Chi trema, adesso di Lietta Tornabuoni
Chi trema, adesso Notti bianche per politici e finanzieri Chi trema, adesso ROMA — Chi ha paura di | Gelli. adesso che può parla- j re? Tutti. Oppure nessuno. I • // primo ad aver paura à lui. j iV lascialo arrestare per non fare la fine di L'alvi', dice il j deputato radicale De C'ami- | do. componente la commistione parlamentare d'inchiesta sulla P2. ' Son è il casa d'accelerare la procedura di estradi:ione, nelle nostre carceri, lo fanno fuori subito >. dice il deputato comunista Trombadori. Sono tanti, nella Roma politica, a parlare d'una futura morte violenta di Gelli. della sua paura di venir ucciso: e con la maggiore normalità, come discutendo d'una ipotesi ragionevole più che d'una possibilità barbara. Gli uomini più vicini a Gelli. o meno remoti da lui. invece, sembrano già preparare il 'erreno di prossime rivelazioni: <Da accusato, ora può diventare accusatore. Da-, to che si trova in sicure mani elvetiche, ora può cominciare sul serio a parlare*, dice Pier Carpi, biografo e porlaparola del capo della P2. Gelli ha secondo lei altre cose da raccontare? *SI*. Altre persone da coinvolgere? • Sì*. Persone più importanti di quelle già note? »SI». Gelli s'è fidato troppo di molli che l'hanno tradito, dice il generale Battelli, ex Gran Maestro della massoneria: • Adesso si verrà finalmente a sapere se davvero è il Mostro da prima pagina, o se e* un Cireneo che porla croci altrui >. • Arriveremo a un mimmo di verna*. dice il deputato socialdemocratico Bellu scio. <-Più verità emergono, meglio e dice calmo Andreotti. * Nell'affare del "Corriere della Sera" l'arresto non dovrebbe avere la minima influenza ni determinare alcuna accelerazione: tranne che Celli arrestato non decida di favorire alcuni, e di aggredire altri*, dice il professor Pecorella, avvocato di Rizzoli. Ma sentimento di pericolo, insicurezza e timore innervosiscono la capitale della politica quanto la capitale degli affari: insonnia, telesclezione, aperto almanaccare o segreti spaventi solitari hanno percorso la notte bianca tra il lunedi della prima notizia televisiva dell'arresto e il martedì delle informazioni ancora confuse. Chi ha più paura, adesso, chi ita motivo d'avere più paura? Tutti quei politici, industriali o finanzieri che in questa vicenda torbida non sono ancora stati nominati, oppure che mentendo hanno sempre negato ogni rapporto con Gelli: non è vero, mai visto, non conosco, mai incontrato. mai parlato, mai frequentato, mai avuto niente a che fare. Magari anche gente senza nome, manovali, macellai: quelli che il 20 marzo 1980 ammazzarono sotto l'ufficio della rivista «OP> Mino Pecorelli. ricattatore troppo indocile; quelli che il 12 luglio 1980 ammazzarono sotto casa il giudice Giorgio Ambrosoli. liquidatore troppo scrupoloso del fallimento Sindona; quelli che il 2 agosto 1980 ammazzarono ottantacinque persone nell'orrore della strage di Bologna. Ma «quelli* chi? Persino il pettegolezzo politico più sfrenato o inattendibile si fa cauto nel pronunciare nomi, azzarda ipotesi ovviamente avventate. Quali politici possono aver paura? Mah. Andreotti. uno dei primi referenti politici di Gelli quando sbarco a Roma, uno che nei grandi pasticci non viene mai dato per assente? Piccoli, la cui corrente dorotea aveva sede a Roma in un appartamento in piazza Carpelli dal contratto d'affitto intestato al socio di Gelli Umberto Ortolani, Piccoli che senza l'assenso di Gelli sarebbe a stento riuscito a farsi prestare da Calvi tutti quei miliardi? Forlani, che per due mesi si tenne nel cassetto la «bomba P2> senza dir niente? Fanfani l'aretino, il cui uomo di fiducia Giampaolo Cresci è risultato Lietta Tornabuoni (Continua a pagina 2 In seconda colonna)
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