Böll: noi tedeschi ci parliamo oltre quel muro

Böll: noi tedeschi ci parliamo oltre quel muro Intervista allo scrittore sui suoi nuovi progetti Böll: noi tedeschi ci parliamo oltre quel muro COLONIA — Per trovare Heinrich Boli bisogna costeggiare la riva sinistra del Reno e. a meta strada fra Bonn e Colonia inoltrarsi un poco nella campagna I paesi, dove 1 bambini vanno in bicicletta e I contadini col trattore, sono piccoli e quleU. Le torte alle mele campeggiano nelle vetrine del panettieri come trofei BOI! abita una casa bianca, una vecchia casa renana accostata alle altre, ma con 1 campi verdi alle spalle. Con lui è la moglie. Annemarie. e la famiglia di uno del figli. Boll, che è nato a Colonia il 21 dicembre del 1917. è sofferente e vive ritirato: le sue apparizioni in pubblico si fanno sempre più rare ma non. per questo, meno significative. 81 può anzi dire che questo scrittore cattolico, che intende il cattolicesimo come elemento di protesta e non di Integrazione, sia oggi in Germania più attuale che in passato. E' cambiata la Germania: il mito dell'efficientismo ha mostrato la corda e si riscoprono 1 valori-base, dei quali fa parte anche la conoscenza del limiti dell'uomo e della società, quei limiti che Boll ha interpretato poeticamente per più di trentanni. Pubblicò il primo racconto lungo nel 1040. dopo aver fatto l'apprendista libraio a Bonn e il soldato: proprio la citta di Bonn, la •capitale provvisoria*, sarà il terreno d'Indagine del suo prossimo romanzo, ancora in embrione, ma del quale egli paria quasi con ardore. Il suo ultimo racconto *Che ne sarà del ragazzo?., uscito nella Repubblica Federale nel settembre dell'anno scorsa ha avuto successo di pubblico e di critica: In esso Bòli rivive gli anni fra U 1933 e U 1037. che furono quelli della sua formazione nel ginnasio umanistico intitolato al Kaiser Wilhelm. Questa accoglienza consola del risultato mediocre ottenuto con • Assedio preventivo: il romanzo imperniato sull'ambiente che rese possibile il sorgere di quella sorta di speciale sovyerslvlsmo che fu il terrorismo tedesco degli Anni Settanta Molte meglio Boll * riuscito a descrivere l'atmosfera di sospetto e di tensione che fece da alone al fenomeno nel racconto • Vai troppo spesso a Heidelberg', pubblicato recentemente da Einaudi anche In Italia Lo scrittore Bòli è consapevole della responsabilità che il suo ruolo gli assegna: • Terra minata: una raccolta di scritti •civili» pubblicata al principio di quest anno, e la testimonianza del suo Impegno nella cosa pubblica. Oli chiedo del suo lavoro, dei suol progetti, della posizione dell'intellettuale nella società industriale e dell'Intellettuale tedesco, a cavallo fra due Stati, in particolare. Moravia ha detto: romanzieri si nasce, scrittori si diventa. Condivide questo punto di vista? • Direi piuttosto "narratori si nasce". C'4 una differenza. Ma. in sostanza. Moravia ha ragione: Quando ha capito che doveva scrivere? • Molto presto. A diciassette anni.. E come l'ha capito? • Ho templicemen te scritto-. Adesso cosa sta scrivendo? ■ Ho scritto un paio di racconti c sto preparando un romanzo. Ma ci vuole tempo, forte un paio d'anni». Quale argomento affronta nel roma ri so? •Probabilmente tu Bonn. Ritengo che Bonn-aia -una delle città più interessanti del mondo. Non per il suo aspetto esteriore, ma perché vi ti decidono molte cose. L'aspetto, dal di fuori, può apparire noioso, ma quello che succede dentro può fornire la stoffa per un racconto. Non tara tuttavìa un racconto a chiave. A me interessa Bonn come punto di riferimento della politica e della storia del mondo: qualche rotta penso che sia quasi il punto centrale, almeno in Europa. Ma non so ancora In che modo mi accosterò a questo tema*. Quali saranno I protegonisU? •Non io so. Bonn è una città a sé, una società a sé, e non c'é niente che le somlfli. con i suoi ghetti, con il suo modo di chiudersi. E questo e soio l'aspetto sociale, mondano. Poi ci la concentrazione decisionale e anche questa mi interessa-. II suo linguaggio, anche quando II testo non è letterario, presente serie difficoltà per U traduttore poi¬ ché lei si serve SU parsli che hanno pia significati. La scelte è volute? •No. Viene da sé. E'l'eredità filosofica. Le difficoltà per U traduttore le capisco: alta rovescia l'ho vissuta anca lo e, devo dire, trovai te cosa sorprendente. Una volta tenni un breve discorso in inglese. Me fero anche annotato in inglese. Poi lo dovetti tradurre in tedesco. Oddio, allora mi resi conto di quanto sia difficile, di quanto la nostra lingua sia lastricata di metafisica, di toni alti e bassi*. Quale, del suoi libri, te è pio caro? • L'ultimo, dove racconto il mio periodo scolastico sotto Hitler. Sono stato quattro anni nel ginnasio di Colonia durante il regime nazista. L'ho pubblicato presso la casa editrice di mio figlio, la Lamuv. Ma il mio editore resta Kiepenheuer e Witsch. Ogni tanto gli faccio un corno a favore del figlio, ma in maniera legale, un corno autorizzato* Qua! * lo scrittore italiano che conosce meglio? ■ Ignazio Sitone, verso il quale tento una sorta di affinità. Aspetto di leggere il suo ultimo libro, uscito dopo la sua morte*. Qua! è, secondo tei, U ruolo «egli intellettuali nella nostra società? •Essi possono servirsi dei mass-media ed hanno dunque una grossa responsabilità. Nel caso di Thomas Mann i mass-media si sono serviti di lui: il cinema e te televisione lo hanno reso popolare, cosa del resto legittima. A parte questo ritengo che il problema vero sia quello della credibilità: ai partiti non si crede pia, afte Chiese neppure perché tono anch'esse invischiate...*. Perciò loscriUore.se è se- perla ■er •Si. certamente E'queste te tot cifiste? • Questo impegno porta a qualche risultato*. Cosa pensa dei rapporto fra gli Intellettuali delle due Germanie, coinvolti. «I recente, te Iniziative f marnili p«r la pace? - Vede, una direttone spirituale non c'é mai stata. Noi scrittori non abbiamo mai accettato questo muro. Abbiamo tempre parlato gli uni con gli altri, fin dal principio. Ci siamo anche incontrati alcuni mesi fa. Indipendentemente dall'incontro, dedicato ai temi della pace, c'i stato sempre uno scambio fra noi come persone e fra le due letterature. Sempre. Anche quando qui etra una vera e propria campagna di diffamazione contro Brecht, perfino contro Anna Se- ghers. Noi non vi abbiamo preso parte, perciò non vedo come posta esservi stata una divisione spirituale. Semmai si può dire che adetto, attraverso il movimento pacifista, che netta Repubblica Democratica Tedesca ti serve delle stesse motivazioni espresse qui da noi, non sono coinvolti solo gli scrittori, ma anche operai, impiegati'. Le sue opere sono state pubblicate nell'altra Germania? • Fino al 1969. Dopo sono stato considerato un ragazzaccio*. E nell'I' nione Sovietica ? •Anche fi fino al 1969. e in misura astai ampia. I lettori, evidentemente, mi capivano. Personalmente penso che anche l'Unione Sovietica, nelle sue componenti culturali, marxistiche e non, sia europea. Nel corso dei miei molti incontri con tutte le persone possibili — fedeli e no alla linea di partito — ho constatato che erano sempre colloqui fra europei. Perfino con il più rigido dei funzionari dell'associazione scrittori dell'Une ho la sensazione di avere a che fare con un uomo dell'Europa*. In un'altra occasione lei disse che gli americani sono diversi da noi. Perché? • E' un altro Paese, un'altra cultura. Non peggiore. Ma diversa, questo mi i risultato chiaro tempo fa dal racconto di un amico (Boell non lo dice, ma tutto fa pensare che ti tratti di Solzenitzunt che era stato espulso dati'Urss. Mi ha davvero colpito. Ha detto: "Sai. lo choc che ho provato a venire da Mosca a Colonia, a passare da un ambiente politico e di vita civile a un altro assai diverso, i stato enorme". Il mio amico era già anziano, ed era ti suo primo viaggio in Occidente. Le réclames. le luci. Ma poi mi ha detto che lo choc di passare da Colonia agli Stati Uniti era stato anche pia forte. Quest'immagine mi ha sbalordito. La differenza fra le città europee e le città sovietiche i grande, e tuttavia egli ti i sentito in Europa. Altro era l'America, un modo diverso di vivere e di pensare. C'i una paura latente nel mondo, ed i quella che essi, 1 sovietici, possano estere europei, e ci siano più ricini anche se sono comunisti. E qual è la paura latente del tedeschi? • E' che la Germania, dopo tutte le riflessioni strategiche, possa diventare, nel caso di una guerra, il campo di battaglia. Se scoppia una guerra essa avrà luogo fra fOder e il Reno. E noi viviamo qui. e abbiamo desiderio di pace*. LeU Gatteschi Heinrich Boll listo ma levine iCupynght N.Y. Rrvtnr al Bantu. Opri-.i Munii t prr limila ■!* Slami».t «Una divisione spirituale tra le due Germanie non c'è mai stata. c'è stato sempre uno scambio tra gli intellettuali» «Ho scritto due racconti, ora sto preparando un romanzo: sarà su Bonn, una delie città più interessanti del mondo»