Ci sono mille handicappati che hanno bisogno di aiuto

Ci sono mille handicappati che hanno bisogno di aiuto Il ragazzo senza assistenza: una finestra nel buio Ci sono mille handicappati che hanno bisogno di aiuto Ora si fa un caso sindacale sull'invalido quindicenne - Ma la realtà torinese è molto triste; mancano strutture e personale spcriaUrrato Il ragazzo quindicenne menomalo da gravi alterazioni psicofisiciie che ha rischialo di rimanere senza assistenza dopo l'Intervento chirurgico all'Ospedale Infantile si riduce al ruolo ai coni parsa nella vicenda che vede contrapposi! educatori e Provincia, affannati a spiegare i molivi di principio all'origine della conlesa. Scavando al di la del singolo fatta come e dovere della cronaca, si sitala:s< a una Imesi ra sul mondo di chi non ha voce per farsi sentire e patisce sofferenze con rassegnazione imposta. 81 tratta di una minoranza indifesa, scomoda al più e die. nell'indifferenza di tutti, trova difficile anche soltanto ritagliare uno spazio per sopravvivere. Malati di mente e handicappati continuano con troppa frequenza a essere abbandonati a se stessi, trascurali, quando invece avrebbero bisogno di assistenti specializzali, per rispetto alla loro dignità umana, già messa a dura prova La sola comunità dei ■ portatori di handicapnon autosuffidenti, in Torino e composta da un migliaio di persone, seicento delle quali direttamente a carico della Provincia. Le altre sono ricoverate In istituii privali o tenute a casa dal genitori, oggetto di amore morboso misto a vergogna Il caso del quindicenne é penoso e. purtroppo, non unico né raro. Dall'Istituto che lo ospita, a Pietra Ligure, ogni Limo veniva mandato a casa Iter un mese. 1 genitori, travagliali e as .orbiti da un'altra figlia handicappala, erano costretti a tenerlo chiuso in una specie di gabbia posta sul let¬ to matrimoniale, del lutto ineritaci di prestargli l'assistenza necessaria.. E ' un soggetto — afferma Francesco San tane ra dell'Ulccs (lotta all'èmarginatone) — molto difficile da trattare, dotato di una violenta carica aggressiva, Da tempo rifiutava II cibo a se lo ingeriva, se ne liberava subito dopo. Cosi e cominciato un secondo calvario, suo e dei genitori, da un ospedale all'altro: al Santa Corona di Pietra Ligure prima, dove le radlogralle hanno messo In evidenza alcuni calcoli alla cistifellea, poi all'ospedale Molinone dal quale e tornato a casa dopo un breve ricovero. Ridotto a poco più di uno scheletro, e stato portato all'Astanteria Martini e dimesso per due volte. Finalmente, al reparto neuropslchlattico dell'Ospedale Infantile, gli sono stato riscontrate le piaghe all'esofago provocate dall'acido contenuto nei succhi gastrici. Trasferito al reparto del prof. Solerlo, è auto operalo dal prof. Barbini, dimesso dopo un mese di degenza e rimandato all'istituto ligure. Capitolo silenzioso di una storia che non ha fine. Carlo Novara 11111111111111 it l > f 11 il l mi 11111 ili 11 in u i « il l xi l ■ ili

Persone citate: Barbini, Carlo Novara, Limo

Luoghi citati: Pietra Ligure, Torino