Camminava solo tra la gente per capire meglio la Sicilia di Francesco Santini

Camminava solo tra la gente per capire meglio la Sicilia Camminava solo tra la gente per capire meglio la Sicilia ROMA — Il preletto stentava a riconoscere la Palermo degli Anni 80. Viaggiava in taxi per strade da «citta americana». Ma gli apparivano Improvvisi -angoli di Tangeri-. Andava tra la gente per capire che cosa fosse cambiato. Aveva sete di sapere. Con gli studenti educati dai gesuiti del «Gonzaga- s'era trattenuto a parlare di malia, •delle sue ventose di piovra che si attaccano dot* ce il potere-. • Ha paura?- domandavano i liceali, e lui rispondeva: -Se si ha paura, bisogna averla da soli, sema trasmetterla agli altri. Non combatto l'eventuale paura con le scorte di polista-. I ragazzi a casa avevano parlato con i genitori del nuovo prefetto della citta. Un quadro diverso da quello convenzionale: non più -Nembo Kid- o 'Dallas- o -La volpe- o •D Supergenerale-. - Che cosa può fare un superprefftto?-. avi-vano domandato dal terzo banco. Dalla Chiesa aveva replicato secco: ■/ prefetti non tono "super", né "di ferro", né di altri metalli. Molti scrivono di mafia chiusi nella starna di un albergo di Palermo e diventano, anche, grandi firme Iosonoqui percapire-. Il prefetto incontrava gli studenti e i sindaci. Parlava con i tassisti e ordinava di multare t venditori abusivi dì pane agli angoli delle strade. Quel giorno che da Villa Whitaker. sede della prefettura, usci la prima 'Operazione- di Dalla Chiesa, la città rìse. •Adesso — dissero — si è messo a far la multa agli ambulanti: 157 contravvenzioni e il sequestro di 9142 chili di pane di dubbia provenienza'. Anche con quelle multe, tentava un contatto con Palermo. -/ venditori di pane — aveva detto — possono diventare fonti inesauribili di notizie-. Osservava la città e la mafia lo spiava. La piovra attendeva il momento giusto. Ha sferrato l'attacco per prima. E' morto in via Carini, accanto alla moglie. Emanuela Setti Carrara, -la ragazza che gettava fiori alle penne nere3'erano conosciuti a Genova, ■lue anni fa. Stilavano gli alpini, dal palco era una pioggia di fiori ed Emanuela, quando arrivo all'ultimo earotano. invece di farlo volare giù. andò ad infilarlo nella lasca della giubba del generale. Aveva lasciato la divisa, l'aveva sostituita con l'abito grigio, impeccabile. Quarantanni con le mostrine, carabiniere fino In fondo, era deciso a non lasciar passare i ire anni e mezzo che lo separavano dalla pensione nella inattività discreta di chi attende la conclusione di una carriera. Era • ritornato- in Sicilia. C'era stato nel dopoguerra a combattere con una squadriglia a cavallo il bandito Giuliano. Da Corlcone aveva ispirato Leonardo Sciascia. Diceva di non riconoscersi nel capitano Bellodi de -Il giorno della civetta-, ma I ultima battuta del romanzo lascia i brividi, con l'ufficiale che scopre, lucidamente, d'amare la Sicilia, clic sa di tornarci prima o poi e. ad alta voce, riflette: •ATI ci romperò la testa-. Nell'isola era stalo a Montelepre e a Corleone. contro Giuliano e Liggio. E vent'anni dopo, a Palermo, contro Gerlando Alberti e i 114. con un libro, il decimo dell'Antimafia, scritto quasi esclusivamente sui suoi rap¬ (La rubrica di Luigi Firpo, .Cattivi pensieri., è a pagina 9). porti, con la grande intuizione del traffico internazionale della droga e le collusioni tra mafia e terrorismo. A Palermo Dalla Chiesa si sentiva solo. Aveva sconfitto militarmente le Brigate rosse, capiva che per battere la mafia non era sufficiente l'impegno militare. Abbasso Garibaldi e viva Dalla Chiesa- avevano scritto alla vigilia del suo sbarco nell'isola. Una Sicilia inattesa, gelida con l'eroe dei due mondi 'cavallo di Troia savoiardo- e piena di speranze per l'arrivo di Dalla Chiesa. Ma era soltanto una scritta, a caratteri neri, sui viale della Regione siciliana che si prende arrivando da Punta Raist. Quella frase l'aveva inorgoglito, ma non illuso. Dalla Chiesa sapeva che la mafia era mutata. Aveva capito negli anni di comando della Le- gione dal '66 al 73 che certi politici emergenti lavoravano assieme alla Mafia, che il grande business intemazionale delle armi e dell'eroina aveva contaminato come un cancro non soltanto l'isola ma l'intero Paese. Questo e il Dalla Chiesa sconosciuto. -Il Grande cacciatore- come lo definisce un mafiologo siciliano. Il Dalla Chiesa ufficiale era diverso da quello che si fece avanti nella Palermo dei Lima e dei Ciancimino. E' l'ufficiale dei nuclei speciali, l'uomo di punta nella lotta al terrorismo che aveva sgominato la prima generazione delle br. dei Curdo e dei Francescani. Era il 1974. Il terrorismo metteva in ginocchio il Paese. Dalla Chiesa, dopo un lavoro attento, riesce a infiltrare al vertice delle Br l'informatore Silvano Girono. Arresta Curdo e Franceschini. II capo delle Br evade da Casale Monferrato. Dalla Chiesa lo riacciuffa. Per la prima volta nel Paese un generale duro e taciturno, colto e ambizioso, carabiniere fin nel midollo, si fa la fama di effidentlsta. Obbedisce agli ordini senza discutere, diventa un faro nella vita del Paese. E' il periodo in cui si comincia a parlare di Dalla Chiesa come ministro dell'Interno. Arriva il '77. Le carceri italiane registrano una fuga ogni 24 ore. Il governo si ricorda del generale. E' ancora polemica. Mino e Ferrara, comandante dell'Arma il primo, capo di Stato Maggiore il secondo, sì oppongono a chi vuole affidare ai carabinieri compili diversi da quelli d'istituto. I politici insistono. Dalla Chiesa crea le supercarceri: dagli istituti di massima sicurezza non si evade più. Al comando della Pastren- go continua a mietere successi. Il nuovo incarico gli mette a disposizione un esercito di 27.000 uomini. 130 carri armati Patton. un buon numero di elicotteri. MI 13 cingolati leggeri e autoblindo Fiat. Dispone di uomini e di mezzi, ma la tecnica investigativa non e affidata soltanto al computer. Preferisce I lunghi pedinamenti al blitz. Infiltra uomini della malavita nel gangli terroristici, cattura Peci e Micaletto. Dalla Pastrengo a vicecomandantc dell'Arma. Uccidono Pio La Torre e la lotta contro la mafia è affidata, a Palermo, al nuovo prefetto. Il generale smette la divisa e indossa abiti borghesi per presentarsi all'antico appuntamento. E' arrivato nell Isola e la lotta delle cosche se riaccesa. Era la vigilia di Ferragosto quando lasciarono due cadaveri dinanzi alla stazione del carabinieri di Casteldaccia. •L'operazione Carlo Alberto— annunciava una voce — i quasi conclusa: ripeto, quasi conclusa-. Francesco Santini s. Pettini commosso dinanzi alle bare del generale Dalla Chiesa e detta moglie Emanuela • Accanto a lui, nell'ordine, il ministro degli Interni Rognoni; il comandante dei carabinieri Valditara e il segretario del partito socialista Bettino Craxi (Tel. Ass. Press)