«Per sconfiggere i nostri nemici dobbiamo restare fianco a fianco»

«Per sconfiggere i nostri nemici dobbiamo restare fianco a fianco» L'ultimo discorso del generale, divenuto ora quasi un testamento morale «Per sconfiggere i nostri nemici dobbiamo restare fianco a fianco» PALERMO — -Se dui vero vanì unno sconfiggere la mafia dobbiamo essere uniti, stare fianco a fianco, aiutandoci a vicenda. Finora abbiamo sbagliato perché non abbiamo fatto tutto questo e il nostro nemico ne è consoperofe e conosce tutti i punti deboli-. Sono queste le frasi più significative, che adesso assumono il valore quasi di un testamento spirituale, dell'ultimo discorso di Dalla Chiesa, da lui pronuncialo il 20 agosto quando, nel bosco Picuzza presso Corlcone. fu solennemente commemorato il colonnello del carabinieri Giuseppe Russo, assassinato in un altro agguato mafioso cinque anni fa. insieme con 11 maestro elementare Filippo Costa, un suo amico. La commemorazione letta da Dalla Chiesa davanti al ministro dell'Interno Rognoni. 11 comandante generale del carabinieri Valdllara ed altre autorità, cosi continuava: -Sono sicuro che Russo fu ammazzato perché era stato lasciato m una tremenda solitudine proprio net momenti difficili quando egli dovette assumere decisioni gravose-. Era convinzione precisa di Dalla Chiesa che per lo stesso motivo In precedenza fossero slate eliminate le altre personalità eminenti di Palermo ad incominciare dal presidente della Regione -Non sono né un prefetto di ferro, né un generale di lattaaveva replicalo plb volte con un molo di stizza Dalla Chiesa a quanti lo paragonavano a Cesare Mori. Non amava 1 luoghi comuni e tanto meno parallelismi, andava al sodo. Ad accentuare l'attenzione sulla presenza di Dalla Chiesa il 20 agosto nel bosco cor- leonese. erano anche state alcune sue recenti interviste a ■ La Stampa-, a -l'Unità-, a •la Repubblica-, alla «Rai-, che avevano alimentato jwlcmlche sul compiti e sul poteri assegnati, o da assegnare a Dalla Chiesa. E contrariamente a quanto taluno torse si aspettava, rincontro con II nilnlslro dell'interno era stato cordiale ed improntato a reciproco rispetto. sqe Rognoni, ad evitare ulteriori equivoci, aveva ribadito in sostanza che Dalla Chiesa, in quanto prefetto della Repubblica, era una Importante ruota dell'Ingranaggio statale e che alla sua intelligenza ed alla sua esperienza erano demandati, anche oltre I confini regionali, certo non secondari compili c varie iniziative da adottare nella lotta contro là delinquenza organizzata. Palermo. I corpi del generale Dalla Chiesa e della moglie ancora sull'«A 112» poco dopo il delitto

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