Milano, vicedirettore dell'Ambrosiano si uccide come la segretaria di Calvi di Marzio Fabbri

Milano, vicedirettore dell'Ambrosiano si uccide come la segretaria di Calvi Si è gettato dalla finestra del quarto piano dell'ufficio, in via Broletto Milano, vicedirettore dell'Ambrosiano si uccide come la segretaria di Calvi MILANO — I contorni della vicenda drammatica del Banco Ambrosiano sfumano sempre più nella tragedia. Ieri mattina un vicedlrctlore centrale, Giuseppe Dellachà. 54 anni, sposato e padre di due figli, si è ucciso gettandosi da una finestra del quarto piano della sede distaccata dell'istituto di credito occupata dall'ufficio sviluppo. Ora si dice che da tempo era esaurito, sofferente di nervi, affetto da una .sindrome ansiosa depressiva», come l'avevano definita i medici curanti; ma quanto su questa abbiano influito le traversie del Banco cui aveva dedicalo 31 anni della sua vita probabilmente non lo si saprà mai. C'è poi la circostanza inquietante che, prima del suicidio di Dellachà, al Banco si era tolta la vita, anche lei buttandosi da una finestra, Graziella Corrocher, segretaria di Calvi. La donna si era uccisa il 17 giugno — anche allora un venerdì — pochi minuti dopo che il consiglio di amministrazione aveva deciso di chiedere il commissariamento del Banco e poche ore prima che il corpo impiccato di Calvi venisse trovato a Londra sotto il ponte dei «Irati neri-. In quella occasione fra 11 crack, che si profilava ormai inevitabile, e il suicidio della donna, clic per tanto tempo era stata vicina al presidente, la connessione era parsa evidente. Del resto Graziella Corrocher aveva maledetto in una lettera scritta prima di uccidersi Roberto Calvi per il male fatto al Banco e a lutti coloro che vi lavoravano. Sicuramente diverso il caso di Giuseppe Dellachà. Anche 11 suo estremo saluto ai familiari vergato sul retro di un foglio di calendario, fa pensare a motivazioni personali per 11 gesto tragico. 'La colpa è tutta mia — ha scritto in fretta prima di buttarsi —. Baci a Milena, Susi e Gabriele. Papà». Il dirigente solo lunedi era tornato al lavoro dopo un lungo periodo di malattia durante Il quale era anche stato ricoverato. Entrato nel Banco nel 1951 Giuseppe Dellachà aveva Iniziato la sua carriera ad Alessandria. Oli ultimi incarichi erano stati a Roma e di qui a Torino. Secondo voci provenienti dal Banco la gestione della filiale torinese non era stata particolarmente brillante, e a torto o a ragione, parte della responsabilità di questo era stala addossata al dirigente. Era stato sospeso dall'Incarico in attesa di una nuova destinazione e questo aveva pesato molto sul sistema nervoso del funzionario che dal provvedimento aveva visto compromessa la sua carriera. L'Incarico all'ufficio sviluppo di Milano non lo aveva soddisfatto e questo non aveva contribuito a farlo uscire dall'esaurimento che lo aveva colto appena spostato da Torino. Dellachà aveva ripreso servizio lunedi nel palazzo di via Broletto 5 (a due passi dal Duomo); anche Ieri era giunto In ufficio da Alessandria dove continuava a abitare in sterne alla moglie Barbarina Fineo, al figlio Gabriele, 22 anni, universitario e alla figlia Susanna, 16 anni, liceale. In casa speravano che 11 ri¬ torno al lavoro gli consentisse di ritrovare l'equilibrio. Ancora la scorsa settimana Giù seppe Dellachà, ad Alessandria, era stalo protagonista di un episodio movimentato. Al cuni passanti che lo avevano notato penzolare da una finestra dell'abitazione, in via Galileo Ferraris, avevano avvertlto la polizia. Rientrato in casa agli agenti il dirigente aveva escluso di avere avuto l'Intenzione di uccidersi. « Volevo prendere una boccata d'aria' aveva detto. Ieri mattina, pochi minuti dopo le 10, si è rinchiuso nella toilette del quarto plano e, aperta la finestra, si è buttato finendo in un cortile interno. E' morto sul colpo. Marzio Fabbri

Persone citate: Barbarina Fineo, Dellachà, Giuseppe Dellachà, Graziella Corrocher, Roberto Calvi

Luoghi citati: Alessandria, Londra, Milano, Roma, Torino