Sindona paria dal carcere

Sindona paria dal carcere Nostra intervista con il banchiere nel penitenziario Usa Sindona paria dal carcere CALVI: è stato ucciso dai suoi nemici politici, probabilmente la sinistra latino-americana - GELLI: non era in grado di minacciare Moro, impensabili legami tra la P2 e le Br - MARCINKUS: le lettere di patrocinio concesse all'Ambrosiano sono dovute alla sua inesperienza - ORTOLANI: un uomo politicizzato e ossessionato dalla stampa DAL N08TRO INVIATO SPECIALE MIDDLETOWN — Dal carcere di Otisville, nello Stalo di New York, Michele Sindona si difende. Calvi — afferma — è slato ucciso dai nemici politici, probabilmente le sinistre latino-americane, e qualcuno in Italia era al corrente del complotto: «Chi parla, in Sicilia lo ammazzano con un sasso in bocca: la spia muore da spia. Calvi era iscritto alla P2, era massone e l'hanno fatto morire da massone, la beffa estrema». Forse è stata assassinata anche la sua segretaria, o almeno è stata spinta a suicidarsi: era lei che custodiva i documenti che compromettono polenti figure politiche italiane, «documenti ben nascosti in campagna. Cai-: vi non li avrebbe mai messi in una borsa per portarli a Londra». — E Gelll? S'è fatto arresta-1 re di proposito? «Non lo so di certo, ma ere- ì do che Gelli fosse andato a Gi- jnevra per chiarite la situazione dell'Ambrosiano. I soldi che ; voleva ritirare non erano stati distratti dalla banca di Calvi: venivano da transazioni legitti-1 me. L'Ambrosiano può aver I compiuto investimenti sbaglia- ti. ma non tutti gli ammanchi jche gli si addebitano sono ven». |Alto e ritto nonostante gli ■anni, i capelli bianchi curati, Sindona appare in buona salu- te e in buono spirito. E' ansio-1so, dichiara, di andare a testi- moniare la sua verità a Roma.ma davanti a tutti. Smentisce 1 ì che esistesse un piano di golpe, o comunque una congiura !eversiva a lunao termine della | j P2 in Itaha, e che ci fossero ! collegamenti internazionali. j ; Svela che fu lui a mettere Gelli I e Calvi in contatto reciproco, e ì a costituire con loro un asse a 1 tre, ma allo scopo, spiega, di I investire capitali "soprattutto in i America Latina e. attraverso j l'espansione del libero merca- i to, di bloccare l'avanzata ca- | strista e comunista. Difende i ■ due soci in affari come uomini d'onore, li ringrazia per gli aiu ti che gli hanno sempre dato e 1 scagiona l'arcivescovo Marcin • kus e lo Ior da qualsiasi sospct' to di colpa per il «crack» dcl | l'Ambrosiano. Il banchiere di Patti, natu-1Talmente, rivolge accuse pesan- ti. A Cuccia e alla Mediobanca perché, a suo parere, sono impegnati in un'opera di distruzione del settore privato in Ita| Ha. A certi magistrali che — insiste — si sono asserviti alla politica. E ai partiti. Ad una precisa domanda (lei 1: ha mai finanziati?) sbotta: «Una sola j volta diedi due miliardi di lire alla de e fu un prestito. Ma per il resto, combattei sempre i finanziamenti occulti». Cita l'operazione Trinacria. dell'inizio degli Anni Cinquan-1 ta. «Sa che cos'è? Un'operazio-j ne in cui i grandi costruttori i erano costretti per gli appalti a j dare il 3 per cento ai partiti: ! uno per cento alla de, uno per cento al psi e uno per cento al ' Ipli. Socialisti e liberali a loro volta davano qualcosa al psdi 1 llberali forse anclle «1 msi- '° !lental dl stroncarla», | Tlra in baUo la commissione ! d'inchiesta parlamentare che jinda6a sul suo caso c >> suo I presidente De ì ne' Martino: «Un anno, dieci mesi fa gli ho inviato la relativa documentazioInvece di verificare sui i Pubblici re8islri- c™« avrebbe j dovmo- sa che cosa ha fatt0? , iHa chius0 l'inchiesta insab- ;biando tutto: sarebbero saltati ifuori troppi scheletri dall'ar- !madio>. I— Se Calvi è stato assassina-to, chi sono i mandanti? Puòfare nomi? «No. Ma posso dire che Calvi, l'ultima volta che ci vedemmo a New York, nel '79, mi confidò di essere l'uomo più sfruttato, ricattato e minacciato in Italia degli anni recenti, a differenza di me che me ne ero andato. Per sopravvivere era costretto a finanziare i partiti dell'una e dell'altra sponda. La signora Calvi ha pensato di rendere pubblico uno sfogo analogo fattole dal marito poco prima di morire, ma poi ha cambiato idea». — Perché Calvi è andato a Londra? ♦ Secondo me l'hanno costretto: una minaccia alla famiglia, un ricatto, chissà». — Perché esclude che la sua uccisione sia stata decisa dalla P2? «Non sarebbe slato nell'etica della massoneria e soprattutto nella moralità di Gelli. Lui e Calvi iono slati sempre molto uniti». — Eppure s'è parlato della mano della P2 anche nell'assassinio di Moro, di minacce di Celli allo statista. (Gelli non era in grado di minacciare Moro: so che gli ha semplicemente manifestalo la propria opinione sulla condizione politica italiana. Quanto ad un legame tra la P2 e le Br. è 001116 Parlare dl nozze ,ra ll diavolo e l'acqua santa. Se si crede questo, si crede tutto», E' la prima intervista che Sindona concede a un quotidiano '«a''a"o dalla sua condanna- nel 198°- a 24 anni di I riguarda gli ultimi drammatici sviluppi, è il momento in cui carcere per la bancarotta fraudolenta della Franklyn. Gli preme illustrare i retroscena e le menzogne — asserisce — che si sono scritte sul suo caso, su quello di Calvi e sulla PI Seduto al tavolo della saletta del penitenziario federale di Otisville, vestilo della tuta blu dei detenuti, il banchiere rievoca gli eventi cronologicamente. In tre ore. con qualche interruzione per il caffè o per sgranchirsi le gambe, compila una specie di dossier verbale. Il punto di partenza, per quanto Gelli invia a New York una lesserà della P2 firmata — egli sottolinea — dal Gran Maestro Salvini. E' il 1975 e il finanziere siciliano è sotto estradizione. pende cioè sul suo capo la ri chiesta di rimpatrio dell'Italia 'dove l'attenderebbe un pro! cesso. ■ „Con la tessera c'erano dei H«« da f'"™<= e u" ] ! mento da presiare>> racconta Sindona. «'Non lo feci. Quando Gelli venne a trova/mi da Roma, gli dissi che non potevo iscrivermi alla P2, perché contrario alla mia libertà di pensiero. La mia etica personale, gli spiegai, potrebbe venire in contrasto con il vostro statuto: l'unica associazione cui mai mi sono iscritto, per obbligo professionale, è quella degli awo- ca,i' Gelli mi rispose: "Ti consideriamo lo stesso ideologicamente uno dei nostri"». < Era quello il periodo — continua il finanziere — in cui Calvi e io contemplavamo l'è spansione dell'attività dell'Ambrosiano nell'America Latina. Gelli conosceva bene il Continente, ed eravamo in sintonia politica con lui. Fu naturale unirci. Appresi poi che Calvi firmò i moduli e prestò il giuramento alla P2 e Gelli me lo confermò». Ennio Carette : Michele Sindona