I morti viventi e i vivi morenti di Oreste Del Buono

I morti viventi e i vivi morenti I FANTASMI SI AGGIORNANO PER REGGERE LA CONCORRENZA DI LIBRI E FILM I morti viventi e i vivi morenti I nuovi spettri dalla faccia di fumo, creati dalla nostra cultura, sono fatti di tensioni elettroniche e di .sudiciumi di inquinamento industriale • Fritz Leiber in quarantanni di racconti e romanzi ha individuato l'orrore subumano e sovrannaturale delle metropoli, scoprendo le entità paramentali più maligne dei ragni e delle faine - San Francisco come «Nostra Signora delle Tenebre» •La storia che sta dietro un fenomeno come La Notte del Morti Viventi ri re/a, a un attento esame, uno spaccato dell'industria della comunicatione nel suo affannarsi per trovare una propria definizione, e l'effetto che ciò produce a livello di pubblico. Parlo d'industria della "comunicatione" piuttosto che di industria del "Cinema"per la mia ferma convinzione che i mass-media, in particolare l media elettronici nell'ambito audiovisivo, abbiano un effetto globale sulla società. Le singole industrie, il cinema, la 'televisione, la m urica, ri danno da fare ciascuna a produrre e distribuire i relativi hardware e software ma il materiale risultante si amalgama in un'unica, straripante /orsa che investe e tra volge il pubblico...*. Questo scrive con una certa solennità George A. Ramerò, il regista di La Notte dei Morti Viventi nella prefazione al romanzo die il suo socio e collaboratore alla sceneggiatura John Russo ha tratto dal film peggio che fortunato (romanzo e prefazione si possono leggere anche in italiano in un volume omonimamente intitolato e pubblicato da Siad Editimi. La Notte del Siforti Viventi ha segnato nel 1968 il ritorno in massa del fantasmi nella narrativa a sensazione di qualsiasi tipo, e un ritorno secondo le tecniche effettivamente di massa. Dal 1961. un gruppo di amici conosciutisi all'università di Pittsburgh, la città del primo nickelodeon, come specifica con qualche orgoglio George A. Romero, aveva cominciato a gestire un'attività produttiva di tipo commerciale in campo cinematografico e televisivo. Producendo materiale pubblicitario per la televisione e filmetti industriali, gli amici di Pittsburgh erano riusciti a fan buone esperienze tecniche e a ottenere buoni profitti. Brano cosi arrivati a una completa autosufficienza. SI sentivano maturi per fare un lungometraggio. Cercarono finanziamenti, ma senza successo e allora si decisero a infrangere la regola primaria di ogni impresa ad alto rischio: pagarono di tasca loro, convinti di potere sfruttare la confusione che regnava nell'industria cinematografica e il desiderio di novità del pubblico. Come soggetto fu preso un racconto che George A. Romero stesso aveva scritto Ispirandosi a un romanzo di Richard Matheson 1 vampiri. Non c'è da fremere alla deliberata mancanza di originalità. La narrativa che punta soprattutto sull'immaginazione è quella maggiormente dedita al ricalchi divergenti, al plagi difformi, alle derivazioni pia o meno infedeli. Altrimenti, se ogni narratore dovesse Inventarsi ogni cosa lui da capo, non esisterebbe narrativa a sensazione. Richard Matheson narrava di un'insurrezione di morti recenti dalle tombe e delia loro necessità il nutrirsi del sangue e della carne del vivi. Cannibali George A. Romero era partito di qui, ma. mentre Richard Matheson si occupava in particolar modo degli aspetti analitici e psicologici del tema, impostato in termi-1 ni razionali senea ricorso al soprannaturale e senea abuso dell'Orrore, ti regista aveva in mente l'orrore in sé e per sé. la descrizione, l'instauraeione, l'esaltazione di un'atmosfera allucinata e progressivamente degradabile sino a coinvolgere il pubblico in morbosità e paura, acconsentendo all'aspettativa di sensazioni forti. t morti cannibali avevano un aspetto banale, erano deboli e facili a vincersi come singoli individui, ma invincibili come massa soverchiante. I protagonisti erano vittime Impotenti. 1 funzionari governativi, l rappresentanti della stampa e le squadre del cacciatori di morti viventi erano gente Inefficiente, pasticciona, sprovvista di serie motivazioni, in grado «ola di sperare Ciecamente, ammazzando a proposito e a sproposito. Il realismo di La Notte dei Morti Viventi esasperava il tono dell'orrore, ti pubblico ne fu toccato, traumatizzato ed eccitato, a partire dal vagare di John e Barbara nel remoto cimitero con t fio-i per la tomba del padre, e il primo muoversi di un'ombra tra le lapidi, il primo assalto a Barbara, l'inutile tentativo di respingere l'assalitore da parte di John, e ti moltipllcarsi, il proliferare Intorno di c'"e ombre minacciose. La Notte dei Moni Viventi, coilo complessivo 114.000 dollari (con versamento iniziale di 60.000, il resto differito a dopo la messa in circuito/, fu tra i film di maggiore incasso di Vartety nel 1969 e nel 1970. rastrellando 4.000.000 5.000.000 di dollari, e continua a esser presentato su tutti gli schermi, tradotto in 17 lingue, oggetto di un vero cultoquasi ovunque. Giochi Cinema nato dalla letteratura, non poteva non influenzare altro cinema e altra letteratura nel ciclo completo della narrativa a sensazione. Dunque, che nel romanzo gotico di Peter Straub La Casa dei Fantasmi (del 1979. ma appena pubblicato anche da noi da Mondadori) figuri il film La Notte dei Moni Viventi come punto di riferimento e luogo deputato dell'orrore non i casuale. Lo protetta a Mllburn, la cittadina dello Stato di New York teatro del giochi di fantasmi di Peter Straub. il Cinema Rialto di proprietà di Clark Mulligan. Ormai a Milburn le forze dell'aldilà hanno cominciato a scatenarsi, e vanamente paiono contrastarle in nome della ragione qual- cne superstite della Chowder Society, lo scrittore di problemi di squilibrio mentale Donald Wanderley e II ragazzo Peter Barnes. Gli invasori di Milburn. i morti viventi che appartengono a una razza sicuramente pili antica di quella umana, hanno dato appuntamento ai loro avversari vivi morenti al Cinema Rialto. E vanno ad affrontare l fantasmi Rlcky Hawthorne. Don Wanderley e Peter Barnes. Il cadavere di Clark Mulligan. proprietario del Cinema Rialto, giace dissanguato sul tappeto dell'atrio a dare il malvenuto. TI proiettore funziona. Sagome enormi ti muovono sullo schermo, urlando, correndo. *Don avanzò di qualche passo, tenendosi addossato alla parete, attento a ogni movimento nelle file del posti davanti a lui. A mano a mano che i suol occhi si abituavano al buio della sala, ledeva solo una distesa di schienali vuoti. La pesante lama della scure gli premeva con troll petto. La colonna sonora del film gli riempiva la testa di urli, di strepiti. La sala era vuota. E di tutti gli spettacoli, secondo Don questo era il più strano — l'orrore sullo schermo, la confusione di voci e musica che st spargeva nel buio sopra tutte quelle poltroncine vuote...: Peter Straub conferma l'idea di George A. Romero che l'orrore nella narrativa a sensazione è un fatto collettivo, non più un episodio individuale, singolo, addirittura privato. La rivoluzione culturale dei media impone una degustazione, un'ansia, una voluttà di soffrire di massa. E. infatti, dopo averci dato una simile impressionante immagine di un fragoroso orrore proiettato per una sala deserta, Peter Straub fa Infuriare una lotta senza esclusione di colpi tra umani e non umani per riempire in qualche modo il vuoto. Il proiettore continua a funzionare, continua a funzionare la colonna sonora, la lotta sussulta, si trascina, agonizza di qua e df là dallo schermo, dentro e fuori. Come sono lontane le emozioni quasi squisite date dalla lettura in privato di un Nathantel Hawthorne. di un Henry James. di un Robert Stevenson, di uno Sheridan Le Fanu, di un Fitz James O'Brien. di una Edith Wharton. Qui tutto ha assunto la volgarità espltcita, ma non per questo meno misteriosa dello sganghera to secolo in cui ri riamo. Tra i virus La Casa del Fantasmi è un bel romanzo? E La Notte del Morti Viventi era forse un bel film? La narrativa a sensazìct:» i bella quando e efficace, quando riesce a diventare un fenomeno, il che non Implica affatto la bellezza. Tuttavia credo che nel raccontar di fantasmi contemporanei sia più avanti di tutti in ogni senso Fritz Leiber net suoi romanzi e racconti dedicati alle entità paramentali nella sua intuizione che i ieri spettri d'oggi non possono essere tali e quali agli spettri di ieri. In Fantasmi di fumo, un celebre racconto del 1941. l'anno dell'entrata degli fStati L'niti nella seconda guerra mondiale. Fritz Leiber ha cominciato a intravedere la differenza delle ombre del presente. Altri fantasmi, con la fuliggine dette fabbriche sulla faccia e II tonfo dei macchinari nell'anima, abituati a rimpiattarsi di giorno tra t rifiuti e a scivolare di notte nei palazzi d'uffici deserti. Con la fame e l'angoscia dei disoccupati, la nevrosi della gente priva di scopi, la tensione tutta spaesata degli schiavi cittadintcostan temente sotto pressione, il rancore e il timore degli scioperanti, il calcolo e il pavone dei crumtrt, l'attesa del bombardamento totale, dell'annientamento. Un riflesso. Insomma, delle tappe contorte, sordide, malvagie del presunto progresso. Sull'argomento, durante la seconda guerra mondiale, nel primo dopoguerra, e in questa blasfema pace, Fritz Leiber è tornato più e piti volte, fantasticando a occhi bene aperti. Si prova a negare le vecchie superstizioni che appartengono all'era superata del ruderi maledetti e dei castelli insanguinati. Queste superstizioni, si assicura, non possono attecchire nel nuovo ambiente vitale. Ma, intanto, dentro di noi ogni genere di emozione inibita ri sfa ormai accumulando insieme con la corrosione della radioattività e lIntossicazione dell'inquinamento. E dalla nostra cultura emerge una nuova orda di demoni. Adatti solo alla nostra cultura postmdustria- le più che industriale, al dilagare delle tecnologie aberranti. Esseri che sono proprietà delle grandi città e hanno il loro stesso, nefando odore. La grande San Francisco e 1 fantasmi di fumo che la abitano che Fritz Leiber ci rappresenta nel suo miglior romanzo gotico, Nostra Signora delle Tenebre del 1977 idalle nostre parti lo ha pubblicato l'Editrice Nord), inquietano molto di più della piccola Milburn di Peter Straub in La Casa del Fantasmi. Fritz Leiber parla spregiudicatamente delle entità paramentali: .Poiché noi moderni uomini delle città viviamo già nelle tombe e siamo abituati in un certo senso alla mortalità, sorge la possibilità del prolungarsi indefinito di questa rita-nellamorte... Sarebbe, però, un'esistenza morbosa e desolata, senza vitalità e senza pensiero, solo con la paramentaeione. e i nostri compagni principali sarebbero entità paramentali di origine azoica, più •maligne dei ragni e delle faine.. . Una ita di mezzo, in natura, tra la bomba atomica e gli archetipi dell'inconscio, collettivo tra i virus dell'epatite e gli incubi Tutte cose da cut un uomo sano di mente deve guardarsi...*. Già. ma chi isanodi mente a questo mondo? Oreste del Buono (Fine - Il precedente articolo e uscito il 3 settembre). ♦Veduta di San Francisco», la Metropoli aitmfcarta regno dei fantasmi di fumo (1950)

Luoghi citati: Barbara, New York, Pittsburgh, San Francisco