«Giovedì nero» a Gerusalemme di Giorgio Romano

«Giovedì nero» a Gerusalemme «Giovedì nero» a Gerusalemme MOSmO ssbvizjo particola*". TEL AVIV — Il governo Israeliano, riunito Ieri mattina In seduta straordinaria, ha respinto all'unanimità U piano sottoposto due giorni prima dal presidente Reagan al premier Begln e reso pubblico nella prima mattina di Ieri contrariamente olle precedenti intenzioni (come ha rivelato l'ambasciatore americano Lewis) -perché la stampa israeliana ne aveva già dato pareiale e inesatta notizia-. Un comunicato emesso dopo la seduta del Consiglio dei ministri precisa che il plano sottoposto al primo ministro, a nome del presidente americano, è contrarlo allo spirito e alla lettera degli accordi di Camp David e, in alcune parti in maniera radicale, tale da mettere In grave pericolo la sicurezza d'Israele. Il comunicato si sofferma su alcuni punti che ritiene in contraddizione con gli accordi del 1978 (lo statuto del cittadini arabi di Gerusalemme, la questione della sicurezza In Clsglordania che sarebbe affidata agli arabi. 11 congelamento degli insediamenti ebraici nei territori occupati, il concetto di autonomia completa per 1 palestinesi del territori stessi per i quali si prevede un vincolo privilegiato con la CHordanla. nonché la | questione della sovranità israeliana su queste regioni). Il governo aggiunge che. su queste basi, non è disposto a entrare in nessuna trattativa Begln ha già Inviato una risposta particolareggiata al presidente Reagan in base alla decisione governativa e alcuni ministri hanno reso noti alcuni particolari della seduta in cui Begln avrebbe dichiarato che l'arrivo della lettera del presidente americano e auto U momento più triste dal giorno In cui è divenuto primo ministro. Begln ha aggiunto che -il piano Reagan i ancor peggiore di quello del segretario di Stato americano William Rogers. che aveva chiesto il ritorno di /traete ai con/ini del 1967 e aveva indotto Golda Metro dire; un israeliano che lo accettasse sarebbe un traditore. Cosi anche chi accettasse il piano Reagan sarebbe un traditore». Il premier ha espresso anche la sua Irritazione per 11 fatto che 1 sovrani della Oiordanta. dell'Arabia Saudita e 1 rappresentanti dell'Olp erano stati informati del progetto Reagan. Il ministro degli Esteri. Itzhak 8hamir. ha manifestato U suo rammarico per la maniera in cui il plano è stato reso noto: -E'addirittura inammissibile che non ci sia stata nessuna consultazione preli¬ minare con Gerusalemme. Dobbiamo precisare che con gli accordi di Camp David (Shamir. allora presidente della Keneseth. si era astenuto dalla votazione: n.d.r.) Israele era giunto al limite estremo delle concessioni.* qualsiasi ulteriore rinuncia sarebbe un suicidio. Israele non si separerà mai dalla Giudea Samaria e dalla fascia di Gota»: Anche i ministri Hommer. Meridor. Bermann e Shamir al sono espressi duramente contro il piano ai africano e li vice premier David Levi lo ha definito addirittura - una serie di dichiarazioni anti-israeliane che propongono per la Giudea Samaria e Gota una politica che va al di là di tutto quello che era stato previsto negli accordi di Camp David». Numerosi sono 1 deputati che chiedono una convocazione della Keneseth per dar maggior peso al rifiuto israeliano e propongono una serie di misure dimostrative destinate a far sentire all'amministrazione americana che la grande maggioranza degli Israeliani (ad eccezione dei la Doris ti, che nel complesso si sono mostrati favorevoli alle proposte americane, non dissimili per le concessioni territoriali che suggeriscono e la limitazione detti insediamenti alla piattaforma elettorale del «Maartich-) respinge 11 piano e che la tesi di coloro che vorrebbero la pronta annessione dei territori occupati trova sempre maggiori consensi. Giorgio Romano

Persone citate: Bermann, David Levi, Golda Metro, Gota, Meridor, Shamir, William Rogers

Luoghi citati: Arabia Saudita, Gerusalemme, Israele