La Rai, in casa del Premio Italia si mostra scontrosa, anzi nemica di Ugo Buzzolan

La Rai, in casa del Premio Italia si mostra scontrosa, anzi nemica Non ha portato a Venezia i programmi migliori, riservati ad altre occasioni La Rai, in casa del Premio Italia si mostra scontrosa, anzi nemica DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENEZIA — Mentre nell'Isola di San Giorgio decine di programmi radiotelevisivi vennono esaminati e soppesati dulie giurie internazionali, il Premio Italia offre proiezioni pubbliche su arande schermo nel rinnovato teatro Goldoni. K' l'unico canale di contatto diretto con una rappresentanza di quella platea che sta ogni sera davanti al televisore: e dovrebbe essere la parte di ■ propaganda*, l'elemento di risonanza, il traino spettacolare per l'intera manifestazione. Dorrebbe essere e invece non lo e affa Ito. edirò subitoli perché. La Rat. quale principale organizzatrice, si riserva le prime tre serate d'onore. Ma bisogna dire che quest'anno, in particolare, la Rai non ha aiutato il Premio Italia, come sarebbe suo donerò e suo interesse Per l'inaugurazione si era prospettata tempo fa l'anteprima del -Verdi- di Castellani, che poi però è stato requisito d'autorità per la Scala di Milano, il S ottobre. E rosi fa serata di gala del premio é stata affidata ad un intimista film per la tv: .Quartetto Basileus-, di Fabio Carpi, triste storia del disfacimento di u n celebre quartetto. Muore il violinista che viene rimpiazzato da uh esuberante giovanotto. Costui é Mio e sfrontato, sedute e porta a letto tutte le donne che incontra e. involontariamente, seduce anche l'anziano collega che suona fa viola. Imbarazzo, costernazione, incidenti, e la viola, in preda a cupo delirio, finisce in manicomio ■ Il quartetto si trasforma in trio. Ma il violoncello, posto da quella travolgente giovinezza di fronte al fallimento sentimentale della sua vita, si suicida, e il trio ti riduce a duo. Anche l'ultimo anziano vacilla e. favorito dalle rapide eliminazioni, il oioranoffo intraprenderà una brillante carriera di solista. A parte il tono vagamente iettatorio che circola da principio alla fine tra angosce della vecchiaia, solitudine, malattie, decadenza progressiva, ricoveri e oV> ressi, e a parte grosse ambizioni simboliche non realizzate /quella morte a Venezia J il film — sconsigliabilissimo ai quartettisti — ha raffinati tocchi di gusto e una recitazione di buona professionalità, dal giovane Pierre Malet ad Omero Antonutti. che lo collocano su u.. piano dignitoso. Al termine, cordiali applausi di una platea scelta, ossiaesigua. Nessun applauso ma il gelo piti totale ho ■ .-lituo fa seconda serata dove è stata ' ■■■ ipiuta un'operazione assurda: il ricivice/fio di un film tv appena presentato alla mostra cinematografica: «EhrengariU di Emidio Greco, in cui lo stile prezioso non serve a riscattare un intrigo confusamente tratto dal racconto omonimo di Karen Blixen. e le immanini sono soverchiate da una verbosità senza scampo, e in cui si aggira smarrito un valido attore come Jean-Pierre Casse!. Tenuto conto che ieri sera sono stati presentati due sceneggiati, uno su San Benedetto da Norcia e uno sulle vicende di Procida con 'Storie e leggende legate da testimonianze popolari e dotte precisazioni di studiosi-, si può veramente confermare che la Rai non ha fatto nulla per rendere attraenti le serate e offrire quei .osa di rilievo a Venezia, che pure se emerita. 'd'unto per citare: non è appena passa ta sul video una cosa di polemica e d'urto come -Parole e sangue- di Damiani, non sta passando un eccellente sceneggiato come -La Certosa di Parma- di Bolognini!' Perché Damiani e Bolognini, e altri dello stesso calibro, sostanza e richiamo, non sono stati riservati al Premio Italia? Certamente il profondo valore di-i premio sia di più altrove, sta a San Giorgio fra ricerclie. confronti, dibattiti e trasmissioni in concorso, alcune delle quali di notevole importanza. Ma anche qui — e lo vedremo — if pubblio resta il grande escluso. Ugo Buzzolan