Contro tutte le torture
Contro tutte le torture Contro tutte le torture RIMINI — Una speciale farfalla campeggia sul manifesto del XV Congresso internazionale di Amnesty International. Ha le ali di filo spinato e il corpo fallo a penna stilografica, per significare che la speranza di liberta di molte persone incarcerate e torturate ha motivo d'esistere, purché qualcuno ne scriva, ne parli, non si stanchi di denunciare le situazioni di aberrante violenza, chieda giustizia. Ma Ce una classifica dei Paesi più repressivi, dove si commettono le maggiori atrocità? •Non siamo abituati a fare classifiche di demerito — dico David Laulicht. portavoce del segretariato internazionale di Amnesty — perché sarebbe controproducente. Del resto, sono a tutti note certe situazioni gravissime del Guatemala, dell'Iran, del Salvador, delle Filippine, dell'Argentina, dell'Urss, del Sudafrica, della Cina, del Cile... E' inutile fare un elenco. La nostra azione, per essere efficace. deve continuare senea prestare il fianco a strumentalibazioni-. Per un discorso sul giornali, vediamo invece 1 casi in generale, suggerisce Laulicht: 25 mila persone •spariscono» in un Paese e 15 mila in un altro; In un terzo Paese del prigionieri politici rilasciati riferiscono della tortura di una bambina di quattordici mesi, detenuta con la madre In un campo militare clandestino per •scomparsi». In un quarto Paese un economista che aveva richiesto un permesso di emigrazione viene per questo schedalo come omosessuale e imprigionato. In un quinto Paese un sindacalista viene Incarceralo dalla polizia per la ventiquattresima volta in due anni, una volta al mese in media. E via di questo passo le sopraffazioni e le atrocità non si contano. L'Invito a scrivere tutti assieme (associandosi ad Amnesty e seguendo nei suol bollettini periodici le. indicazioni che via via il movimento da) è un primo possibile Intervento a tutela dei diritti dell'uomo. «Si sente dire spesso — afferma Cesare Pogliano — che * inutile indirieeare lettere ai governi repressivi, che tanto ie buffano via. £' un grave errore. Certo, un'unica lettera può servire poco. Quando però si scrive in risposta a un appello di Amnesty, si4 in numerosa compagnia: 1000-10 mila lettere. Sd e ormai empiamente dimostrato che un fiume di lettere.provenienti da tutto il mondo, porta risultati concreti. Vi sono molti esempi di persone rilasciate, salvate dalla tortura o dalla pena di morte, grazie a questo sistema di pressione internazionale. Nessuno Stato ammette di torturare t prigionieri. Anche il governo più repressivo vuole apparire agli occhi del mondo come equo e ragionevole. L'attenzione dell'opinione pubblica internazionale verso le vittime dei regimi repressivi aiuta effettivamente queste vittime.. f.pil.
Persone citate: Cesare Pogliano, David Laulicht
Luoghi citati: Argentina, Cile, Cina, Filippine, Guatemala, Iran, Rimini, Sudafrica, Urss
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