Ma quante donne nell'alcova del severo Chateaubriand

Ma quante donne nell'alcova del severo Chateaubriand La biografia «sentimentale» scritta da D'Ormesson Ma quante donne nell'alcova del severo Chateaubriand PARIGI — La bella biografia sentimentale del visconte René de Chateaubriand, che Jean D'Ormesson pubblica da Lattea, s'intitola II mio ultimo sogno sarà per voi. E" un riferimento a Juliette Récamier. che fra le cinque o sei donne follemente amate dallo acrittore cattolico e la dozzina che ha amato — o creduto amare — per qualche giorno o qualche mese, occupa un posto assolutamente privilegiato. I due s'incontrarono fugacemente per la prima volta da madame de Stati nel 1801: lei sembrava un angelo preraffaellita, lui era un giovane poeta già aureolato dal successo di Atala. 51 riderò sedici anni dopo, lei prossima alla quarantina, lui alla cinquantina, e non si fasciarono più. nonostante varie avventure parallele di René. Quand'erano separati lui le scriveva quotidianamente, spesso più volte al giorno. Di una bellezza soave, colta, intelligente, Juliette Recamier era la classica Allumeuse. Attirava gli uomini conte falene, ma si concedeva di rado. Molti uomini ce/e bri che gravitano intorno al suo »salon» — Luciano Bonaparte. Metternich, Eugenio de Beauharnais. il principe del Wùrttemberg. il principe Augusto di Prussia, il generale Bernadette, il Canova — figurano fra i suoi spasimanti delusi. Solo per René. Juliette non si dimostrò un angelo crudele. Alcuni critici si sono chiesti se la loro relazione non fu esclusivamente platonica, altri addirittura se Chateaubriand, benché carico di donne, non fosse impotente: due ipotesi che D'Ormesson nega, fondandosi su numerose testimoniarne epistolari. E' vero però che il legame che uni questa coppia singolare fu anzitutto sentimentale: durerà fino alla morte di René ottuagenario nelle braccia di Juliette. Negli ultimi anni della sua vita lo scrittore si recara ogni giorno dal proprio domicilio alla 'Cella, di un ricino convento, dove l'amica quasi cieca si era ritirata. Portava sempre con sé il manoscritto delle sue Memorie d'oltretomba, avvolto in un fazzoletto di seta nera, e per ore leggeva a Juliette le pagine appassionate che aveva dedicato ad altre donne. Il suo primo amore, vagamente incestuoso, fu Lucile, una sorella sgraziata, angolosa, la Cenerentola della famiglia, timida e violenta, tormentata da strani fantasmi: «Una semi-idiota geniale* che poi impazzirà. Il secondo fu la modesta Charlotte lves. futura lady Sutto. figlia di un pastore protestante inglese, chtr arerà accolto Chateaubriand, emigrato per sfuggire al Terrore. Questi viveva in Inghilterra dando lezioni di francese e di ballo, ma arerà già un passato tumultuoso: aveva scoperto l'America selvaggia, combattuto nell'armata di Coblenza. Naturalmente i due atoranl si innamorano, ma René non può sposare Charlotte, perché, prima di lasciar la Francia, ha sposato con la speranza di una buona dote la bigotta e noiosa Celeste Buisson de la Vigne dal volto di faina (che non amerà mai. tradirà sempre, ma do- irà sopportare per cinquantatré anni). Allora René fugge dall'Inghilterra, senza neppure portarsi via le sue cianfrusaglie e rientra in patria. Col Direttorio si apre il glorioso periodo delle sue conquiste femminili, inseparabile dai suoi successi letterari e dalle fasi alterne di fortuna e di disgrazia della sua movimentata carriera politica. Nei »salons» aristocratici di nuovo in auge, non si allacciano soltanto intrighi galanti, non si discute unicamente di letteratura, ma si fanno e si disfano i governi. Le donne, colte, emancipate, uscite più forti dal trauma del Terrore, con una sete inestinguibile di vivere e di divertirsi, vi hanno un ruolo preponderante. E' qui che Chateaubriand affronta »ll battaglione delle duchesse». E' in uno di questi -salons» che incontra Pauline de Beaumont. nata Montmorin Salnt-Herem, prototipo della 'dama delle camelie'. E' tisica, diafana, molto provata dalla Rivoluzione (ha visto il padre linciato dai Sanculotti, la madre salire alla ghigliottinai. Pauline ai innamora pazzamente di Chateaubriand e della sua celebrità. Lo ospita nella sua casa di campagna, se lo coccola mentre scrive il genio del Cristianesimo. Ma ben presto il seduttore, che ha appena fatto l'apologia del matrimonio cristiano, la tradisce con la bionda Delphine de Custlne. «Bolo gli animi religiosi conoscono il vero linguaggio delle passioni*, afferma l'infedele in una lettera a Oermaine de Stati. Frattanto è andato a Roma come primo segretario della legazione francese. Rauline lo raggiunge per spirare fra le sue braccia, dopo un breve ritorno di fiamma, alimentato dal fascino malinconico della morte. Chateaubriand fa erigere un sarcofago di marmo alla memoria dell'infelice amante e ti spande dolcissime lacrime. Le due «Mufloni più sensuali di Chateaubriand furono per due donne che non menziona nelle sue memorie: Natalie de Laborde. contessa de Noailles. poi duchessa de Mouchy. e Cordelia de Castellane. L'idillio con la feconda resta misterioso. Invece le strava- :>ir:.e di Natalie, che morirà pazza, hanno alimentato le cronache. Era una specie di Armida, molto elegante e civetta. Forse Chateaubriand l'ha adorata tanto perché non gli si è concessa subito, Io ha 'messo alla prova'. Il più sensazionale episodio dei loro amori riguarda l'appuntamento che lei gli fissa in Spagna. Per raggiungerla nella penisola iberica il poeta intraprende un lunghissimo viaggio, che lo condurrà prima in Grecia e nel Medio Oriente (e gli offrirà la materia per il suo Itinerario da Parigi a Gerusalemme^, viaggio di diversione per addormentare i sospetti della moglie, tra mille peripezie e rischi di naufragio. Quando finalmente I due amanti ai ritrovano a Oranada. si abbandonano a una passione frenetica. Alle soglie della vecchiaia Chateaubriand perderà ancora la testa per una giovane romanziera. Hortense Allart. che ha conosciuto quand'era ambasciatore a Roma: la sola con cui si incanaglisce, seguendola in certe gutnguettes parigine, canticchiando canzonette scurrili quand'è ubriaco. Il suo ultimo amore, platonico, è per una vergine. Leon Une, che ai è innamorata a distanza del poeta e intrattiene con lui una fitta corrispondenza. Lui la chiama .la sua silfide, la sua graziosa sconosciuta*. Quando, dopo anni, ai decide od incontrarla, lei è fidanzata. Tutto finisce In un bagno di lacrime. Chateaubriand se ne ricorderà nelle pagine patetiche di Amore e vecchiaia, che Sainte-Beuve ribattezza «Confessione delirante». Ci si può chiedere qual era II segreto di questo seduttore, che le donne chiamavano •ti mago'. Nonostante avesse una nobile testa da atatua ellenica, era piccolo di statura e malfatto. Di carattere instabile, vanesio e collerico. La sua fama di dongiovanni si accompagnava a quella di praticante cattolico. Forse, nota D'Ormesson. piaceva appunto per tale miscuglio di amor sacro e amor profano. Anche altre contraddizioni lo rendevano attraente: questo sognatore aveva la malinconia allegra, questo poeta cristiano era spesso divertente. Si aggiunga il fascino della sua gloria letteraria. Infine, aglt occhi di tante donne amate che, come Pauline. Delphine o Natalie avevano sofferto della Rivoluzione, contò il fatto che Chateaubriand seppe resistere al Terrore, come poi al despotismo di Napoleone e quindi del monarchi della Restaurazione, senza mal cadere In un opposizione ottusa, era un discepolo di Rousseau, difendeva un ideale di libertà. Il merito di questa biografia è di non esaare unicamente sentimentale, ma dt offrirci un grande affresco di un periodo estremamente ricco e agitato. Intramezzando alle avventure galanti dei protagonisti il racconto degli avvenimenti politici e Intellettuali di un'evo? ca. Il tutto non i esposto con la fredda obbiettività messa in voga dalla scuola del biografi anglosassoni, ma sul tono del romanzo o addirittura del 'feuilleton', da un autore che unisce a una grande cultura l'esperienza del giornalista, una 'Verve» naturale e la preziosa conoscenza del mondo aristocratico che descrive e a cui appartiene. Elena Guicciardi René de Chateaubriand