Nasce da speranze deluse un'infelicità ad oltranza di Stefano Reggiani

Nasce da speranze deluse un'infelicità ad oltranza CINEMA GIOVANI; j film di Quaregna e di Goupil Nasce da speranze deluse un'infelicità ad oltranza TORINO ~ La iwlitica che ritoma al privato, il male personale che di nuovo sbocca In politica. In mezzo c'è il disagio sociale, che prende, nel suo vestito Individuale, il nome di infelicità. Non la solita infelicità che ha sempre fatto parte della vita, ma un'infelicità nuova che nasce dalla delusione di certe speranze collettive, dalla rottura di un diritto alla felicita condiviso ed eluso nello stesso tempo. Un'infelicità a oltranza, per paraI rasare il titolo di un film-inchiesta di Paolo Quaregna presentalo al Festival Cinema Giovaìii. Per una curiosa, o magari voluta, coincidenza il film di Quaregna (Felicità ad oltranza) è stalo proiettalo nella sala degli Infernotti mentre al Romano scorrevano le immagini di Morire a trentanni di Romano Ooupil. Si sa che operazione ha fatto Ooupil (ne parlammo a suo tempo da Cannes), ha usato i suoi film personali, gli appunti a passo ridotto come fogli di diario per ricostruire la sua autobiografia di militante della sinistra a cavallo del '68 In Francia, soprattutto per tentare li ritratto di un amico e di un leader. Michel Rccanatl. suicida nel '78. Le grandi manifestazioni contro la guerra in Vietnam, la nascita dei gruppi treschisii. il maggio, il formarsi dei leader naturali nelle assemblee, il Cile, la Cambogia, il progressivo sfaldarsi di un Impegno e di una coesione di gruppo che erano. Insieme, voglia di vivere. E' possibile che anche in Recanati le slancio vitale fosse più forte dell'analisi politica? Che molta ideologia avesse radice i! i un'emozione irripclibile? Ooupil non (a il processo al '68, giuoco facile, ma riconduce molla politica al privato. Palo Quaregna. 36 anni, torinese, fa il cammino inverso, parte da un mondo chiuso affidalo a una precaria libertà, da una comunità di malati mentali trasformata In una Casa Famiglia dopo l'abolizione dei manicomi. Con pudore, ma con insistenza Quaregna interroga I giovani ospiti e mette a nudo le storie, i conflitti, il contrasto con i familiari (che spesso preferirebbero per disperato egoismo la vecchia reclusione manicomiale), la difficoltà di otte¬ nere solidarietà e aluti dalla I nere solidarietà e aiuti dalla gente del quartiere. Il film è dedicato a un ospite morto per emorragia cerebrale, un giovane affannosamente intelligente e aggressivamente gentile, un poeta, e sua l'espressione -voglio una felicita a oltranza*. Ma di fronte a questa richiesta noi che facciamo? Il film di Quaregna. proiettato a una sala affollatissima, ha provocato ancora una volta una polemica sulla legge 180 che ha chiuso I manicomi. Da una parte genitori esacerbati, congiunti che si sentono soli con il malato, dall'altra cittadini turbalii (appena) nell'indifferenza, medici e politici chiusi nella difesa della legge giusta. Ma s'e capito che l'ideologia del progetto ha prevaricato sulle Infelicità individuali e che non basta, con i matti, salvarsi la coscienza. Come un pendolo: qui la privata infelicità a oltranza chiede di nuovo aiuto alla politica. * * * Dice Souleymane Gisse, africano del Mali, autore del Vento sulla ribellione degli studenti contro I militari del suo Paese: -JVof impariamo il cinema in Europa, ma è. come una tinnita che pieghiamo ai nostri temi. Che cosa vorreste? Un cinema inventato in Africa?.. Non e l'ultima.ambiguità europea pretendere dagli ex colonizzati che s'inventino un'altra lingua per esistere, per avere diritti. Stefano Reggiani -d^titiNI BBUtUlU. I nngedpgtetel'lichfiapucDctol' Uno dei giovani volti di «Vento», il film che viene dal Mali

Persone citate: Cinema Giovani, Goupil, Michel Rccanatl, Paolo Quaregna, Souleymane Gisse