Sciopèn e le trote: via dalla provincia di Stefano Reggiani

Sciopèn e le trote: via dalla provincia Sciopèn e le trote: via dalla provincia ppInfelicità maschile nel film di Odorisio (bravissima Giuliana De Sio) e perfidia femminile con Joseph Losey oal nostro inviato speciale \ VENEZIA — Ch» cose la provincia s* non la possibilità di essere infelici in modo più umano e ragionevole? Il regista Luciano Odorisio e nato a Chieti quarantanni ia e ogni!tanto torna col pensiero a quei giorni colmi e frustrati della giovinezza II suo film Sciopèn. presentato ieri in concorso come opera prima, <ma cera stato il precedente apprezzabile di Educatore au-' tomzato). vuol essere unaj memoria di provincia che esa-imlni senza drammi l'infelicità di chi sta a Chieti e la scontentezza dt chi sta a Milano o a Roma Come abbiamo detto meglio Chieti. Ma Odorisio non e un la-1 lento satirico, la sua vera ve- cazione è l'analisi del rapporti, di amicizia, dei rapporti ma-j sellili Cosi Sciopèn annuncia- to come un affettuoso sarcasmo provinciale e invece, nelle sue parti riuscite, un'affettuosa elegia dell'amicizia che piMa. Michele Placido fa l'insegnante di musica a Chieti, dirige i concerti del Venerdì Santo, e iscritto al Rotary. ha una moglie debitamente arramplcatrtce (Giuliana De 9ioi. non per nulla amante dell'avvocato più influente in citta. Quando l'idea di ricostituire a Chieti l'orchestra su-! bile di centoventi elementi, il Gran Concerto musicale Citta di Chieti, sembra aver vinto anche le ultime resistenze di assessori e notabili. Placide I diventa il candidalo ufficiale! alla direzione. Banchetti se-! miufficlali. brindisi quasi espliciti, furioso amore in, macchina della signora De Sio con l'avvocato, tanto per tenere stretti I rapporti col; potere locale. Tuttavia la malalingua Ni-, colino (Tino Se In ni 121). ini criniere e musicomane, sparge la voce che la direzione po-| trebbe esaere affidata od] Adalberto Marta Merli, valoroso musicista chietino che ha fatto fortuna a Milano. Ma quale fortuna? Merli tunar tuta di qualche valore costretto a far musiche per sceneggiati e pubblica», sempre sfuggito dai dirigenti Rai. che non vogliono offrirgli un posto adeguato. La voce della nuova iniziativa chietina raggiunge Merli, lo lusinga, lo induce a un rapido ritorno in patria. Tra una chiacchiera al bar. una maldicenza m famiglia, una visita di assessori, si capisce che non se ne tara niente, i due amici per un momento rivali si incontrano alla stazione: u.ì lungo sguardo, due abbracci, stai bene, riguardati salutami la tanaglia, diamoci da (are. abbiamo quarantannl. Come abbiamo detto. In questo incontro di piccole Infelicità maschili sta il meglio dl ScttoPfn Il resto, ti quadro «*°? ncla,«- * "JJ P° ,tn*«* ai,u"° « 8*mPll,lcat0 ta **e neggiatura. soprattutto ha |.™ppo riHev.°- anche fisico, Linso£p?!'Iab' * ""lingua Tliu>8dita^c^lampeggia j*r m*u dpn* Squadrature. Peccato, perché tutti gli altri alu,rl 80110 dlreW1 ta modo ec" celiente, e Giuliana De Sio. cosi scosciata, maneggiona e sexy, si rivela un'attrice di grande talento. Magari, oltre le riserve, ci vuole solidarietà e complicità per questo tentativo di Odori sio. ia provincia va esplorata più a fondo. Sapete chi è lo Sciopèn del titolo? L'amico stupido della lontana giovinezza, che faceva passare per suoi i notturni di Chopin, adesso diventato l'uomo politico più influente di Chieti. Perfetto, no? L'altro film in concorso ieri aveva la firma di un grande maestro. Joseph Losey. ma era purtroppo tratto da un romanzo di Roger Vailland. autore già faticoso da leggere. figurarsi da tradurre. La fruite (La trota) sembra un pretesto per consentire a Isabelle Huppert di sbizzarrirsi nelle sue esibizioni di falsa ingenua e di dolce perfida. Però, se il regista non le sta sul collo e non la conduce con rabbia, la Huppert divaga per conto sue e sembra una bambina scappata dal collegio, un flore sessuale solo per chi ha qualche propensione per gli amori mi-norennl. Qui la trota e proprio lei.cresciuta In un allevamento di trote e avvezza a sgusciare e a nuotare. Dopo U matrimonio con lì pederasta Oaluchat. affezionato e scrupoloso. Isabelle va a Parigi e subito si divide tra gU spasimanti che le cadono attorno. Accetta la proposta del r-'ayboy Olbrychsky per un viaggio in Giappone e qui raccoglie altre ammirazioni. Quando deve tornare in Francia perché Oaluchat ha tentato 11 suicidio, porta con sé l'industriale Yamagata. quando l'innamorato respinto Jean-Pierre Cassel uccide la moglie Jeanne Moreau. si toglie finalmente e provvisoriamente dai pasticci sentimentali per aprire una grande industria multinazionale per l'allevamento delle trote. Aggiungete che Isabelle Huppert in tutte queste vicende s'é probabilmente mantenuta vergine e capirete che bel tlplno Losey s'é trovato fra le mani. L'ha lasciata fare, con l'Indulgenza del vecchio gentiluomo e con la complicità della commissione di selezione. Stefano Reggiani