Lampedusa

Lampedusa Lampedusa e» Fabrizio aterloo di beile attitudini. E le pene, i rimorsi, gl'intrighi della Sanse trina sono interamente sommersi nella sua materna bclIczza e nel sorriso dolcissimo; il conte Mosca e un adorabile gentiluomo disinteressato e spiritoso. Per me, il trionfo maggiore dell'arte di Stendhal, di questo adoratore della passione prepotente, è appunto questo: di esser riuscito a chiudere la sua opera con questo capolavoro nel quale la passione è nascosta e nel quale, invece dello spietato sole meridiano di Vanitici Vomiti e di Rouge et Noir, brilla *la oooccur ctrange de ost apres-midi qui n'a jamais de fin». ' li' mai possibile che questa mia debba essere un'impressione peculiare soltanto a me stesso? Conosco troppo poca gente che abbia letto la Chartreuse altrimenti che come un giallo per poter controllare l'unicità d> questa mia sensazio- Questo modo di narrare é di una difficoltà prodigiosa: l'autore deve restare sempre nella pelle del suo protagonista; e poiché il mondo e visto tutto intero attraverso gli occhi di questi, anche il lettore contempla tutto attraverso quella mente smagata, simpatica, accomodante, signorile e non troppo intelligente. Il risultato è che il lettore percorre quei trent'anni che dura il romanzo avendo le sensazioni di puro gioco, di cosa indifferente e superflua che un simile temperamento dona a chi lo possiede. E il lettore è trascinato nel supremo piacere di levità e di spettacolo che effettivamente il mondo fu per Fabrizio del Dongo. Quanti Fabrizi ho conosciuto! Gente per i quali i Federali, i più biechi Prefetti, le guardie carcerarie, gl'imbroglioni più sinistri, le sgualdrine più dichiarate erano avvertiti soltanto attraverso i loro lati più superficiali e spesso piacevoli, e ciò non già per difetto di penetrazione ma per faciloneria e puerile fiducia nella vita. Attraverso tali occhi il mondo è popolato di «bravi ragazzi» e di «buone donnette» e se questi loro eccellenti compagni ne fanno una proprio grossa e irrefutabile é facile scusarli non parlandone, anzi cercando di annullare il ricordo delle loro azioni per timore che quel mondo cosi armonioso che si era venuto costruendo caschi in briciole. «Stendhal dandy», disegno di J. B. Wkar ne. Ld anche ammesso che essa sia unica o rarissima, deriva essa da una schizofrenia incipiente o dalla interpretazione magari sforzata di certi clementi che si trovano nella Chartreuse"! • Rcfléchissons», come direbbe il Fauno mallarmcano. Cioè rileggiamo con cura un brano qualsiasi: per esempio la fine del capitolo XIII della prima parte. Cominciamo dal periodo che si inizia con «Il rentra chez lui halctant do furair >. Da quel punto in poi succedono, in verità, delle cose terribili. Anzitutto vi sono degli spioni ad ogni rigo. Poi il conte M**' si precipita sulla Fausta, anzi «il prit son Egnard et se precipita sur elle». Dopo vi è l'episodio di ima travestita da uomo; dopo ancora Fabrizio ferisce un individuo che l'assaliva; poi vi £ la grande scena durante la quale Fabrizio e attaccato mentre era in portantina: «Tue! tue tout ce qui porte des torches»; l'indomani si trova . beaucoup de sang rcpandu sur le pavé*. Segue l'intermezzo comico (per noi) dello studioso rosso di pelo che resta un mese in prigione; e tutto finisce con una scena di duello accompagnato da un mezzo sollevamento di contadini. Neppure in dieci pagine dei Mystères de Paris ci sono altrettante violenze. Eppure io non ho paura, non provo ribrezzo, anzi sento scendere in me una calma «qui ticnt plus du ciel que de l'enfer». Perché? Vi è una leggera ironia sparsa su tutto, cominciando da quell'«haletant de furcur»; poi vi è Fabrizio «qui se faisait ainsi la morale*. Bettina travestita è designata «comme un ètre microscopique». In seguito è detto «elle était fori jolie ce qui enleva Fabrice à se» idécs morales». Appena uno dei bravi è ferito da Fabrizio «il lui dit du ton le plus respecteux: "Votre Allesse me fera une bornie pension pour cette blessure"». Dopo l'assalto alla portantina, che anche esso è narrato «sur le ton badin». «la duchesse rit beaucoup». Tutto l'episodio del •savant homme» arrestato è trattato in tono umoristico («porter de petits pistolets est un grand crime»). E il ducilo è anch'esso trattato sul tono della «plaisanterie» («Cesi tout simplemcnt un duci à mort»). Il risultalo di questa accumulazione di parole leggere (e non le ho trascritte tuttei trattando d'un argomento violento, è l'andatura leggiadra the la narrazione di questi fatti violenti viene a prendere. t posso giurare che l'episodio è stato scelto per puro cavo, ad apertura di libro. li potrete facilmente constatare aprendo la Chartreuse dove vorrete che questo è sempre il tono che Stendhal assume nel momento in cui narra i fatti più violenti. Quando li narra- spesso li lascia indovinare. Perché fi questo in un romanzo che vuol esser tragico ed «accusatore»? Per una ragione assai semplice: perché i fatti non intendono esser narrati come sono ma come appaiono al temperamento frivolo, ma nello stesso tempo coraggioso e «strafottente» di Fabrizio, temperamento di «uomo di società» che riduce al proprio livello il mondo esteriore. Tenete prese;.te questo assioma e la lettura della Chartreuse vi recherà nuove, più deliziose e credo più autentiche voluttà spirituali.

Persone citate: Fabrizi, Noir

Luoghi citati: Dongo, Lampedusa, Mosca