Era grande, coperto di scaglie sembrava che dicesse: ti avrò

Era grande, coperto di scaglie sembrava che dicesse: ti avrò Era grande, coperto di scaglie sembrava che dicesse: ti avrò Nei secoli passati storie di incredibili trasformazioni, insidie ed esorcismi di Aldo A. Mola Però, in tondo era un buon diavolo. Ricacciato all'interno dal cristianesimo, che cosa taceva nei Medioevo? S'appostava alia testa di un ponte per trarre in inganno poveri viandanti, oppure si presentava come stallone nero e scalpitante dinanzi al pellegrino stracco per sfuggirne la presa e Dettarsi della sua fatica. Per il mondo contadino il disvoto vesti panni cittadini, par gl'inurbati si mascherò con •scarpe grosse e cervello Imo», pronto sempre alla battuta, qualche volta scornato, ma più spesse vincitore. Ma di che cosa, poi? Della credulità. Dunque, era un demo nio che aveva buon gioco in un mondo di anatlabeti. Sull'onnipresenza dei diavoli tra gli uomini concordano tali magn spiriti — dal fondatore delia filosofia, Taioto di Mileto. a Sant'Agostino, da Schiller a Paolo Vi — che nessuno può osare di metterne ir dubbio l'esistenza. Non abbiamo ir elenco tutti i nomi dei 44.356 55€ spiriti internali, quanti sono secondo la .gran sacerdotessa internale Sophia Wskter, attiva in Francia a fine Ottocento. Quelli noti sono comunque parecchi e pittoreschi: da Asmodeo il •distruttore» al beffardo Betfagor, dal popolaresco Berlice he al fiabesco Far lei io II «malvagio* Belisi — adorato a Sodoma come demone «gay» — e Astarot te, il cui nome discende eia Astano cioè dalla Venere mesopotamica già rivelano l'altro volto (si fa per dire) del demonio tradizionale quello più chiacchierato attraverso i millenni. E' il demone della possessione sessuale: che compare come incubo per le monache e come succuba per i Irati. Appena l'altro ieri il santo curato d'Ars cosi le descriveva: «Grande, coperto d. ' scagim. con le gambe che finivano m artigli, stendeva le braccia e aveva gli occhi tutti rossi: il sue corpo Univa in una grande coda simile a quella del leoni, tutta coperte in tondo di peli, taceva orribil, smorfie, rideva e sembrava dicesse: "TI avrà"-. In efletti, curato d'Ars a parte furono milioni gli uomini e. soprattutto, le donne «avute- dai demonio. Nei modi più strani, improbabili e tuttavia fedelmente narrati da. gl'interessati e registrati dai aotit tribunali dell'inquisizione. - Vis diaboli est in lumbis- — la lorza del demonio è nella sua spinta sessua le — era convinzione antica Per citi dal 367 d. C. un sinodo romano cominciò a deplorare che certe donne si tacessero possedere dai dai volo, nottetempo, «sul dorso di animali». A quel tempo, queste brutte cose accadevano in Italia, dove anzi secondo l'illuminato Sant'Agosti no. v'erano «donne che minale a tondo nelle arti diaboliche soleva no dare al viaggiatori del tormag gio incantato, trasformandoli in giumenti per Unsi trasportare se condo il loro comodo e poi li resti tuivano alla torma umana-. Pro¬ prio come aveva insegnalo l'Asine d'Oro di Apuleio Secoli dopo, quello sporcaccione di Satsna tentò suor Agnese dei Gesù, dell'ordine domenicano, sotto torma di un etiope gigantesco con lingua fiammeggiante lunga trenta centimetri, secondo la stima della pia vergine che paventò tutto il resto. Comparso sotto torma di un merlo importuno a San Benedetto da Norcia — che ai merli preteriva le rondini sotto il tetto —. Belzebù distrusse i mobili di San Giovanni Bosco, rovesciò in un dume gelato l'ardente Santa Caterina da Siena, insozzò di sterco la beata Cristina di Stommeln, cantò canzoni oscene sotto le Imestre di Santa Margherita da Cortona, appena convertita da meretrice a pe¬ nitente nella Congregazione delie Poverelle e suscitò un calore incontenibile nella Beata Angela da Foligno, terziaria francescana dopo una vita abbastanza avventurosa. Come fronteggiare quelle provocazioni? San Silvestro legò il diavolo con un filo, Santa Giuliana lo gettò in una latrina, l'allegro San Pacomio strinse le labbra per non ridere e dormi seduto per non esporre il corpo alle tentazioni sataniche. A fine Ottocento il diavolo ande a scuola o- buone maniere. Nei romanzi ol-i ciurmadore francese Leo T.-ixit — massimo best sellei dell'altro secolo — il diavolo compariva nei salotti della borghesia laica sotto torma di coccodrillo, suonando il pianoforte e agitando la codaccia procace verso le dame in crinoline e decolletes. Un altre satanasso, Bitru. pennellava umide protezie sulla schiena nuda dell* pitonessa Diana Vaughan. poi convertitasi alla lede verace prendendo nome di suor Raflaelia. Un terzo ancora. Asmodeo. ogni venerd pomeriggio, alle tre, dava consigi al Gran Maestro massone Adrianc Lemmi su come investire in Borsa il «tesoro intangibile» del Grande Oriente. Se nel Seicento a Loudun e c Louvriers (come in centinaia di altre città e castella) — comparendo sotto forma di isterismo da astinenza sessuale — il diavolo riuscì a mandare al rogo curati e monache — possedute nelle pose più strampalate, come suor Luisa dell'Ascensione, che «giacque» poggiando a terra su un solo fianco per la strettezza di quattro pollici —. rimesso a nuovo dalla Grande Guerra, nel 1920 Satanasso si presentò un'ultima volta all'esorcista italiota Pietro Paolo Veronesi, che lo strappò dalle viscere di un'ossessa, a Piacenza. «Come sei entrato in questo corpo?- domandò il santo padre all'ostinato demonio • Col vino e col salame- fu la risposta. Prima di liberarsene, l'ossessa tu costretta dal diavolo a ballare il tango, da sola, in un locale pubbli co. Dopo queir, ultimo tango a Pia canta», il 23 giugno 1920, Satana si spogfò di squame, ali, piedi caprini, cena ritorte, artigli adunchi, mostruosi attributi virili — fonte di terrori, irta eoe' - di attrazioni spasmodiche — e ~ rivesti con i panni offertigli da Thomas Mann. Ma for' se aveva ragione Charles Baudelaire — che so n'intendeva — net dire che «la più bella astuti» dei Diavolo e persuaderci che egli non esiste- In tondo, in passalo il diavolo era cosi brutto che sembrava un uomo Ma poi?

Luoghi citati: Cortona, Foligno, Francia, Italia, Mileto, Norcia, Piacenza, Siena, Sodoma