Sciascia: ora per la mafia è arrivato il giorno dell'avvoltoio

Sciascia: ora per la mafia è arrivato il giorno dell'avvoltoio Intervista - Lo scrittore e la Sicilia: tragedia, paura, speranza Sciascia: ora per la mafia è arrivato il giorno dell'avvoltoio PALERMO — Leonardo Sciatela è turbato, stanco, forte deluto. Come tempre cerea di capire questa tua Sicilia, di trovare spiegazioni che non escano dalla logica, di intuire cosa va cambiando e come è davvero cambiata la Mafia, quella Mafia che ha ucciso il prefetto Dalla Chiesa. Al secondo piano di un condominio alle porte della città, nel tuo studio pieno di ritagli, di fogli Manchi e fogli appena iniziati, di libri, di quadri, la macchina per scrivere sul tavolo e una collezione di bottoni da patteggio in un angolo, Leonardo Sciascia scrittore ricorda i tempi de «il giorno della civetta». Son pattati più di vent'anni, e son sempre «torte di Mafia. Come dice lui, siamo arrivati al giorno dell'avvoltoio. •Mafia: è fin dall'Infanzia che ne sento parlare — comincia il racconto di Sciascia, le parole lente, le pause lunghe —. Io In un paese di Mafia aon nato: a Racalmuto mi 19.000 abitanti l'alloro prefetto Mori ne ha arrestati più di 200. Ho respirato U fenomeno, credevo di conoscerlo e forse In quel microcosmo del mio paese lo conoscevo, cosi come conoscevo la Mafia de "Il giorno della civetta". Nel dopo guerra la Mafia Iho vista tornare, quasi che 1 comandi americani avessero le Uste del mafiosi, e U avessero voluti a gestire il potere. Ho fatto attenzione al fenomeno del latifondo, al suo trapasso dal reddito rurale a quello cittadino, quello dell'attività edilizia L'ho colto nel suoi legami col potere, che era potere democristiano. •No. adesso non potrei riscrivere un libro come "Il giorno della civetta". Allora, eravamo negli Anni Sessanta, credo di averla incentrata bene quella Mafia La narrativa stentane sfuggiva l'argomento: Pirandello ne aveva accennato, tuttavia senza nominarla. Cesareo, però, aveva scritto una commedia, dal titolo "Mafia". Ma I grandi scrittori stavano nella parte orientale dell'Isola, dove la Mafia non c'era... Nel tO avevo meditato il mio libro sotto la spinte dell'indignazione e della frequentazione di un ufficiale dei carabinieri. Cosi mi era venute l'Idea di rappresentare cos'era la Mafia Nel '60. * vero, era un'Indignazione di pochi: la gente accettava la Mafia, U politico conni veva. e 11 carabiniere onesto veniva subito trasferite. •Il capitano Bellodi, U protagonista de "Il giorno della civetta", non era Carlo Alberto Dalla Chiesa: In quei tempi non lo conoscevo ancora. Certo, in molti, e tra questi lo stesso Dalla Chiesa, hanno pensato che fosse lui Invece era Romano Candida, comandante del gruppo carabinieri di Agrigento, un pugliese che aveva fatte la Resistenza. Ora. se non sbaglio, dovrebbe essere a Torino. Ola nel '00 c'era gente che faceva 11 proprio dovere, come Bellodi-Candtda: ecco perché somiglia tanto a Dalla Chiesa. Ma da quella Mafia, la gente onesta, o veniva punita o veniva costrette a rassegnarsi... Invece, e l'assassinio terribile di Dalla Chiesa lo dimostra, la Mafia di questi anni ha dovuto mutare strategia: e l'ufficiale onesto viene ammazzato •Oggi non potrei scrivere un altro libro simile : perhe non conosco queste Mafia. Oggi non posso dire di conoscerne uno solo: 11 malioso di allora funzionava anche da giudice di pace, e in questo suo ruolo la gente lo conosceva, era possibile incontrarlo Andò cosi con Oenco Russo, che avevo intervistato per tre ore. del quale avevo potuto cogliere la personalità orgoglioso nel ruolo dell'erede di don Caio Vizzlni Oggi chi si farebbe Intervistare come capo Mafia? Se non conosco, se non ho la possibilità di conoscere, come scrittore non posso scrivere. E* cambiate la Mafia ed * mutato il suo rapporto con 11 Potere: inviare Dalla Chiesa a Palermo è stato U segno, uno del segni, che il Potere politico non era più a disposizione della Mafia •Assassinare Dalla Chiesa, per me. per la Sicilia. 9 un fatto terribile. L'ho saputo la mattina dopo la sua morte: terribile. Ero a Racalmu to. dove non ho telefono, ne radio, né televisione. La mattina del giorno dopo mi avevano cercato dalla Rai. al posto pubblico del paese. Non me la sentivo di uscire, non stavo bene, ma la Rat insisteva. Un paesano mi ha detto: torse tari per quello che é successo s Palermo, ieri sera. E cosa é successo? Hanno ammazzato Dalla Chiesa. Terribile. Subito ho pensato che la Mafia é impazzita... Ad un'ulteriore riflessione mi son convinto che 11 primo pensiero resiste: e'é follia, un certo napoleonismo da quattro soldi. RiUessioni che ho scritto nella prelazione di un libretto su Cesare Terranova. •Credo che la Malia, anche attraverso la mi¬ tizzazione del mate mèdia, ha scoperto che certe ligure dell'Istituzione, nello sfacelo generale, sono Insostituibili: e perdo nella sua truce logica n elimina. La Mafia, a differenza del terrorismo (che Uen conto delle Istituzioni, elimina anche gangli oscuri: del giudice Palma chi aveva mal sentito parlare?) ha bisogno di colpire una figura emergente, mitizzata. In d6 lo vedo U duplice aspetto di calcolo e di follia Per dirla con Amleto: é una follia non priva di metodo. Hanno ucciso Dalla Chiesa per Impedire che il Mafioso venisse espulso dalla politica Ecco perché é un tatto terribile: cosi come lo era stato, meno tragicamente, il trasferimento del capuano Bellodi •Nella vecchia Mafia che conoscevo, ad un certo punto. 11 grosso mafioso aveva una certa necessita di uscirne. Dopo che si era fatto una solida proprietà fondiaria e aveva laureato 1 figli, si defilava, si faceva la propria rispettabilità, faceva dimenticare di esser stato mafioso. O. perlomeno, tentava. Ora credo che I politici che stavano vicino al mafiosi, o addirittura dentro la Mafia, avessero anche questa molla psicologica: la Mafia come meseo. Quando si sondlfSebOftf di trovarsi In mezzo ad una Mafia come fine hanno tentato di ritirarsi. E la Mafia. In questi ultimi anni, ha perso forza nell'intermediazione tra cittadino e Stato: nel potere politico non gode più dello stesso tessuto protettivo di cui prima godeva •Qui la Chiesa, fino al cardinale Pappalardo, non ha mai mosso un dito: per il cardinale Ruf fini, la Mafia era un'Invenzione del nemici della Sicilia. Penso che cardinali e arcivescovi che si sono succeduti a Palermo a meno che non fossero da Cottolengo. sapevano benissimo che la Mafia c'era. Se non ne hanno parlato, vuol dire o che faceva comodo o che d Steven dentro. Ora Pappalardo e 1 preti ne parlano, accusano. riscuotono una certa popolarità. Se é un fatto dovuto a temperamento, alla loro visione di vita, alla reazione personale, gli fa onore. Se é mutamento, diciamo cosi storico, allora vuol dire che fa parte dello stesso movimento per cui anche I democristiani tentano di dissodarsi dalla Mafia: vuol dire che e da valutare diversamente. •Le dichiarazioni del figlio di Dalla Chiesa, quelle riportate da la Re¬ pubblica, mi sembrano abbastanza azzardate. mi sembrano il rovescio del sicilianismo di Martellucd. 11 sindaco de di Palermo: sono di un antislcUlanismo marcato. Sono stato fra 1 pruni a dire che, gratta gratta. In fondo ai sicilianismo trovi la Mafia... Ma nemmeno posso accettare un antlslclllanismo acritico. Quando 11 mio amico Forattlnl fa quella vignetta su La Stampa, con la Sicilia coccodrillo che piange, lo lo capisco, ma debbo dire che me ne risento: in Sicilia d sono anch'Io, d sono centinaia di persone che lavorano onestamente, che resistono al soprusi-, anche se è vero che c'é una certe rassegnazione. Ma non sono eccessivamente pessimista, credo che la Mafia ora abbia paura •Vent'anni fa e più. ne "Il giorno della civetta", avevo dato una definizione di Mafia: è un'associazione per delinquere, con fine di illecito arricchimento per 1 propri associati, che si pone come intermediazione parassitarla, e Imposta con mezzi di violenza, tra la proprietà e 11 lavoro, tra produzione e consuma tra cittadino e Stato. E* valida ancora, ma si è modificata solo nell'ultima parte nell'intermediazione cittadino-Stato. Sono orgoglioso di essere arrivato a questa definizione, e credo sia la più esatta. Da un tale in odore di mafia avevo sentito la divisione mafiosa In categorie: uomini, mezzluomini. omlnlcchL piglla-lnculo e quaqquaraqua Non da mafioso, ma da cittadino, posso riconoscere che Dalla Chiesa era un uomo. Come 11 mio Bellodi.. E gli altri, caro Sciascia? •Il sindaco Martellileci. divenuto facile bersaglia fu tirato fuori come uomo nuovo per rimediare al passato della de palermitana Ma ritengo che se si continuerà ad additarlo cosi come In questi giorni, d troveremo come al solito davanti al solito falso bersaglia che servirà od occultare quello che dovrebbe essere il vero, n crinale di divisione tra vecchia e nuova Mafia credo sia stata la droga: e il vero bersaglio é quello che vien fuori dagli arricchimenti illeciti, quello che deve venir fuori dagli accertamenti bancari e fiscali Altrimenti se va via Martellucci al suo posto ne arriverà un altro che non ritengo possa esser meglio. Ed lo. non eccessivamente pessimista, non sono altro che annichilita..». Giovanni Cerniti m «Malte» (Idea Editto», Milano) «Il capitano Bellodi, protagonista del "Giorno della civetta" non era Dalla Chiesa, era un pugliese, comandante del gruppo carabinieri... Un romanzo così, oggi non potrei più scrìverlo» - «La mafia, a differenza del terrorismo, ha bisogno di colpire una figura emergente, mitizzata...» - «Nel potere politico non gode più dello stesso tessuto protettivo... Credo che ora abbia paura» - «In Sicilia ci sono anch'io, ci sono centinaia di persone oneste, che resistono ai soprusi...»