Sembra facile riconoscere un pino, ma provaci

Sembra facile riconoscere un pino, ma provaci Sembra facile riconoscere un pino, ma provaci NON mollo tempo fa. su un grande quotidiano, un noto giornalista parlava di «uno pineta di sequoiat: La cosa mi scandalizza poco dal punto di vista botanico: mi da. Invece, un po' fastidio dal punto di vista logica perché parlare di una pineta di sequoias (a parte 11 fatto che In Italiano. si dice sequoia, plurale sequoie) é come parlare di un oli veto di peri o di un pioppeto di castagni, cosa che non verrebbe in mente a nessuno, penso. Ma non si sa mal. Pini e sequoie sono parenti fra di loro proprio più o meno come peri e olivi, come castagni e pioppi, come tigli e betulle: sono. I primi, conlfere, cosi come gli altri sono anglosperme dicotiledoni. Pressappoco come, nel regno animale, sono parenti acciughe e pescecani da un lata topi e gorilla dall'altra Eppure sono moltissime le persone che fanno di ogni erba un fascio e di ogni conifera un pino. E' 11 momento di mettere ordine nel patrimonio del nostri pini. Le conlfere sona con l'eccezione di pochi arbusti, alberi che portano (come dice il loro nome, del coni; e 1 coni sono, pressappoco, quelli che si chiamano comunemente pigne. Anche qui sta una parte della confusione che si tende a fare: le pigne, infatti, sarebbero propriamente quelle dei pini (meglio delle quindi, come in Toscana, pine). Ma il termine si usa ormai correntemente per i coni anche degli abeti, dei larici, dei ced<i e cosi via. I coni sono brevi rami sul quali sor o inserite, secondo spirali rigorosamente geometriche, delle squame che possono portare organi maschili o femminili: perciò esistono coni maschili e coni femminili, che si trovano, nella grande maggioranza del casi, sullo stesso Individua cioè sullo stesso albero. I coni maschili 11 vediamo poca perché compiono In pochi giorni la loro funzione, poi seccano e cadono; quelli femminili. Invece, maturano in tempi più o meno lunghi (fino a tre anni), diventano legnosi e sono più grandi. Per questo ci sono familiari e li vediamo sul rami o per terra. I coni maschili portano, sulle loro squame, delle vescichette, delle sacche poi-1 Uniche, piene di polline che sarà trasportato dal vento a fecondare I coni femminili. II vento, si sa. soffia come gli pare: perciò II polline viene prodotto in grande quantità, con disperazione e starnuti degli allergici. Una parte andrà a finire nel prati, o nell'acqua, o negli abitati, o sulle pietre, o su alberi diversi. Soltanto una piccola parte raggiungerà I coni femminili della medesima specie. Questi coni femminili portano, sulle loro squame, gli oruli; raggiungendoli, I granelli di polline li fecondano con un processo che può essere piuttosto complicato e lungo e allora, piano plana gli ovuli diventano semi. Nel caso del pini diventano pinòli. Tulli conoscono I pinoli del Pino domestico iPinus Pinco), aromatici e grassi, usati in pasticceria. Le conifere, dunque, portano coni: da piccoletti e con poche squame, come quelli delle tuje. a grandicelli come quelli degli abeti, a grandissimi, come quelli di certi cedri e di certi pini, che possono raggiungere una quarantina di centimetri di lunghezza.' Nell'ambito delle conifere, poi. possiamo fare distinzioni basandoci sulla forma e sulla disposizione delle foglie. Le conlfere nostrane possono avere foglie aghiformi, come I pini, i larici, gli abeti: o squami!ormi, come I cipressi e taluni ginepri. E veniamo ai pini. Sono caratterizzati dall'avere foglie aghiformi (gli aghi di pina, appunto» portale sem¬ pre a due a due. eccezion fatta per un pino di alla montagna, ti Cembro, che le ha a cinque a cinque, all'apice di rametti brevissimi, lunghi appena uno o due millimetri Ed ecco che abbiamo imparato a riconoscere I veri pini: mentre gli abeti hanno le foglie portate singolarmente e t larici le henna come I cedri (che non sono spontanei da noi) In ciuffi di KMQ. I pini le hanno a coppie o a cinquine Anche i punì poi non sono tutu uguali, tenta entrare net parucolart ricordo anzitutto U Pino dome*ve» che he già citalo, che I quello caratteristica con la chioma a ombrella quella per intendi rei, delle cariatine con lo sfondo del Vesuvio Questo pino probabilmente non è spontaneo da noi. ma coltivato sin dall'antichità, sia per ornamenta sta per 1 pinoli. Cresce nella regione mediterranea, come 11 Pino marittimo (Plmu Finasterx che si spinge più nell'interno e più In alto sul monti e non ha la chioma a ombrella bensì rotondeggiante; non fa pinoli commestibili. Diffusissimo è il Pino silvestre (Pina* svlvestrisl. che troviamo dal 300 ai 3000 metri, nelle valli Interne e poco piovose delle Alpi dove forma estesi boschi. Il Pino silvestre si riconosce soprattutto per la corteccia rossiccia dei rami e dei tronchi giovani. Poi c'è 11 gruppo del pini montani (Pinus montana}. che non hanno rosso nella corteccia e fra I quali troviamo nelle Alpi Occidentali il Pino uncinata nelle Alpi Orientali il Mugo (che ha portamento arbustivoi Un gruppo numeroso e complesso é quello del Pini neri iPìnus ntgra). differenziati in numerose specie o varietà, come 11 Pino d'Austria, il Pino di Ccr.su , e il maestoso Pino Larino della Sila: tutu con fogliame mollo scuro. E per concludere (ma senza la pretesa di esser stalo né esauriente, ne completo) rlrordo il re dei pini: li maestoso iv.,< Cembro, noto come Cembro, o Arolla, o Cirmolo Non si può confondere con gli altri, perché ha. come abbiamo dello prima, le foglie in gruppi di cinque. Cresce In allo sulle Alpi, formando boschi puri o misti col larice fra 1600 e 3300-3300 metri e mandando pionieri isolati ancora assai plU In allo. Può vivere anche oltre 800 anni e superare I 4 metri di diametro; date le condizioni ambientali In cui vive, esposto a neve, gelo, fulmini e tormente, è per lo più contorto e pittoresco, spesso con più d'una punta . con corteccia molto screpolata, grigia, con il rosso die conciare nelle fessure. Il suo legno e ottimo, con bellissimo colore un po' rosato e splendide venature; e se ne fanno mobili untitarme, giacché il suo profumo caratteristico e persistente tiene lontani questi Insetti. I suoi pinoli sono commestibili, possono anche fornire un ottimo olio alimentare e sostentano tutta una serie di animaletti, fra cui scoiattoli e nocciolaie, che ne rallegrano e vivificano i boschi imponenti. Bruno Peyronel LARICE PINUS CEMBRA

Persone citate: Bruno Peyronel, Pini, Tulli

Luoghi citati: Austria, Cembra, Larino, Toscana