A colloquio con il capitano che nel '60 ispirò Sciascia

A colloquio con il capitano che nel '60 ispirò Sciascia Il protagonista del «Giorno della civetta» ora è in pensione A colloquio con il capitano che nel '60 ispirò Sciascia «Ai miei tempi la mafia era diversa, era quella dei campieri» - «Dalla Chiesa fu ucciso perché aveva messo mano su cose importanti» - «I poteri a De Francesco sono briciole» Leonardo Sciascia rivela in un'intervista (Tuttohlm di ieri) che non lu il generale Dalla Chiesa a ispirargli il personaggio del capitano Bellodl. protagonista de -il giorno della civetta-, ma un altro ufficiale. Renalo Candida. Candlda-Bellodi e oggi generale in pensione, vive con moglie e figlia a Torino in una bella casa della collina. — Generate allora Bellodl elei? •Sciascia dice cosi ma io non mi riconosco nel suo capitano. Certo conosco Sciascia, la nostra amicizia risale al tempi In cui comandavo il gruppo di Agrigento. Lui veniva da me. lo lo incontravo nella sua casa di Racalmuto: una bella amicizia-. — Perche non vuole essere Bellodl? •Quel capitano e troppo idealizzalo, il suo rapporto con il boss mafioso può sembrare ambiguo. Il boss e personaggio reale, anche il maresciallo che opera accanto a Bellodl e credibile. Bellodl lo e meno-. Il generale Candida lui lasciato l'arma nel '75. E' un uomo alto, asciutta abituato per dovere d'ufficio alla consegna del silenzio, spolvera I ricordi con molta discrezione. Gioca al risparmio soprattutto se parla di sé: poche date, rapidi cenni (-Son cose che non interessano»). Nato a Lecce nel 16. ufficiale nel '39. Poi la guerra dal '40 al '43 (fronte greco-albanese). Rischia la deportazione in Germania ma riesce a fuggire e ripara in Svizzera: («li mi annoiavo parecchio-), rientra in Piemonte, combatte in Valle d'Ossola nella brigala partigiana Toce. Quindi 1 comandi a Genova. Alessandria. Biella. Maggiore nel '54. l'anno dopo e In Sicilia, dal '57 con Dalla Chiesa alla scuola allievi ufficiali di Torino, e infine dal '64 al '75 alla Brigala. In Sicilia ci resta dal '55al 57 •Due anni 75 omicidi, solo di due gli autori sono rimasti ignoti-. Aggiunge: .Tutti delitti di slampo mafioso e nessuno dei responsabili e stato assolto per insufficienza di prove-. — Allora parliamo di mafia- •Una mafia diversa da quella che ha ucciso Dalla Chiesa. Era la mafia dei campieri. In quegli anni la riforma del latifondo innescava terribili cornimi di interesse. Cominciava a farsi avanti anche la mafia dei cantieri, ma si era ai primi passi. Quasi ogni notte cera da lare. Un ferimento, un sequestro, il colpo di lupara sparato a tradimento-. Sono gli anni in cui Sciascia mette a punto il suo romanzo, che spedirà nel '61 a CandidaBellodl nel f rat tempo rientrato a Torino. Di quell'agitalo biennio il generale ha tratto materia per un lungo, allascmante saggio intitolato -Questa mafia», editore Salvatore Sciascia, ire edizioni -Durante la stesura ne discutevo con Leonardo e lui mi aiutava a risolvere qualche questione di stile Se nel Giorno della civetta" ce un riferimento alla mia persona potrei riconoscermi nel capiUno che ha scritto un libro, oulndi molto a margine di Bellodl che ha ben poco del vero capitano del carabinieri». — E Dalla Chiesa perche l'hanno ammazzato? • Probabilmente aveva messo mano su cose importanti Dalla Chiesa era uomo d'azione, irruente e conosceva a fondo l'ambiente siciliano. Strano che si muovesse allo scoperta senza cautela. Forse si e fidato troppo...-. — Ha letto le accuse di Nando Dalla Chiesa? • Perché tanto clamore? Chi si occupa di problemi mafiosi, chi ha un minimo di conoscensa del fenomeno sa benissimo come stanno le cose. Certo, non tulli i politici sono legati alle cosche, ma che vi siano Infiltrazioni velenose nei partili é scontato, e i nomi di parecchi notabili sono scritti negli alti della Commissione antimafia. — Perà con i poteri affidali al neoprt fello qualcosa dovrebbe cambiare, non è cosi? • Ma quali poteri» Sono briciole, per smantellare la mafia ci vuole mollo, molto di più. Intanto la volontà reale di combattere il fenomeno: più falli, insomma, e meno parole-. Pier Paolo Benedetto