Amendola contro Nenni

Amendola contro Nenni DUE NUOVI LIBRI, UNA VECCHIA POLEMICA Amendola contro Nenni Giorgio Amendola non .univa Pietro Nrnni. In un dilutino the avemmo insieme, presso la sede AxW Avanti.', proprio all'indomani della mone dell'uomo politico socialista, nel gennaio I960, il figlio di Giovanni Amendol" — in cui rivivevano alcune delle scontrosità e delle insofferenze del padre, alcune vibrazioni inseparabili dal filone della Destra storica nutrita ai filoni della cultura spaventiana e crociana — non mancò di sottolineare le caratteristiche peculiari e inconfondibili del «socialismo di Nenni»: una specie di fusione, egli disse in sostanza, fra l'anima libertaria del repubblicanesimo c le in clinarioni connaturali del massimalismo. Amendola insisteva molto sulle origini repubblicane d Nenni, nella scia di quella fot ma di «sovversivismo» istiru zionalc che era connessa alla posizione del partito mazzi niano. sullo sfondo della Romagna incandescente. «Pensiamo alla sua infanzia vissuta all'orfanotrofio, su cui grava il peso della società reazionaria, questo fattore di rivolta poi emergente, come volontà di riscatto e anche di vendetta proletaria». Sono alcune fra le parole che mi annotai di quel dibattito. Amendola, die età arrivato al marxismo, a una sua forma di marxismo, attraverso 1'edut.azione patema, rigorosa e in flessibile, atttaverso il corti plesso di letture che si muove vano in una certa orbita ideale, non senza un'influenza di retta o indiretta di Giustino Fortunato, non riusciva a se parare quel certo tipo di socia lismo da un certo tipo di «ri voluzionarismo» generico < insisteva su quelle che a lui apparivano compromissioni del socialista romagnolo «Non parlerei mai di un mar xismo di Nenni. L'uomo < sempre stato ^arsamente dot trinarlo, si sentiva costretto nelle ideologie, cercava di su per arie nell'azione politica, di qui la sua sopravvalutazione della iniziativa politica tendente alla modifica del quadro politico, senza vedere i muta menti di base». Ecco un esempio delle aiti che amendoliane verso Nenni critiche in cui appariva una punta di asprezza, di insofferenza e anche di ingiustizia. Non troppo dissimili da quel lo che era stato l'attcggiamen to. talvolta perfino sprezzante di Togliatti (da cui pure Amendola si divideva su tant altri punti). Aprendo il nuovo libro di scritti politici, intitolalo Tra passioni e ragioni, edito da Ria /oli. troviamo solo pochi nfe rimenti 2 Nenni, e diversamente distribuiti: su venti ci razioni complessive, sedici sono concentrate nei primi sei capitoli, che coprono il periodo 1957-1961, quello di più vivace polemica con il leader del psi, e solo quattro (in chiave prevalentemente stori ca) nei restanti otto capitoli che arrivano al 1977, alle «conclusioni al XVI congresso della federazione milanese del pei» e agli albori della soli darietà nazionale. Una polemica, quella della seconda metà degli Anni Gn quanta, aspra e spesso punru ta: si trartava per Amendola di difendere l'interpretazione egemonica comunista dell; classe operaia da quelle che erano le riaffioranti, e talora prevalenti, tendenze riformiste e gradualista caratteri zzanti le file del socialismo dopo l'infelice esperienza frontista. In questa prospettiva e in questo spirito si colloca e si spiega il deciso «no» di Amendola all'incontro di Pralognan fra Saragat e Nenni, a quella uniti-j cazione socialista che pure obbediva alla esigenza di allargare le basi dello Stato democratico. «Disegno di vertice», rispondeva Amendola. Nessun apporto della classe operaia. Ancora una forma di iniziativa politica, di fiducia nell'azione politica piuttosto che nell'azione sociale (dal basso). E so prammo compromesso il rap polio Ita socialisti e comunisti: un rapporto in cui lo storicismo rigido e talvolta spietato di Amendola collocava il psi in posizione di subalternità, quasi permanerne. Fra. e resterà, il cruccio di Nenni: un socialista abbastanza orgoglio*) del ruolo e dell'autonomia «lei suo partito, nonostante i diversi eirori fattivi commessi «Giorgio è il mrs meno cinico dei comunisti — riconoscerà Nenni una volta — ma lo è abbastanza per rispondere: quel che conta è il risultato. Non c la mia teoria». La costante, puntigliosa polemica di Giorgio Amendola contro il centrosinistra trov» singnificativi echi e riflessi nelle pagine del «diario» di Pietro Nenni, in particolare nel secondo volume, dedicato appunto a Gli anni M antrosinistra (19VM966) uscito in queste settimane da Sugar: iù numerose, in questa sede, citazioni di Amendola, anche perche si trarta non di discorsi politici ma di un'apertura o confessione di stati d'animo, dove una vibrazione di amicizia umana mitiga le divergenze di natura politica. Particolarmente significativa la pagina di diario datata 2) aprile 1964: «Stamattina mentre facevo i miei soliti quattro passi lungo la passeggiata Ai cheologica — annota Nenni — mi si e affiancato Giorgio Amendola. E' sempre molto cordiale. Mi ha parlato della riunione in corso del comitato centrale comunista, delle loro Cecvcupazioni politiche, della to "ansietà" di evitate con noi e con me una rottura ver ficaie pur insistendo nella loto polemica. La sua tesi è che la de non voteti nessuna delle leggi programmate Non è meglio allora rompere subito? Risposta: rompere adesso vuol dire rompere su un processo alle intenzioni. Se la de non dovesse mantenere i suoi mpegni romperemo, ma su dei fatti. Per di più il vero problema politico non è rom pere o non rompere. E': e poi?». E poi?». Negli ultimi anni della sua vita, immalinconito da una vena di ripiegamento autobiografico, Amendola si porti, pur nella sua rigorosa ortodossia comunista, il problema del «male minore». La Messa formula dell'uniti nazionale hi da Giorgio giudicata tale: una pausa utile, atta al rinsaldamelo di sindacati e paniti. Nenni preferiva parlare di emergenza, di governi di salute pubblica, secondo il suo classico timbro giacobino. Erano due accenti, due toni diversi. Il «compromesso storico» insospettiva e infastidiva Nenni e i socialisti più legati lui; Amendola invece guardava a un'esperienza di unità nazionale quasi come ad un ritorno alle fonti del patto costituzionale, quasi come un ripristino — in chiave di On. in chiave unitaria — dello spinto dell'antifascismo e della Resistenza La riflessione amendoliana ripiegava sul passato, sostava sugli anni 1922-194), nei quali la collaborazione fra socialisti e comunisti era stata solcata da contrasti aspettimi e da riconciliazioni improvvise — le une e gli alni riflessi nella parabola di Nenni —, ma in ogni caso e sempre caratterizzati da una punta di reciproca invidia, da un'ansia di emulazione nel pagare un tributo sempre maggiore alla lotta contro il fascismo, alla difesa degli ideali antifascisti. Ce un episodio cmblemati co e rivelatore di quel particolare stato d'animo nelle pagine di Tra passioni t ragione. Ce lo ricorda lo stesso Amendola, rievocando il periodo di prigionia trascorso all'isola di Ponza, e la gara rutta «particolare» con l'amico-recluso San' dro Pettini suH'appattenenzaJ degli antifascisti via via confinati alle file del comunismo oppure del socialismo. «Pettini si rammaricava — sono le parole di Giorgio Amendola — nel suo orgoglio di partito che il numero dei carcerati e confinati socialisti fosse molto minore del numero dei carcerati e confinati comunisti. Quando arrivava un convoglio a Ponza, egli andava sempre a spiare se arrivavano dei socialisti. Io dicevo, per calmarlo: "Se non arriva nessun socialista sarai contento, vuole dire che lavorano bene". Ma c'era, appunto, questa concor tenza fra noi». Nelle commosse pagine di prefazione al volume, è proprio Sandro Ferrini 'he rende omaggio «all'uomo di grande levatura cu turale e di scrissi mo impegno politico: fra noi due fiorì un'amicizia schietta e ed essenziale, nell'accordo e nel dissenso politico, fatta di stima reciproca e di umana simpatia, amicizia che mai venne meno, neanche nei momenti di maggiore tensione fra i nostri rispettivi partiti». Anche nel dissenso: non a caso in quel dibattito postumo su Nenni del gennaio 1980 Amendola età portato a giustificare l'intervento sovietico in Afghanistan, contro le esplicite riserve di parte socialista (e anche di frigno). La Rxalpolitik costituiva un confine netto fra il suo comunismo e il socialismo dei vecchi tempi, di cui Nenni età interprete e difensore. Non crediamo di sbagliare se diciamo che fra Garibaldi e Cavour Amendola avrebbe scelro Cavour. Mentre Nenni scelse sempre Garibaldi. Giovanni Spadolini

Luoghi citati: Afghanistan, Ponza, Romagna