Il Dalai Lama e Papa Wojtyla a colloquio su religioni e pace

Il Dalai Lama e Papa Wojtyla a colloquio su religioni e pace L'incontro, il secondo in due anni, di prima mattina Il Dalai Lama e Papa Wojtyla a colloquio su religioni e pace «Ho ritrovato l'amico di un tempo», ha detto la massima autorità spirituale e temporale (in esilio) del Tibet - «Uno scopo comune, la felicità dell'intero genere umano» CITTA' DEL VATICANO —A un'ora insolita—le 8J0 di ieri mattina — le due .santità-, quella tibetana e quella cattolica, si sono incontrate, nella biblioteca privata del Papa. E' la seconda volta che Giovanni Paolo 11 e Tenzin Gualco, la massima autorità temporale e spirituale del Tibet, hanno un colloquio. La precedente occasione era stata offerta dalla visita che il Dalai Lama aveva compiuto a Roma il 9 ottobre del 1980. L'incontro, sema testimoni, e durato poco più di meteora Dato il carattere strettamente privato dell'udienza, il massimo riserbo circonda oli argomenti della conversazione, che ha toccato temi religiosoculturali. Una breve dichiarazione di Tenzin Guatzo è servita a dare un'idea del clima di cordialità che ha accompagnato la visita .Ilo ritrovato l'amico di un tempo — ha detto la XIV incarnazione del primo Dalai Lama —. Entrambi abbiamo lo slesso scopo: lavorare per la felicità dell'intera umanità. In questo obiettivo ci consideriamo compagni'. Off è stato chiesto di fornire qualche dettaglio sui temi del colloquio. Ha risposto dicendo di aver scambiato con il Pontefice «idee in armonia sul lavoro che potrebbero compiere Insieme le varie religioni e i movimenti spirituali nel mondo, sul modo pei contribuire alla pace mentale, quella dello spirito e quella del mondo attraverso le religioni-. Giovanni Paolo 11 e Tenzin Ovatto, vestito di Manco l'uno, avvolto nel suo -toegoggiallo e rosso, l'abito dei monaci buddisti, l'altro, hanno trovato un sicuro punto di contatto nel'valutare il baratro che divide le capacità scientifiche dell'umanità attuale dall'uso che ne igiene fatto. «Abbiamo uno sviluppo scientifico e materiale altissimo — ha detto Tenzin Guatzo — ma se la nostra Intelligenza si t sviluppata moltissimo, un eguale sviluppo dovrebbe avvenire nel cuore*. Alle 9.30 il Dalai Lama è uscito su una berlina nera dal portone di bronzo, accompagnato dalle immancabili guardie del corpo. Non bisogna dimenticare che Tenzin Gyatzo. in esilio in India, a Dharamsala, dal 1959, rappresenta la massima autorità politica oltre che spirituale del Tibet, occupato dalle truppe di Pechino. Ma ancora una volta ha voluto, come già all'inizio del viaggio, sottolineare le caratteristiche religiose e culturali della sua tournee europea. Subito dopo l'incontro con Giovanni Paolo 11, in forse fino a lunedi sera, Tenzin Guatzo è partito per Barcellona. Il 4 ottobre sarà in Francia, il 16 ottobre visiterà Milano e Firenze, e infine, dopo una breve sosta in Germania Federale, farà ritorno in India. Non ha l'intenzione, con questo viaggio, di espandere il buddismo tibetano nel vecchia continente. In questo senso non si può parlate di ài!' viaggio 'pastorale-. Ma negli ultimi dieci anni in Svizzeia. Gran Bretagna e Germania sono sorti numerosi monasteri che si richiamano al tipo di o !' i a. a ri di i i r e e a o n l o o ■ spiritualità espresso dal Dalai \Lama. In Italia il centro più {noto si trova a Pomata, nei pressi di Pisa. L'istituto .Lama Tzong Kapa- cerea di conservare le caratteristiche originali del monachesimo buddista tibetano. Prima di recarsi in Europa. Tenein Guatzo si è recato, verso la metà di settembre, in visita a Mosca. L'Urss è tradizionalmente favorevole a un Tibet Ubero dall'occupazione cinese, e autonomo. D'altro canto il Dalai Lama, nelle sue dichiarazioni più recenti, ha mostrato una certa apertura verso Pechino, anche se finora ha rifiutato l'invito, reiterato dalle autorità cinese, di tornare in patria. «La cosa più Importante — ha detto —e che il futuro sia di pace leale e giorni felici, con lo sviluppo di relazioni amichevoli e significative fra la Cina e il Tibet.. m. t oh. L l' Cilt* del Vatkano. Il Dalai Lana e Giovanni Paolo II si scambiano i doni durante l'incontro