Agonizza la tenuta di San Rossore

Agonizza la tenuta di San Rossore Tremila ettari di bosco falcidiati dalPinquinamento e dai parassiti Agonizza la tenuta di San Rossore L'olmo, il cipresso e il platano sono in via di estinzione - La Regione Toscana indagherà con riprese aeree a raggi infrarossi per individuare le aree di maggior degrado e correre ai ripari - Il problema dei daini PISA — La tenuta di San Rossore, uno dei parchi più celebri d'Europa per essere stato residenza estiva dei Lorena, poi dei Savoia e dal 1956 del Presidente della Repubblica italiana, sta lentamente morendo. E la stessa indagine disposta nei giorni scorsi dalla Regione Toscana in collaborazione con 11 Segretariato generale della Presidenza della Repubblica e del Cnr a denunciare la drammatica situazione del pareo: una ricerca realizzata con l'aiuto, di riprese aeree a raggi infrarossi per Individuare le aree di maggior degrado ambientale e possibilmente in seguito per provvedervi. Ma su San Rossore che muore non e'è molto da scoprire e là sofisticata Indagine della Regione sembra avere soprattutto il significato di uno studio-campione. San Rossore muore perché sopraffallo da fenomeni di inquinamento delle «eque gravissimi e dall'espandersi di parassiti delle piante che rendono precaria là sopravvivenza del bosco. La lusurregglante pineta litoranea che 1 Lorena piantarono dal 1720 al 1790 è già completamente distrutta; gli alberi che si alzano al di là della striscia di sabbia che va dal Se renio all'Amo sono ormai scheletri. San Rossore (5000 ettari. 3000 di bosco ricco di querce secolari, di olmi. pini, frassino, lecci.ontani, pioppi platani, cipressi) soffre da tempo dell'inquinamento delle acque: Il 8erenio, il fiume Morto. l'Arno. 1 corsi d'acqua che tagliano la tenuta presidenziale sono fogne a cielo aperto dove il pesce che riesce a sopravvivere non e ormai più commestibile. Da questi e altri fiumi che sfociano nel Tirreno giungono al mare sostanze micidiali, soprattutto detersivi Il professor Paolo Meletti preside della facoltà di (scienze e direttore dell'Istituto di Botanica dell'Università di Pisa ha dichiarato: -L'inquinamento rappresenta la peg gior catastrofe fra quante hanno accompagnato il cam mino dell'uomo: la peste, ad esempio, fece milioni di vitti me. ma esauri nel corto di un periodo storico il suo ciclo vi tale. Il processo dell'inquina mento sulle piante e irrererjl bile poiché distrugge nel suo procedere ogni elemento di difesa- Accade che il detersivo pre sente nel fiumi quindi nelle acque del man venga polverizzato verso le pinete litoranee In una sorta di micidiale aerosol. Le!letto tossico e I tremendo. I I parassiti allora hanno buon gioco. Se la pineta litoranea nuore, il bosco interno 'senza più barriera protettiva jsi trova direttamente a lrcn- ! 'tegglare l'attacco del mare! | Cedono le difese naturali, i I parassiti hanno via libera. Almeno tre specie di piarne sembrano oggi destinate ad estinguersi. L'olmo e aggredito da un fungo i-Oraphium Ulml-t. che si insedia sono la coneceia impedendo la circolazione della linfa: rabbattimento della pianta comincia dalla chioma dell'albero e procede con una paralisi progressiva. Colpito da un pidocchio (•Cimara Cupressio e poi anche da un lungo (-Coryneum Cardinale-) anche il cipresso appassisce per morte lenta, ma Inarrestabile. Infine il platano. Due elementi ne determinano l'abbattimento: un parassita della fogliai (•Corythuca Oliata > ed un lungo (-Ceratosi.st.vs Fimbia- ; Ut*); anche per il platano la decadenza Inizia dalle chiome : piU alte. Ce pert un terzo elemento Che aggrava questo attacco concentrico dell'inquinamelito marino polverizzato in arcosol e del parassiti: ì daini. I Presenti nel parco in numero di 3000 (nel bosco di San Ros- < so re U rapporto dovrebbe essere di un animale ogni 15 ettari di territorio, quindi nei | oh** tr^'quattroolntoèsem I , ^ „, tracemente ogni arbusto ln!crescita impedendo al bosco quel ricambio naturale che potrebbe garantire un minimo di sopravvivenza alla flora. L'azione dei daini e terrificante polche la loro voracità e paragonabile a quella della capre. Tremila giovani piante di quercia piantate recente- sono state spazzate,Renio Castelli ivia

Persone citate: Castelli, Paolo Meletti, Savoia

Luoghi citati: Europa, Pisa, Toscana