Roiter, il fotografo che ritrae anche le nostalgie

Roiter, il fotografo che ritrae anche le nostalgie A colloquio con l'artista che espone a Milano Roiter, il fotografo che ritrae anche le nostalgie MILANO — /I Comune di Milano gli organizsa una mostra da metà settembre a palazzo Bagattt-Valsecchì; le edizioni Fabbri gli dedicano adesso una monografia, primo italiano nella fortunata collezione de •/ Grondi fotografi*, e sarà un libro da altre 40 mila copie da aggiungere agli incredibili successi popolari dei suoi altri volumi, in media uno affanno da sei-tette anni: .81. forse sono 11 Blagi della fotografia*. Alla domanda facile-maligna, qual 4 il tuo successo? Fulvio Rol ter. veneziano di terraferma. 55 anni, risponde che racconta con semplicità, •scrivere aggrovigliato mi dà fastidio: come I quadri di Vedova un casino, cavi tre quarti del quadro ed è lo stesso. E poi il pubblico è senslbllirzato al colore, vede In colore, siamo pigri oramai: dovrebbero compiere un'astrazione mentale per capire il bianco e nero. Poi ho una gran fortuna sul lavoro: la giornata piovosa di marzo a Mlstrà, che Invece mi alza certi fumi sui costoni: il freddo cattivo a Naupila ma che. quando la temperatura rompe, mi crea due. tre, quattro plani In più tra spiaggia mare, nebbia in fuga montagna nera di pioggia prima di ritagliarmi finalmente il castello veneziano contro all'alba». Stira anche il tono, se si vuole, del vecchio e famoso accademico che ha dietro un lavoro di anni. duro, verso quegli altri, giovani e no. che han successo nei clans. E. a insistere sul pettegolo e ma¬ ligno, ma perché l •critici* non ti amano (quanto vorrebbe?!, la risposta con nomi ' e cognomi porterebbe subito alla rista. Perché lo trattano come uno ZefflrelH proprio loro che lui dice tono degli ignoranti estetizzanti? .Estete io? Le luci di Venezia? Tutte cazzate. La realta lo non ho bisogno di Inventarla: basta vederlo, l'aspetto fantastico della realtà. Ma senza paure. Certo, la banalità mi affascina: non e il tramonto che è banale, ma la rettorica che ne abbiamo. 8e viene fuori una certa dominante, che magari altera ma va benissimo, cosa conta se poi l'immagine è bella? Non mi occupo del sociale? Ma che gran scappatola per tanti mediocri. O magari, come Giacomelli: ha (atto dei paesaggi strepitosi, vent'anni, poi forse ha perso la vena e si butta ai vecchi penslonaU sorpresi sul cesso. E I post-Capa die vanno alla guerra: fotografi che han bisogno dell'avvenimento. Ma non hanno poi mica li fegato di Capa; la guerra si fotografa col grandangolo, mica col tele Comunque, se sai rischiare, e hai fortuna.. Io I miei reportages me U sono fatti, la Sicilia nel '53. con Rollel in prestito e in biciclette e mica nessuno 11 aveva visti davvero i minatori nudi delle cave di Ernia: la Andalusia in motorino... Avevo 24 anni, senza una lira pieno di debiti. l'Umbria quasi a piedi. Ma subito dopo, lo avevo le edizioni in Svizzera, la colla¬ borazione a Camera Du. Life. Oeographlc». e mentre parla Roiter con le sue manone e il suo riso ti massacra di botte cameratesche e strizzate sportive. Lui i l'artista nature d'una volta, personaggio artigiano che viene orgoglioso dal basso e dalla campagna — Meolo t il suo paese, e a Venezia arrivava in bicicletta — che 4 stato richiesto da tutte le vetrine più esclusive: che si fida subito e parla a voce alta ma che ha in testa, preciso, un traguardo di qualità ben preciso e un archivio mentale di tutto quanto 4 stato scattato e come, meglio di un primo della classe: che discute sempre ma sul serio solo con chi si intende del mestiere, sennò vadano al diavolo questi critici d'arte falliti e le signore volenterose: che tra gli italiani rispetta solo il Paolo Monti, piemontese preciso, appartato, silenzioso, tutto scrupolo e solitudine. Esattamente il contrario di lui. Fulvio Roiter. Ma con lui ha cominciato, a Venezia, era il 1950 mentre Invece: • Guardi qui. questo Fontana E* uno che a fotografare ce arrivato assieme al colore, che sa solo il colore, che non sa niente di fotografia bianco e nera*. Sono magoni vitali, questi di Roiter. che a parte il rumore e il peto fisico diverso, somigliano a quelli del carissimo Beppe Berto, anche lui veneto di terraferma che tra sé e la città dovette prima metterci una bicicletta: che aveva sgobbato e imparato da solo, e a cui l .cittadini, (che avevano in meno proprio la bici e te terra) opponevano il salotto, la sufficienza delle ganghe. .Enfant prodige., hanno scritto di Roiter. *è rimasto tale: con una tecnica fenomenale che gli consente di fissare fotograficamente anche le nostalgie, le illusioni». Un complimento? Un veleno? Un suono di violino? Fulvio Roiter 4 invece grande, grosso, liscio, forte, l'aria lavoratrice. Un •crucco* insomma, ostinato, fedele. E' vociante e segreto, lirico e pratico, compagnone e furbo, contento e mai soddisfatto, occhio stupefatto e regista di se stesso. Ha trucchi e meriti, come chiunque sia davvero intelligente nel proprio lavoro. E poi ha vitalità e languori, testardaggini e astuzie: una gran onestà verso una certa immagine del vicere, che 4 di battaglia ma non ruba niente a nessuno. Cosi l'altra domanda 4 che cosa fa quando è libero, e lui sta con gii amici, .perdo tempo. Ma la macchinetta qui dentro non sta mal ferma, fotografa sempre, oramal e cosi.. Si dice dei gondolieri, di Venezia, che «mangiano pasta e sesso*. E Roiter mangia, dorme, vive fotografia. Adesso che ha finalmente un editore a suo modo, se non 4 fuori a lavorare 4 in tipografia, formato, carta, inchiostri, stampa, rilegatura e perfino la •scatola*, brevet¬ tata, speciale, che deve contenere il libro: come un imprenditore esigente. Il retto, i tuoi •segreti' di laboratorio — a stampare 4 la moglie. Lou —, la praticaccia all'antica, solida, accademica in senso alto, la tecnologia da virtuoso accumulata e rimuginata e provata magari in segreto (-ma sono io il solo che educa qualche giovane.), quella 4 una gran parte Importante. 4 addirittura il capitale che Roiter non vocia, non sussurra anzi, da bravo contadino, non dice per niente: e che bisogna capire e valutare, prima di dare un giudizio. Che cosa fa. adesso? Ecco pronto .L'Oriente di Venezia*, luoghi veneti tra isole e promontori della Oreria. £ lavora a «I ponti di Venezia». Sempre Venezia, non é troppo facile, un marchio di fabbrica, un diorama brevettato, anche se intanto comincia a formarsi quasi una • Geografia di Roiter» che copre oramai tanta Italia. Oriente. Sudamerica. Spagna? Da sempre vorrebbe fare una Roma, saranno trentanni che ci pensa, e la farà certamente. Ma intanto il fiuto editoriale l'ha con piacere obbligato ad altre cose. •Dopo Venezia, i turisti, dove vanno se non a Firenze? Ma è stato difficile. Non c'è possibilità di campi lunghi, non c'è rinculo, a Firenze.^è tutto stretto, verticale. Per fortuna c'è la Toscana attorno». L'elenco italiano di quella • Geografia., oltre ai vecchi e introvabili Sicilia e Umbria, mette in fila In Marca trevigiana, le Apuane. Firenze e Toscana. Venezia viva. Essere Venezia, la Laguna, le Isole. Carnevale a Venezia. La Toscana, in un anno, e a 50 mila copie. • Essere Venezia* i a250 mila •Posso fare quello che voglia adesco. Ma è un impegno tremendo. Certo, sono un cane da tartufo, annuso, trovo, so quando restare o andar via. Ho l'occhio di vent'anni l'esperienza di cinquanta». Claudio Savonuzzi Full io Roller, lai ora/ione delta visal nel Pemamboco (Brasile. 1968)