Check-up dei mari malati di Remo Lugli

Check-up dei mari malati LE CIFRE DEGLI INQUINAMENTI, I POSSIBILI RIMEDI Check-up dei mari malati Ogni anno vi vengono gettati 10 milioni di tonnellate di petrolio (300 mila nel Mediterraneo) per il lavaggio delle navi-cisterna o per qualche incidente • Porti non attrezzati per ricevere i rifiuti; non ancora ratificata la convenzione internazionale «Marno! 78» -11 Pcb, un nuovo inquinante, minaccia i 'ìtorali di Roma, Genova e Napoli • 1 batteri della speranza DAI NOSTRO INVIATO SPIXIAU MESSINA — L'Adriatico, abbiamo sentito ripetere più volte In questi giorni, t malato, afflitto In particolare dalla eutrofizzazione: tante alghe microscopiche supernutrite dal fosforo che arrin dal Po attraverso gli scarichi (detersivi, detezioni umane e annali, concimi, anticrittogamtcl). col risultato dt cicliche colorationl del mare, rosse e verdi, che possono anche essere suggestive. Ma quello che conta t che l'Adrtattco nel giro di qualche anno e diventato un malato preoccupante, per giunta In ria di peggioramento. E gli altri mari? Il Mediterraneo risente soprattutto del male l'agli Idrocarburi e c>- che di altri minerali. Tutta' ria fa situazione non pare drammatica, salvo in certi punti, che di solito comctaono con le aree prospicienti i porti e le grandi città e quelle delle rotte delle petroliere. Ce un dato terribile, lo ricorda il prof. Sebastiano Genovese, direttore dell'Istituto di idrobiologia dell'università di Messina: «Ogni anno vengono versati nei mari del mondo, sotto varie forme, per lavaggi, piccoli e grandi incidenti, ecc.. dieci milioni di tonnellate di petrolio. Di questo quantitativo. 300 mila tonnellate finiscono nel Mediterraneo, in due zone, una fra inaila e la Libia, l'altra a 8ud-Ovest di Cipro, nelle quali un tempo c'era la llber- tà di versare le acque di zavorra e quelle di lavaggio delle tanche delle navi. Libertà che ora teoricamente non c'è più. ma in pratica ognuno se la prende». Esisteva una prima convenzione internazionale del 34 che faceva obbligo dt scaricare i residui di lavaggio almeno oltre 100 miglia dalle coste te automaticamente l'Adriatico era tutta tona vietata). Nel 76 si fece un 'altra convenzione, a Barcellona, la quale vieta di gettare in Mediterraneo qualsiasi prodotto che non sia compreso in una determinata tabella. Sono ovviamente esclusi gli Idrocarburi; ma, grave lacuna, la convenzione vieta ma non prevede sanzioni contro I frasgrcssori. quindi in pratica non ha validità. E'stata poi fatta una ulteriore convenzione, la .Marpoi, di Londra, nel 18. la quale prevede che tutte le navi cisterne superiori alle 20 mila tonnellate debbano avere acque di zavorra separate oppure essere provviste del sistema «crude ci) washing». consistente nel lavaggio con lo stesso prodotto e lo scarico det rifiuti nei porti. I quali ovviamente — fa prevede la stessa convenzione — devono essere attrezzati per ricevere questi materiali dt scarto e rigenerarli. Tutto perfetto? Ho. ci sono due gravi lacune: Dia I convenzione entrerà In ttgore quando sarà stata ratificata da un minimo di 15 nazioni (l'Italia lo ha già fatto) che rappresentino globalmente ti SO per cento del tonnellaggio del naviglio mondiale e ancora non sono stati raggiunti questi limiti: 2) troppo lentamente t porti si ranno attrezzando per ricevere le acque di rifiuto dalle navi che sono provviste di appositi contenitori. In questo modo gli scarichi di petrolio In mare continuano. Ricorda il capitano di vascello Biagio Battaglia, da un mese comandante della capitaneria di porto di Ravenna, ma per tre anni a capo di quella di Napoli: - Appunto a Napoli un giorno chiesi al comandante di una nave panamense di mostrarmi 1 registri relativi alle acque di lavaggio: risultava che le aveva scaricate nel porto di Fox. In Francia. Facemmo un telex la. per avere la conferma, e la risposta fu negativa, quindi quella nave aveva scaricato in mare. Se la "Marpol '78" fosse stata già In vigore, quel comandante sarebbe stato passibile di grati sanzioni». L'iiittutodt idrobiologia di Messina, oltre a tenere sotto controllo le acque di buona parte dei mari meridionali, svolge studi sul batteri che sono In grado dt degradare gli idrocarburi. Ce ne sono dt quelli che derivano dal petrolio, altri sono marini. Sono tantissimi: tra batteri, virus e lieviti se ne conoscono una novantina di specie. Spezzano le molecole e alla fine del loro processo dtstru f f Irò si ha un prodotto dt acqua più anidride carbonica. Tutto facilmente risolvibile, allora? Non proprio. La degradazione e dell'ordine di 3S0 grammi per metro cubo d'acqua, quantitativo motto basso e per giunta raggiungibile In un tempo molto lungo. SI potrebbe accrescere a dismisura ti numero dei batteri, ma nascono offri guai: con la loro attività consumano ossigeno. Bisognerebbe ossigenare il mare facendolo percorrere, nelle zone interessate, da naviglio che smuova l'acqua con le eliche. Ma Ci dell'altro. Spiega II dott. Emilio De Domenico, tecnico dello stesso istituto messinese: «Con una intensa attività di questi batteri si arriverebbe ad un inquinamento di secondo stadio, aia per la mancanza di ossigeno, sia per l'Insorgenza di elementi tossici. Tre l'altro si possono anche creare delle molecole cancerogene*. Il Laboratorio di idrobiologia dell'Istituto di anatomia comparata dell'Università di Siena sta conducendo studi nel Mediterraneo a livello di sedimenti, di pesci e di molluschi. Negli Anni Settanta c'era Il grave problema del mercurio dovuto agli scarichi della Solvay di Rosignano. Ora la situazione e migliorata, tuttavia, davanti all'arcipelago toscano la percentuale del mercurio t sempre più affa che altrove per l'apporto dei fiumi Ombrone e Fiora che scendono dal Monte Amiata ricco di questo minerale. Spiega II dott. Roberto Bargagli: .La zona tnteres- sala Investe tutta la piattaforma continentale fin dove il mare ha una profondità non superiore al 300 metri dieci chilometri dalla riva cioè dove normalmente al pesca Spesso la percentuale di mercurio in scampi, triglie, pesce spada supere i limiti consentiti. Ciò non significa che ci alano rischi per I consumatori. Una nostre Indagine di carattere neurologico sul pescatori di Rosignano. che per anni avevano mangiato pesce con l'aito tasso di mercurio dovuto agli scarichi della Solvay. non ha riscontrato alcuna conseguenza». Si sta facendo strada sempre più, specie davanti alle grandi città, Genova, Roma. Napoli, un nuovo inquinante, quello del Pcb. policlorobifentle. che viene usato per le macchine fotocopiatrici e nell'industria elettrica. Dice il dott. Valentino Fossato dell'Istituto di biologia del mare di Venezia, che opera per conto del Cnr: .Sono sostanze più tossiche degli Idrocarburi. In un tonno possiamo trovare SO mila microgrammi di Idrocarburi per ;chUo c apPena 500 micro| grammi di Pcb: ma sono più i tossici questi ultimi che i prl! mi. E tre l'altro la legge non ' contempla il Pcb. quindi non ì fissa alcun limite di tossicità». &.ìcondo il dott. Fossato Ut laguna veneziana e molto inquinata a causa dei bassi fondali e della insufficiente circolazione dell'acqua. Uno 1 studio sul detergenti condotI to dall'istituto di biologia ve! neztano ha tuttavia permesso di constatare un miglioramento verificatosi con len■ trota in vigore della legge che {Impone fa biodegradabili fa |di queste sostanze Fino ai 1970 in Laguna t detergenti raggiungevano t 4-5 milligrammi Ittro. ora si arriva a due milligrammi e le ttsbe. un tipo di aragosta del peto di pochi milligrammi, che un tempo non riusciva a sopravvivere, ora vivono. Remo Lugli

Persone citate: Emilio De Domenico, Fiora, Fossato, Marno, Roberto Bargagli, Sebastiano Genovese, Valentino Fossato