Testi nuovi per una scuola vecchia

Testi nuovi per una scuola vecchia Inchiesta: le proposte degli editori e il giudizio di insegnanti e esperti Testi nuovi per una scuola vecchia Oltre la polemica di questi giorni sull'aumento dei prezzi, si discute la validità didattica del libro Gli editori: «C'è stato un salto di qualità, più rigore nei contenuti, maggior attenzione ai problemi degli allievi» Tullio De Mauro: «Ma nelle elementari e nelle superiori circolano ancora troppi manuali superati» Giovanni Gozzer: «Le novità sono mode ideologiche. In cattedra c'è la generazione del '68, impreparata» RIAPRONO le scuole e riprendono le polemiche. Il bersaglio di questi giorni e l'aumento del libri di testo. I prezzi sono cresciuti del 18-20. hanno sfondato il tetto stabilito dal governo per l'Inflazione. I giornali parlano di stangata, i sindacati confederali di -attacco al diritto allo studio-. Oli editori si difendono passando al contrattacco: -il libro di testo e uno del pochi prodotti con un prezzo invariato per tutto l'anno. I listini sono fissali a gennaio e non si toccano più. Eppure ogni autunno e lo stesso lamento: neanche fossimo affamatori del popolo. Siamo aziende e dobbiamo fare i conti con i bilanci-. Tra le cause degli aumenti si citano 11 costo della carta (+3r»). 11 nuovo contratto dei grafici < -18- ; i. 1 tassi di credito (25r> ). Di fatto la spesa per le famiglie diventa sempre più gravosa: esistono rimedi per contenere I costi? Ce chi pùnta il d'tocontro l'eccessivo numero di saggi gratuiti per gli insegnanti. Ma. si replica, come potrebbe un docente adottare 11 testo migliore senza conoscere e confrontare le novità editoriali? Oli omaggi vanno distribuiti con oculatezza, ma non aboliti. Altri suggeriscono di fare libri meno appariscenti per risparmiare su carta patinata e illustrazioni: sono importanti 1 contenuti, non la confezione. Ma. si risponde. 1 ragazzi sono abituati da tv e fumetti a vedere la realtà a colori: un «libro grigio* per loro è superato A volte tuttavia sono proprio i ritocchi alla veste tipografica o piccoli rimpasti nell'ordine del capitoli a • giustificare- l'aumento dei prezzi. - Una soluzione ci sareb- be — dice Sergio Piccioni, direttore del settore scuola per la Nuova Italia —. Non addossare al testo funzioni che non gli competono. Invece si stampano opere sempre più ixilumlnose te quindi costosei perché devono servire come guida per gli insegnanti, manuale e quaderno di eserciti per gli allievi, biblioteca in miniatura: contenitori sempre più stipati di materiali che spesso non vengono utilizzati.. Dalla polemica sui prezzi si passa cosi a discutere l'uso e la validità didattica dei testi. La battaglia post '68 contro -gli stupida ri. e 11 nozionismo è ormai lontana. -Ma non è sepolta — osserva Federico Enriquez della Zanichelli — e comunque è stata utile. L'editoria ha saputo ntvondere a quella sfida. Indietro non si torna. Oggi nel libri c'è ptù rigore scientifico nel contenuti, più attenzione al nuovi metodi didattici, una maggior apertura al problemi della realtà In cut vive li ragazzo». E' una valutazione che trova concorde don Francesco Meotto. direttore della Sei: C'è stato un salto di qualità. I testi non nascono più dall'estro di un autore, ma dalla collaborazione tra insegnanti, consulenti universitari, specialisti della materia. E' il contributo degli editori alla riforma della scuola, che non si fa a tavolino, non si cala dall'alto, matura nel lavoro quotidiano-. Più articolata l'opinione di Luciana Pecchtoll. responsabile del Cidi (Centro Iniziativa democratica in'segnanti): -Non generalitziamo: ci sono testi ottimi, altri scadenti. E poi un libro può essere ben fatto, moderno, ma difficile per l'allievo. Un insegnante può giudicare un manuale solo dopo averlo usato in classe. E non deve limitarsi al libro, strumento didattico essenziale, ma non unico-. Conferma Tullio De Mauro, linguista, curatore per gli Editori Riuniti del •Libri di base-: «La producane degli ultimi IO anni, soprattutto nella media, è notevolmente migliorata e ha anticipato la riforma: reggiamo bene il confronto con l'editoria europea. Ma nelle superiori circolano tetti vecchi nel contenuti e nell'impianto didattico, scritti sema pensare ai destinatari. Ci sono le eccezionl. ma. se non si approiv presto la riforma, non si può chiedere agli editori di rischiare: l cambiamenti pioverebbero sulla testa degli insegnanti come corpi estranei. Anche libri eccellenti In mano a insegnanti non preparati rischiano di provocare disastri. Per le elementari i programmi del 'SS Impongono un sussidia•rio uguale per tutti, con rigidi dosaggi tra le materie. Mentre gli allievi sono diversi (provenienza sociale, culture regionali, dialetti, eco: per non cristalllttare queste differente, per costruire una cultura omogenea, è bene fornire all'Inse¬ gnante una molteplicità di strumenti, una tastiera con tanti libri. Penso all'etperienta pionieristica di Lodi e Maneuoli. con la loro biblioteca di classe, purtroppo boicottata-. Su un altro versante si registrano opinioni più scettiche. Dice un decano dell'editoria scolastica. Carlo Paravia: -Fare le riforme di carta non basta: chi le applica in pratica? I nuovi insegnanti sono me¬ no preparati, hanno un bisogno assoluto di un testo completo. Ecco perché tante novità vengono rifiutate e giacciono nel magatttnl. I buoni libri, anche tradttlonall. resistono sempre». Dal suo osservatorio di pedagogista, per anni consigliere del ministero della Pubblica Istruzione. Giovanni Oozzer polemizza contro 11 consumismo delle novità: -Passata la contestagione violenta, la scuola rischia di essere travolta in una spirale tenue di Indottrinamento ideologico, mascherato con la sperimentazione. E'proprio(-nposslbile fare testi obiettivi che stano accettati da insegnanti di diverso orientamento? Oggi dettano legge mode superficiali: l'italiano si riduce al grappoli strutturali di Chomsky, la geografia diventa ecologia e terzomondismo, della storia meglio non parlare. Bisogna aver pazienta e lasciar passare la buriana. Riscopriremo la vecchia grammatica e l'aritmetica. Come in Francia e negli Stati Uniti capiremo che non si può prescindere dalle conoscente di base, leggere, scrivere, far di conto. Per ora è in cattedra la generazione del '68. imbevuta di Ideologia, senza cultura. Incapace di crìtica, meno che mai di autocritica-. Replicano Luciana Pecchtoll e Sergio Piccioni: • Le critiche di Gotter nascono da una totale sfiducia negli Insegnanti. Non condividiamo questo fatalismo. Molti sono disponibili ad aggiornarsi. Ma gli istituti prepostt a questo compito, gli Irsae. non decollano». Precisa Ebrlquez: -Prima ancora dell'agglormaneto. è l'università a dover colmare vuoti di formaelene che si ripercuotono come onde lunghe su generazioni di insegnanti-. -Comunque — aggiunge don Meotto — non serve colpevollttare gli insegnanti. Molti, antianl e giovani, si aggiornano da soli». Per questi insegnami il libro di testo non e più un'enciclopedia passiva del sapere ma un laboratorio di problemi, che abitua all'analisi e alla critica, stimola 11 dialogo, il lavoro di gruppo, la ricerca. Orazie a questa sperimentazione, spesso sotterranea, la scuola è cambiata, precedendo il singhiozzante cammino del legislatore. In questa direzione anche l'editoria, almeno la parte più dinamica e attenta ai processi sociali, ha giocato un ruolo Importante. -Con la contestazione prima e i decreti delegati poi — osserva Sergio Piccioni — ri si i forse Illusi che II rinnovamento della scuola fosse a portata di mano. Invece la strada é ancora lunga e difficile, ma è quella giusta-. Vedremo fin dalle prossime settimane, quando riprenderà al Senato il dibattito sulla riforma delle superiori, se su questa strada editori e insegnanti incontreranno anche i politici, nelle cui mani, in definitiva, sta 11 bandolo della matassa. Luciano Genia Disegni di Francesco Tonucci dal «ottime < Con gli occhi del bambino» (Fabbri editore)

Luoghi citati: Francia, Insegnanti, Lodi, Maneuoli, Stati Uniti