philip Habib, partilo per gli Stati Uniti via Roma, avrebbe discusso domenica a Damasco, e che probabilmente il ^suo assistente Morris Draper esaminerà oggi a Gc- | i | rusalcnime con Begin e Sliai ron. La seduta straordinaria del gabinetto, che era stata tenuta domenica mattina a Gerusalemme come consiglio ministeriale della Difesa e quindi in riunione segreta, ha evidentemente deciso questa operazione di rappresaglia per l'attacco contro l'autobus israeliano avvenuto ad Aley domenica, ma nulla era trapelato circa le sue decisioni, ed anzi si erano diffuse voci che parlavano della cautela che avrebbero suggerito alcuni ministri in considerazione della delicatezza della situazione in Libano e anche delle tensioni in Israele. Alla riunione (che avrebbe discusso anche del progetto di sgombero di tutte le forze armate straniere dal Libano) hanno assistito il capo di stato maggiore dell'esercito, il suo vice e numerosi ufficiali superiori. Mentre si svolgeva il Consiglio dei ministri straordinario, i giovani del «Maarach» (fronte laborista), come reazione all'attentato di Aley, hanno chiesto al governo di oi dinare il ritiro immediato di tutte le truppe dai dintorni di Beirut «perché ogni giorno di presenza supplementare dell'esercito israeliano in questo settore rischia di causare delle inutili perdite». E il deputalo Yossi Sarid. capo degli esponenti dell'ala sinistra del VMàarach», ha scritto: ■•/ soldati Israeliani cadono invano nel Libano: occorre non dar tregua al governo affinché accetti l'evacuazione dell'esercito da quel Paese». Giorgio Romano

Persone citate: Begin, Morris Draper, Philip Habib, Yossi Sarid