Israele recalcitrante lascia Beirut Da cggi si schiererà la forza di pace di Alfredo Venturi

Israele recalcitrante lascia Beirut Da cggi si schiererà la forza di pace Solo le pressioni americane sono riuscite a sbloccare la resistenza passiva di Gerusalemme Israele recalcitrante lascia Beirut Da cggi si schiererà la forza di pace DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BEIRUT — Tutto * pronto per lo sbarco delle truppe americane e italiane che si affiancheranno al francesi nella forza multinazionale. Se gli ultimi problemi saranno risolti, questo pomeriggio tocca ai paracadutisti della brigata Folgore e al fanti di marina del battaglione San Marco. Domani ai marine* della Sesta flotta e al bersaglieri del Oovernolo. Domani, ancora, sbarcheranno gli ultimi reparti francesi, che dopo l'avanguardia dei primi 330 para che avevano preso terra venerdì sono stati preceduti, ieri da altri trecento soldati. In attesa che arrivassero gli altri. 1 francesi non si sono ancora schierati ufficialmente come parte della forza multinazionale. 81 sono suddivisi fra ambasciata, residenza, consolato, e altre aree di so- vranità extraterrttorlale. Ma sono tutte strategicamente collocate sulla carta di Beirut. Sara dunque fra oggi e domani, salvo ostacoli dell'ultima ora. che la fase due della forza multinazionale in Libano potrà finalmente decollare. La fase uno si era svolta fra l'ultima settimana di agosto e le prime due di settembre, con l'obbiettivo di garantire la partenza del guerriglieri palestinesi. Questa nuova missione ha tutt'altro scopo: si tratta di garantire l'incolumità della popolazione civile, dopo i massacri di Sabra e Cnatyla. Al tempo stesso, si tratta di affiancare l'esercito libanese nel suo arduo tentativo di ristabilire una sovranità nazionale in questo Paese, cominciando tìal'.a sua devastata capitale. Ancora ieri l'armata regolare ha proseguito la sua occupazione delle zone di Beirut Ovest lasciate dagli Israeliani, con perquisizioni, sequestri, arresti. -E questi chi sono?-, abbiamo chiesto a un ufficiale libanese, indicando un camion carico di prigionieri guardati dai suol uomini. -Gente con l documenti irregolari-, e stata la risposta. Ma c'è chi dice che a avere 1 documenti irregolari è soltanto gente di sinistra. Non a caso fra 1 primi a ricevere le attenzioni dell'esercito è stato 11 quotidiano comunista -Al-nidaa-. Alcuni redattori sono stati arrestati e poi rilasciati, dopo l'intervento delle associazioni di categoria. Fino all'ultimo gli sbarchi di oggi sono stati in forse. Oli Israeliani non volevano andarsene. Volevano conservare alcuni fra 1 privilegi della vittoria: 11 diritto di passaggio attraverso la città musulmana per 1 reparti attestati a Oriente: una presenza nel porto: una presenza nell'aeroporto. Presenze non tanto simboliche, anzi piuttosto ingombranti: alcune decine dì uomini, qualche carro armato. C'è voluta tutta la perizia diplomatica di Philip Habib e del suo collaboratore e successore. Morris Draper. e so¬ prattutto c'è voluta la concreta forza di pressione dell'America, per convincere Israele che davvero non era 11 caso. Habib ha portalo a Sharon. a nome dei tre Paesi, un -serio ammonimento-: o le sue forze lasciavano Beirut Orest o saltava l'Intero piano d'intervento della forza multinazionale. Delle tre condizioni iniziali. Israele riusciva a strappare la terza, conservando per ora una presenza nell'aeroporto. Forse incoraggiati dal precedente dei francesi, che erano sbarcati senza insistere sulla pregiudiziale rigida dello sgombero israeliano, i dirigenti di Gerusalemme hanno tenuto duro finché hanno potuto. Da un punto di vista militare li si può capire. Ma da qualsiasi altro punto di vista la loro ostinazione è parsa inopportuna. Ieri mattina infatti una vo¬ ce israeliana, trasmessa per altoparlante da un'auto che percorreva 11 quartiere musulmano di Teli al-Khayat, prometteva In arabo adeguate ricompense a chi farà ritrovare incolumi 1 soldati dispersi. La radio falangista precisa che i dispersi sono tre: cifra che gli Israeliani non confer- mano né smentiscono. Come puntualizza Franco Lucloll Ottiert. ambasciatore d'Italia, non è stato tanto 11 timore d'incidenti a sconsigliare lo sbarco ltaloamericano. quanto la volontà di non avallare con un'operazione prematura la presenza israeliana a Beirut Ovest. Un problema essenzialmente politico, dunque. E' per questo che venerdì sera la «Perseo», pronta a depositare sulle banchine 1 primi reparti italiani, è stata rimandata al largo. Il colonnello Franco Anglonl. comandante di questa spedizione, lo ha spiegato agli ufficiali israeliani che ha trovato al porto. Cosi la .Perseo-, e con la «Perseo», la Grado- e la •Canguro bianco», hanno dovuto attendere, nel mare fenicio del ricordi classici, un semaforo verde che è tardato davvero troppo. Alfredo Venturi

Persone citate: Franco Anglonl, Franco Lucloll Ottiert, Morris Draper, Perseo, Philip Habib, Sabra