La rabbia di Brandt di Tito Sansa

La rabbia di Brandt La rabbia di Brandt (Segue dalla l'pagina) dente del partito socialdemocratico Willy Brandt, che non ha fatto nulla per nascondere la rabbia e la delusione. E tutti i deputati socialdemocratici e 1 dissidenti liberali (che disapprovano la nuova coalizione di governo) sono rimasti seduti, senza applaudire. Non è la sconfitta che brucia, ma la «congiura» ordita per rovesciare il loro Cancelliere, l'uomo politico tedesco più popolare e stimato che la Germania abbia avuto nel dopoguerra. Fino all'ultimo 1 socialdemocratici e 1 liberali, e anche milioni di cittadini, avevano sperato nel 'miracolo», nella ripetizione di quanto era avvenuto nell'aprile del 1972, quando 11 «voto di sfiducia costruttiva» per eleggere 11 democristiano Balner Barzel al posto di Willy Brandt falli per una sola scheda. Su questa tenue speranza, affidata alle coscienze di deputati liberali che non condividono 11 «voltafaccia» del presidente del partito Hans Dietrich Oenscher e anche un po' alla imprevedibilità degli straussianl, si è snodato il dibattito parlamentare aperto da Helmut 8chmidt. Fino all'ultimo Istante si è tentato, con una passione atipica per 11 parlamento tedesco, con argomentazioni morali e appelli al singoli, di evitare l'irreparabile. Accorato e nobile 11 discorso di Helmut Schmldt, benché esprimesse l'amarezza e l'indlgnazlone per raffronto dei liberali passati al rivale. Il «modo» con cui è avvenuto il cambio di potere è — secondo Schmldt — un «inganno all'elettore- che due anni fa votò ^ liberali «soltanto perché lo ero candidato Cancelliere-. -E'in gioco la credibilità del parlamento- ha aggiunto, «non si può fare un governo basato sulla menzogna-, esprimendo Il suo «profondo rispetto per le sette donne del partito liberale-, che si sono tutte schierate contro la -rnanovra- ordita da Oenscher contro il volere dell'elettorato liberale. Con voce Insolitamente commossa, il gelido Schmldt ha poi espresso la sua profonda gratitudine a tutti coloro che in otto anni e mezzo lo hanno appoggiato. SI capiva dalle parole e dal tono di Helmut Schmldt che lui, realista come sempre, era cosciente della fine imminente. Qualche speranza è tornata dopo un combattivo e accalorato intervento di Willy Brandt che ha detto tra l'altro: «All'estero tutti si domandano come è posstbile che mandiate via un uomo come Helmut Schmldt-, e dopo che 11 capo del gruppo parlamentare socialdemocratico, l'anziano Herbert Wehner, ha citato le lodi a Schmldt fatte pubblicamente dal nuovo segretario di Stato americano Oeorge Shultz. -È'indegno — ha detto Wehner — che si rovesci un Cancelliere in questo modo, con una manovra, amiche interpellare il popolo sovrano con nuove elegioni-. Secondo Wehner (Schmldt e Brandt sono dello stesso parere) e fondato il sospetto che la nuova «triplice alleanza» non terra fede alla promessa di indire elezioni per 11 6 marzo prossimo, ma preferirà rimanere in carica fino al termine della legislatura nell'autunno del 1984. Punti salienti del dibattito sono stati gli Interventi di due liberali che dissentono dalla linea del partito e che sono rimasti leali agli accordi di coalizione con 1 socialdemocratici di Helmut Schmldt: l'ex ministro degli Interni Oerhart Baum e l'ex sottosegretario agli Esteri, signora Hildegard Hamm-Bruecher. -Eravamo sulla buona strada — ha detto Baum —, potevamo continuare, ora dobbiamo mantenere ciò che abbiamo promesso agli elettori-. -Stiamo creando una nuova maggioranza, non una nuova fiducia- ha detto la Hamm-Bruecher. invitando 1 colleglli di partito a non tirarsi addosso 11 -disprezzo dell'elettorato-. Ha concluso con la voce strozzata dall'emozione: -Non me la sento di votare contro un uomo con il quale ho lavorato lealmente fino a due settimane fa. Grazie Helmut Schmidt-. Non è servito a nulla. Kohl ha vinto, ha avuto soltanto tre voti meno dei 259 previsti (1 226 del due partiti cristiani più 33 dei 53 liberali, che due giorni fa avevano fatto una «votazione di prova»). Alle 18.30 Kohl ha ricevuto la nomina a Cancelliere dal presidente della Repubblica Karl Carstens. Alle 17,30 ha prestato giuramento dinanzi al parlamento, applaudito solo dal suol, con i socialdemocratici ostentatamente seduti. Tito Sansa tte d dl tit lib

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