Vincitori nel bunker
Vincitori nel bunker Vincitori nel bunker DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE GERUSALEMME — Né la società politica né la società civile sembrano rassegnate al silenzio ufficiale imposto da Begin Mercoledì il primo ministro é riuscito a sconfiggere l'opposizione che chiedeva alla Keneseth l'apertura di un'inchiesta sul massacro di Sabra e Chatyla. Ed é apparso sul momento un successo politico rilevante. Ma l'indomani quella vittoria parlamentare e risultata subito effimera, molto fragile, poiché all'interno dei partili governativi (anche ira gli stessi ministri, in particolare quelli religiosi) sono emerse nuove voci di dissenso, che invocano di far luce sulla strage tchtgetta un'ombra sull'onore di Israele». Dopo aver denuncialo con coraggio e rapidità le responsabilità israeliane a Beirut, la stampa continua a pubblicare particolari sull'eccidio che smentiscono la verità ufficiale, e insiste altresì nel chiedere le dimissioni di Bugiti e di Sharon. Un giornale tradizionalmente governativo come il Jerusalem Post paragona il primo ministro israeliano a Nuon durante l'affare di Watergate: lo descrìve rinchiuso in un bunker psicologico, cocciuto nel respingere la realtà, e conclude dicendo che fino a quando egli non avrà rassegnato le dimissioni Israele non uscirà dalla profonda crisi in cui é precipitalo. Il quotidiano indipendente Haaretz, il più preciso nel denunciare il massacro dei civili palestinesi (grazie al suo espeno militare. Zecv Schifi"), pubblica le dichiarazioni di due soldati israeliani, che già giovedì sera avevano avvertito i loro superiori di quel che staira accadendo a Sabra e a Chatyla. Donne c uomini palestinesi erano fuggili dai campi e avevano raccontato ai due giovani le prime fasi del massacro. Subilo informati, gli ufficiali avevano risposto ai loro subalterni di non preoccuparsi e di non muoversi. E infatti l'esercito non si mosse fino a sabato manina. La tenacia con cui i giornali sii israeliani cercano di far luce su quell'eccidio, spezzando la riluttanza ufficiale, riflette sentimenti diffusi nella società politica c nella società civile. Nei giorni scorsi in molti kibbntz considerati i depositari della •coscienza? della nazione ebraica e spesso espressione della sua sconcertante infransi genza. sono stati accesi lumi in segno di lutto per i morii innocenti di Beirut ed anche in segno di protesta contro il comportamento del governo. Nel kibbntz «Maagan Michael», non lontano dal lago di Tibcriade. oggi sarà un giorno di digiuno. Le piccole manifestazioni si moltiplicano intorno alle colonie agricole. Gruppi di quattro, cinque persone con cartelli su cui é scritto: ♦ Vergogna*. Nell'attesa di quella prevista per sabato a Tel Aviv, non ci sono state grandi proteste di massa, ma il trauma del Paese é palpabile. Non ho incontralo un solo israeliano, dal cameriere dell'albergo all'intellettuale, dal giornalaio al giornalista, che non abbia espresso il suo desiderio di ^stabilire le responsabilità dell'eccidio*. Nel riferirsi ai palestinesi quasi
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