Una lettera per salvare un uomo di Franco Giliberto

Una lettera per salvare un uomo Aperto a Rimini il 15° congresso di Amnesty: vi partecipano 250 delegati di tutto il mondo Una lettera per salvare un uomo Si stanno dimostrando efficaci la mobilitazione dell'opinione pubblica e rinvio collettivo di messaggi da parte della gente comune a favore di «prigionieri d'opinione» incarcerati e torturati da regimi repressivi Un appassionato messaggio di auguri di Sandro Pertini - In quattordici anni salvate più di 16.000 rcrsonc DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE RIMINI — Chi ha fiducia nella forza delle parole, scritte o pronunciate, si faccia avanti. Chi crede che la violenza possa essere combattuta con carta e penna, appelli, manifesti, pressioni morali, coinvolgimento sempre più largo dell'opinione pubblica, non rinunci a dare 11 suo contributo. Basta poco, dicono i delegati di Amnesty International, riuniti a Riminl per il loro quindicesimo Congresso Internazionale. Basta iscriversi all'organizzazione condividendone i motivi ispiratori e poi. come minima scrivere delle semplici lettere a governanti, magistrati, direttori di prigioni, alte autorità di quei Paesi dove si commettono violazioni dei diritti umani. Ma non lettere generiche, bensì appelli a favore di persone bene individuate, di cui si sanno nome e cognome e che marciscono in un carcere, torturati o alla vigilia di una esecuzione capitale per motiri d'opinione-. Il velleitarismo donchisciottesco non c'entra, pare che il sistema funzioni. Tra I moltissimi documenti che esibiscono a Rimini i delegati di Amnesty International (an- che fotogratlcl. testimonianze di sevizie, impiccagioni, fucilazioni e bestiali detenzioni) c°e questo messaggio emblematico di un latino-americano. Pena Valdez. già segretario generale della Confederazione nazionale dei lavoratori della Repubblica Domiaicana: .Ero nudo in una cella sotterranea Quando arrivarono le prime duecento lettere le guardie mi restituirono i testiti Poi arrivarono altre duecento lettere e il direttore del carcere venne a farmi visita. Quando giunse un'altra pila di lettere, il direttore si mise in contatto con i suoi superiori. Le lettere continuarono ad arni are: ne giunsero tremila Il presidente della Repubblica fu informato. Le lettere arrivavano ancora e il presidente telefonò al carcere dicendo di lasciarmi andare. Dopo la mia liberatone, il presidente mi ha chiamato nel suo ufficio per una chiacchierata "da uomo a uomo". Mi chiese: come mai un sindacalista ha tanti amici in tutto il mondo? E mi mostrò un enorme scatola piena di tutte le lettere che aveva ricevuto. Quando ci salutammo me le diede. Le conservo ancora-. Non tutti I casi presi a cuore da Amnesty hanno un slmile lieto fine. Però un gran numero di individui tra quelli •adottati» negli ultimi quattordici anni dall'organizzazione hanno tratto vantaggi e spesso la liberta. Una precisa statistica afferma che dal gennaio 1969 al luglio 1982 Amnesty si e interessala della sorte disperata di 23 mila 193 individui, 16 mila 715 dei quali sono stati rilasciati grazie alle •pressioni morali» attuale. E' un organismo dalle buone referenze, dunque. Il presidente della Repubblica Sandro Pertini. mai formalista, lo e stato ancor meno, se possibile, nel messaggio che ha inviato al Congresso dei due- centocinquanta delegati convenuti da tutto il mondo: Non posso intervenire di persona, ma desidero non far mancare la mia viva e sincera adesione a questa importante assise che vede riuniti a Riminl uomini e donne di opinioni e fedi diverse nel comune, nobilissimo intento di difendere la liberta e la dignità della persona umana, dovunque e da chiunque esse vengano minacciate. E' questo un impegno di cui l'umanità ha grande e crescente bisogno. OH orrori del passato non hanno purtroppo indotto al rispetto del proprio simile (anche e so¬ prattutto quando avversario o dissidente) in nome di un superiore principio che deve essere alla base di ognt civile convivenza. Oltre a ferire la persona della vittima, t suoi amici e i suoi parenti, ogni atto di persecuzione e di violenza tende a negare l'umanità stessa di chi lo compie, si risolve in una umiliazione collettiva di cui ciascun essere umano porta il peso». Amnesty e nata nel 1981. Conta oggi 325 mila soci in 154 Paesi del mondo con 41 sezioni nazionali. 2671 «gruppi di adozione» in 53 Paesi diversi, 14925 prigionieri «adottati» o per I quali si stanno compiendo accertamenti. Soltanto l'altr'anno Amnesty aveva adottato 1703 casi, riuscendo a far liberare 1019 prigionieri e lanciando 308 appelli urgenti a favore di persone detenute In 63 Paesi. .// movimento — dice Cesare Pogliano. presidente della sezione Italiana, 5445 soci volontari operanti In 6» città — combatte una battaglia di coscienza. La sua arma principale è la pressione morale, il suo obiettivo e fa libertà per ognuno di seguire convincimenti ed esprimerli senta restrizioni: La sezione italiana Iva in adertone in oae.-to periodo HO casi ai bVtrnut) politici In America La.lna, (VM. Unione Sovietica. Meato Oriente e Africa. Dalla sua nascila, avvenuta nel 1975. ha oiieralo per il rilascio di 146 • prigionieri d'opinione». 11 consiglio Intemazionale di Amnesty, principale organismo direttivo dell'associazione, ha aperto I hai tenti ieri mattina (é la prima volta che si tiene in Italia) e concluderà I lavori domenica. In una serie di Incontri a porte chiuse. I delegati dovranno discutere la politica del movimento per II 1983. fare II punto del risultati raggiunti, esaminare I rapporti sui casi difficili e difficilissimi ancora aperti. Uno del temi di più importante discussione riguarda le • esecuzioni extra giudiziali', ossia quelle uccisioni sempre più frequenti di Individui al di fuori di ogni contesto legale (ma Amnesty e anche fortemente contraria alla pena di morte legalizzata) con II consenso e addirittura con la complicità di parecchi governi, sotto ogni ciclo. L'unico «momento pubblico» del congresso si è avuto ieri pomeriggio, quando il prof. Francesco Ferrarottl. dell'Università di Roma, ha tenuto al Teatro Novelli una conferenza sul diritti umani e sulla crisi dell'ordine politico. mE'sempre più evidente, oggi, che i sistemi totalitari — sostiene Il sociologo —, siano essi definiti socialisti o plebiscitari, possono perpetuarsi solamente per mezzo di un sistematico controllo burocraticoe di una repressione violenta, talvolta di tipo militare, contro le pressanti richieste di partecipazione sortale e politica dal basso-. Ma quale può essere il ruolo, positivamente svolto da un'organizzazione come Amnesty. che vuole rimanere Imparziale e non essere coinvol¬ ta nei giochi tortuosi della politica del potere? La forza dell'opinione pubblica — risponde Ferrarottl — è forse l'unico strumento In grado di dare voce alle richieste di dllcsa del diritti umani che vengono sistematicamente violati nel caso di esecuzioni extra-giudiziali o di torture fisiche e psichiche. -Esempi di incredibile crudeltà ai danni di persone delle piti dlivrse categorie sortali si possono trovare in fnii Paesi del mondo, in particolare ci riferiamo ai contadini salvadoregni e guatemaltechi. Un episodio per tutti, esemplarmente negativo: a un contadino sono stati strappati gli occhi di fronte al suo stesso figlio-. Ugualmente grave — dice Ferrarottl — e il problema delle esecuzioni extra-giudiziali in Paesi come l'Iran o In molti Slati dell'America Latina, esecuzioni per mano delle stesse forze di sicurezza. -Ecco, allora, che trovano i>aHdlssime ragioni tutte le iniziative di difesa dei diritti umani e di lotta per la pace, necessariamente legate al diritto alla vita e alla libera espressione delle proprie idee e principi-. Franco Giliberto

Persone citate: Cesare Pogliano, Francesco Ferrarottl, Sandro Pertini, Valdez

Luoghi citati: Africa, America, America Latina, Iran, Italia, Meato Oriente, Rimini, Unione Sovietica