KohI presenta il programma di governo (e riduce lo stipendio dei ministri) di Tito Sansa

KohI presenta il programma di governo (e riduce lo stipendio dei ministri) Dopo lo scambio delle consegne del Cancelliere tedesco con Schmidt KohI presenta il programma di governo (e riduce lo stipendio dei ministri) DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — L'annuncio che gli stipendi base dei ministri, dagli attuali 216 mila marchi annui (circa 111 milioni di lire) verranno ridotti del 5 per cento (cioè a circa 105 milioni) è stata la nota saliente della prima conferenza che 11 nuovo cancelliere Helmut KohI ha tenuto iersera alla stampa internazionale, alla quale ha voluto tributare la sua «reverenza». E' stata questa l'unica decisione del primo Consiglio del ministri delibero KohU, che inizia «in un nuovo clima e con nuove maniere», come ha detto il rapo del governo. E' partito piuttosto male Helmut KohI. «Con il piede sbagliato», «Come il missile Ariane» sono stati i primi commenti nella sala affollatissima per l'esordio del nuovo capo del governo. Si è limitato ad esporre il suo ruolino di marcia per i prossimi mesi, annunciando che terrà fede a tutti gli impegni presi dal suo predecessore Helmut Schmidt, tra cui quello del vertice italo-tedesco, in programma a Firenze il 26 e il 27 novembre. KohI non ha precisato se oltre al ministro degli Esteri Genscher altri ministri lo accompagneranno. La precedenza è stata data dal cancelliere alla preparazione della dichiarazione di governo, che farà il 13 ottobre in Parlamento. Tema centrale sarà 11 risanamento congiunturale; a questo scopo avrà nei prossimi giorni incontri con gli' esponenti del sindacati e del padronato. Al giornalisti che lo hanno tempestato con domande mordaci, KohI ha risposto — secondo la sua natura — con risposte generiche, Decise invece le sue risposte sulle divergenze tra i partiti della nuova coalizione, sull'insidia costituita dagli straussiani, e sul problema dei lavoratori stranieri in Germania, «Sono il cancelliere eletto, lo voglio rimanere, non ho bisogno di dichiarazioni di appoggio da chicchessia», ha detto. Ha poi aggiunto che «gli stranieri sono troppi, bisogna diminuirne il numero». In politica estera — ha assicurato KohI — vi sarà continuità, pilastri di essa rimarranno l'Alleanza Atlantica, l'amicizia «interpares» con gli Stati Uniti e la Comunità europea. Dopodiché si è congedato per partire per Parigi, per «rendere omaggio» al socialista Mitterrand «proprio perché io e Genscher siamo poco socialisti», perché «nella tradizione di De Gaulle e Adenauer l'amicizia franco-tedesca è fondamentale». Nel pomeriggio c'era stato alla Cancelleria lo scambio delle consegne tra Helmut Schmidt e Helmut KohI. E' stata una cerimonia breve, molto semplice, improntata alla cordialità. Giornalisti socialdemocratici l'hanno definita una «vittoria della democrazia», e non una catastrofe, come l'ha Interpretata parte dell'opinione pubblica ancora poco avvezza alle regole del gioco democratico e traumatizzata dal modo come era avvenuto 11 cambio di guardia. Il neo cancelliere ha lodato 11 suo predecessore esprimendo •grande rispetto per le sue prestazioni», l'ex cancelliere ha ringraziato esprimendo la certezza che la continuità dello Stato verrà garantita. La giornata di KohI era sta¬ ta intensissima, fin dall'alba si è sobbarcato a fatiche «degne di Muhammad Ali», ha detto un commentatore della radio. Riunione del gruppo parlamentare democristiano, nomina dei nuovi ministri, cerimonia del giuramento, primo Consiglio del ministri. Durante il giuramento, avvenuto in forma solenne nel Parla- mento, vi è stato un Incidente. In segno di protesta contro il nuovo ministro degli Interni, lo straussiano Friedrich Zimmermann, condannato una ventina d'anni fa per falsa testimonianza e successivamente assolto con l'attenuante della «ridotta capacità psichica», diversi deputati socialdemocratici hanno abbandonato l'aula. Sette di loro si erano appellati (ma senza successo) al presidente del Parlamento, Richard Stuecklen. per chiedere che Zimmermann venisse sottoposto a visita medico-psichiatrica, altri volevano che 11 ministro degli Interni venisse perlomeno esonerato dal giuramento religioso con la formula «giuro, in nome di Dio, che mi aiuti», considerata un «sacrilegio». Ma Zimmermann, come tutti gli altri, ha giurato con la formula religiosa, con voce ferma, tra grida di proteste di diversi parlamentari socialdemocratici. Tra i pochi rimasti in aula, nessuno ha applaudito. Tito Sansa

Luoghi citati: Bonn, Firenze, Germania, Parigi, Stati Uniti