arma»

arma» Anno 116 - Numero 188 - S»b«to 4 Setteofare 1982 - Tuttolibri nuova serie - Anno Vili - N. 324 Forse non sono schizofrenico. (Ciò non ha niente da fare con l'indulgenza). E' attraverso una di queste personalità che il mondo sporchetto e tragico della Chartreuse ci e mostrato; e la pace che regna perenne in queste singolari anime viene trasmessa al lettore. Insomma «omnia laevia laeviis*. Attraverso un'anima che non possiede il senso tragico, tutto appare commedia. Il prodigio operato da Stendhal consiste nell'aver trasfuso il lettore del 1838 (e del I95S) nell'anima di un simpatico signorino nobile, noncurante, voluttuoso, tiepidamente sentimentale dei primi dell'Ottocento, e di avergli fatto capire la Paura della Contro-Rivoluzione cosi come questi poteva capirla. I mezzi tecnici adoperati per ottenere questo effetto sono i consueti già elencati: gli espedienti per ottenere l'impressione del tempo sono invertiti allo scopo di dare il senso di lento scorrimento e di divertentissima noia che il soggetto comporta. |...| Accennerò soltanto ad alcuni episodi. Anzitutto la famosa descrizione della battaglia di Waterloo. Essa è universalmente ammirata; la si contrappone a quella celeberrima della stessa battaglia fatta da Hugo e paragonata in efficacia ai combattimenti descritti da Tolstoj. Questa Waterloo stcndhaliana e, infatti, ammirevole. Paragoni, però, niente. La battaglia di Hugo è la battaglia come e vista (e cioè come è per lui) da un poeta che aspirava ad esser promosso profeta. I combattimenti atrocemente confusi di Tolstoj, i ricordi geniali di un combattente autentico. La Waterloo di Stendhal è una battaglia come vien percepita appunto da un Fabrizio cui la felicemente superficiale natura vieta di comprendere le cose gravi, e percepisce con difficoltà perfino il pericolo. Per lui le granate che cadono non sono che degli aggeggi noiosi che fanno sprizzare molto fango e possono sporcare i vestiti. Uscito da due «Stendhal dansanl*, disegno di Alfred de Musici settimane dalla «nursery* di G nani a non può percepire che delle «noie* mai dei pericoli. Anzi è proprio da queste pagine che comincia a svolgersi il felice sortilegio di Fabrizio sul lettore. I capitoli sulla prigionia di Fabrizio (anzi sulle sue due prigionie) mi sembrano tra i massimi della Chartreuse, non solo per l'abilità artistica quanto per il significato spirituale e lirico. In nessun altro passo il sistema di «doppia colonna* di Stendhal c stato così felicemente adoperato. Mentre da una parte abbiamo esplicito il consueto gioco rasscrcnatore della mentalità del prigioniero che cambia gli orrori in gioco per se stesso e in calma delizia per il lettore, si avverte sotto sotto il lirismo dell'autore, che ha sottratto al mondo comune questa sua bene-amata controfigura, ed in un terzo piano s'intravede lo stesso desiderio che ebbe Goethe nelle Wahhemandtschaften di creare un mondo artificiale e lontano nel quale far muovere i suoi prediletti. Dal contrappunto sagacissimo, dalle fusioni e dalle occasionali opposizioni di questi tre temi nascono quelle che sono forse le più poetiche pagine della prosa francese. Giuseppe Tornasi di Lampedusa > ~ -* - — — * « arma» jamm

Persone citate: Giuseppe Tornasi, Goethe, Tolstoj

Luoghi citati: Lampedusa